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Della Confefione. droni, Y gli há rubato de' loro beni, d ac- confentito , che altri li rubaflero, d partito- íi da cala loro prima del tempo fenza cauía; cagionando loro colla fua partenza qualche danno . Ez 1r. Se ha mofía, d fomentata alcuna lite imgiulta, o vizioía. 12. Se há rubato frutti , volatili , vino écc. elortando altri a fare le (teflo. 13. Se rubó , 9 há deliderato di rubare alcuna coía alla Chieía. COMANDAMENTO, VIII r SE há fatto alcun Lofpetto » d gindizio temerario. 2. Se há mormorato in cola d'onore , 0 fama; le era publico, d nó, e lo diceva a perfone , che no'l fapeflero. ? 3. Se fenti con guíto Valtrui difetti , e non ft parti dalla converfazione , potendo; 9 credé con troppa facilita quello , che fenti- va; 0 lodifle, eraccontó ad altri, comeco- ía certa, avendolo Íentito come dubbia, d riferendo piú di quello fenti . 4. Sehá rivelato-ció , che fapeva Íotto fi- gillo naturale, eflendo cola grave. 5. Se há reftituito la fama tolta al proffi- mo, ritrattandoli avanti quelle perfone , al- le quali ne dife male. ¿ Se há dettoalcuna contumelia, d pa- rola ingiurioía alfuo proflimo , efe poi gli há addimandato perdono , dovendolo fare. 7. Se há dettoalcuna bugia , che cedefle in grave danno del Proffimo . 8. Se há taciuto la veritá , quando era necelfario manifeltarla. Ii Nono comandamento fi riduce al fefBo, US il decimo al fertimo, Imperciocche fi mettono quefti due pre- cetti, come per elemplari degli altri; proi- bendovili i defiderj mali , e della Donna, e della roba altrui , per darci ad intenderey che non folo fi puó peccare coll opere , € colle parole, ma anche colli deliderj, non folo nel 6. e7: comandamento, mabensi in tute gli altri ancora;. benché di quefti due foli ció fi dica elprefíamente per eflere la loro materia quella , nella quale piú frequente- mente peccano gli huomini. A quello elame firiduce tutto ció, che re- golarmente e neceflario a qualfivoglia per- lona , per fare una buona confeffione gene- rale, d particolare , fenza neceffitá di pafla- re a diícorrere lopra i peccati capitali , Opere 11 della Mifericordia, d Comandamenti della Chieía » d lentimentidel corpo , come fanno moltiaudaci, avanzandofi troppo in.quefto, € moleítando il Confellore. Se fi trova avere delinquito il Penitente in alcuna, Y molte dell interrogazioni ri- ferite , deve elaminarí fe il peccato é certo, d dubbio , e confellare locerto , come certo , éc il dubbio come dubbio , di piú in cial= cheduua delle fudette interrogazioni , e fpecie di peccati, nelli quali troverafi aver mancato » fe gli há da dimandare il numero delle volte, che há peccato; e fe non puá fiflamente dirlo, né-meno, chefiad piú , d meno) baíterá, ches'accuíi del coltume, Se abito, cheayerá avuto in tal peccato, come li dirá piú a baflo mel fecondo Comanda- mento +raf, 2, cap. TI, 1,10, TRATTATO L DELI COMANDAMENTO. Amare Iddio fopra tutte le cole. CAPITOLO PRIMO. Della Fede . e, A prima cofa , che occorre circa la Fede, e la notizia della Dottrina Criltiana, della quale deve il Con- feflore interrogare quelle períone , delle qua= li prudentemente puó fofpettare , che non la fappino y come fono le yenti raftiche, Se iSoldati; Maquelli, che vanno alla Scuola, o fono figli di Perfone nobili, e Padri pii, quali accudifcono alla buona educazione de' figli, non ne hanno neceflita. Quelle cole , che ordinariamente tutti fóno obbligati a fapere, fono gli Articoli , $ il Credo + i Comandamenti della legge di Dio, e della Chiela , i Sacramenti , e l'Ora- zione del Pater nofler : ma la gente afñi groflolana » che appena puó farfi capace di ció feleinfegna » balta, che flappia il Mifte= ro della SS Trinitá , quello dell Incarna= tione , quello del Santiffimo Sacramento dell Eucariflia , e che Dio premia ibuoni, e calligaicattivi; 8 il reltos che la Chiela infegna a crederlo implicitamente ; e ció ffima eflere probabile il Padre Leandro di Murcia Tom, 2 di/q. moral, lib.4. difpa. Y 25, nun. 3.
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