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12 mum. 3. e cita per quefta fentenza Vaíquez » Sanchez» Gabriele, ácaltri- Se il Confeflore trova, che qualche Peni- tente non sá la Dottrina Criftiana , deve in- ftruirlo nel Miltero della Santiffima Trinita, e dell' Incarvazione 3 perché.altrimenti é incapace d'aflolutione, come coníta dal De- ereto d'Innocenzo Undecimo nella propoli- zione 64. E deve farlo accufare dell ommifione commella nel trafcurare d'Imparare la Dot+ trina Criftiana , e comandargli , che per Pavvenire Pimpari ; e fe trova , che altri Confellori glie labbino impolto , ed egli Vabbia trafcurato , deve differirgli Paffolu- zione, finochele ne renda capace: vedafi Ío. pra queíto punto piú diffufamente Marcantio Tom, X. refol.3. 1.9. 2. Suppongo» che la Fede: ef /1)bfantia fperandarumrerum , argumentum non apparen. sim, 9.come la difinifconoaltri : ef virtus fupernaturalis , qua credimus veritates ¿Deó revelatas . E' la fede (come fi dice volgar- mente) credere quello, che non vediamo; e credere quello , che c'infegna la Chieía noftra Madre , perche Dio l'ha rivelato. : Soppone alla Fede il peccato d'Erelia y € quello dell” Apoftalia . L'Erelia €/f error pertinax hominis -baptizati.ex parte contra. rius y li dice : error pertinax y perche há da ellere conoíciuto » edeliberato l'errore, ac- ció fia Erelia formale. Si dice: hominis ba. ptizati 5 perche gli errori ,ne' qualifono, 8z abbracciano tanto i Gentili, quanto i Giu- dei, non fi chiamano propriamente Erefía , ma bensi Paganefimo , e Giudaifmo: (i dice finalmente: ex parte contrarios , a diflerenza dell' Apoltalia, che e errore ex toto contra. rius alla Fede. L' Erefía una € interna , efterna Paltra: una. occulta , pubblica Valtra , e Pocculta puó ellere occulta per/e , Y occulta per accio dens y come Ípiego nella 2. Parte di quefta Pratica trattato17. num, 25. Y fr97.5 dove dico piú diffufamente , chi puó aísolvere dal!” una, echidall' altra; e Paltrecofe toccanti a quefto medemo punto fpiegheró nelle rifo- luzioni feguenti , + 3. P. Padre» m'acculo , che frequente- mente fogliono moleflarmi alcuni penfieri contro la Fede. es Sentiva V.S. pena d'avere quefli pen- ri? P. Padre si; grandifima. Trattato I. del 1 Comandamento. C. Molte perfone timorate di Dio foglio- no elsere anguítiate da fomiglianti peníieri5 e tanto, Che alle volte pare loro, che dubi- tino, é che vacconfentino; non é peró co- si; poiche la telsa pena , che fentono , quan- do fono forpreíe da fimili penfieri, e indi- zio, che non v'acconfentono; e Pofcuriti, colla quale f-propongoro le coíe della Fede , fa parere» che fe ne dubiti; in realtá peró non écosi, Sil miglior rimedio , per vince- re quelle fuggeltioni diaboliche , € diíprez- zarle, e non farne conto alcuno., 4. P. Padre, m'accufo» che inuna occa» fione ricevei in mia caía un' Eretico, e trat- tando varie cofe della noltra Fede, e Reli- gione , iocredei una propolizione ereticale » che mi propofe. C. Due cofe hd quí da notare » luna é Paver ricevuto in fuacaía PEretico;. altra eVaver dato credito all' Erefia. Quanto al- la prima, deve fapere che nel primo Cano* ne della Bolla ¿in Cana Domini , e fcomunica- tochiunque favoriíce, d riceve gli Eretici; E' pero necelsariofapere, le V.S. háricevu= to quelt' Eretico, come Eretico , 0 folo a titolo di parentela , % amicizia. P. Padre » 1'hó ricevuto in cala , come amico. C. Poiché ¿opinione probabile ) che in. fegna il Padre Leandro del S. S. 4c il P. Bal- feo citando altri Autori, verbo Haerefs num, 8. che non sincorra in quefta Ícomunica , quando firiceve l'Eretico» d li favorifce, Ó eli fi porge ajuto pertitolo d'amifla, 0 pa- rentela , e non in quanto e Eretico: E cosi in quefta opinione V.S, per averlo ricevuto in caía, come amico, non é incoría nella Ícomunica . Ss alla feconda, che e d'avergli dato credito; pervedere le V.S. éincorla, d nó nella fcomunica , che nello fleíso Canone 4 promulga controgli Eretici, e necelsario fa- pere, fequefto afsenío eretico, che V. S. há dato alla di lui dottrina , P'há manifeítato ellteriormente con parole, d con opre? 5. P. Padre , io gli difi , che credevo quello midiceva. GC: Se V.S. non Pavelse manifeltato elte= riormente » benché interiormente aveíse te» nuto quelto errore , non farebbe incoría fcomunica y, in fentenza comune de' Teo- logi ; perché era folo erefía interna : .e-la Chieía in niuna materia fi rilerva , 0 pro- mulga Ícomunica contro gli atti meramen- te
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