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Delle Cofe-Notabil;.. Complice . Se polía lafciaríi nella confeffione il peccato, óla circoftanza , perla quales'há da mani. feltare il complice 5n. 3. p. 2. Se ve obbligo di denunziarlo, n. 168. p. 174. Compra , Vedaíi la parola Vendisa . Comunione , Myers obblighi,n. 2. p. 2. Che peccato commette quello, che non fi comunica, quando in(la il precetto; e quale quello , che fi comunica male, num. 3. e n.4.ibi. Se quello, chetralaícia di confellarí, e fi comunica male, commetta due peccati , n.5.ibi. ? Quello, che fi comunica facrilegamente , non [oddisfa al precetto della comunione, num. -217.p.249: ' Decreto d'Innocenzo XL. circa la comunione, D.220.p.250. Se pud il Sacerdote amminiftrarla Ípezzando dall' Oltia un fragmento ,n. 124. p. 340. Shá da dare al peccatoreocculto, chela di- manda pubblicamente,ma non al peccatore pubblico, n. 74. p. 385. Chi fi dica peccator pubblico in quelo cafo, n.75.p.386. Sha da dare a' pazzi jn pericolo di morte , mon temendoli irriverenza, ne eflendofe- gli rivoltoil cervello in cattivo Ítato, num. 76. ibi. Quando'pud daríi agl' infermi , che patilcono vomiti , n. 77. ibi. A” fancialli, che hanno Puo di ragione fe gli há da dare in pericolo di morte, quantun- que mai per avanti non Íi fianocomunicati; e quantunque fi dubiti fe hanno l'ufo di ragioney come hanno compiti ¡fett'anni, n. 78.e79.p. 387. Ses'há da dare per Viaticoa chi fi + comuni- pe lo (tefío giorno per divozione, n. 80. ibi. Quante volte polía amminiftrarí ia un' ¡ftefío pericolo di.morte, n. 82. p. 383, Non fi puó portare occultamente agl'infer- mi , ibi. Deve precedere la confellione avendofi la co- “fcienza aggravata dacolpagraye, n. 243. p.561. Non eflendovi copia di Confeflore , éciftan- do l'obbligo di confellaríi » pud giubtificarú PR y A o A 625 con un' atto di contrizione , ibi. Chi dice Mella in queíto modo , deve confef larli quanto prima, non perconfiglio, má per precetto y 1. 244. ibi. Ma non sintende quefto , quando il Sacerdo= te (i comunica , come fi comunica'il Laico, n.245. ibi. Se deve quelto intenderíi, quando fi comiu= nica facendo le funzioni del Venerdi San- to, n. 246. ibi. Né meno s'intende quello , che andando all' Altare colla coícienza purgata , la poi commette qualche colpa grave, num. 247. ibi. Se s'intende di quello, «che nell' Altare ( ri- cordó di qualche peccato Ícordato , n. 248. p.562. Come s'iintende quella particola gu4m pri- mim , Y quanto prima» n. 250, ibi. Quando fi dirá , che non vi fia copia di Con- fellore per potercelebrare con un'atto di contrizione , n. 252. 8c[eq. p. 563. Commutazione , Che cola fia la commutazione del voto, echi la pofía fare , n.47.p.31. E' probabile , che il a per difpeníare paa commutare , ma non al contrario, 1D1. = Puó uno di propria autoritá commutare il fuo voto incoía, che lia evidentemente mis gliore, n. 72. p. 37. Et anco in cola uguale , in opinione probabi= + le; na non in cola meno buona , ibi. Comc s'ha da milurare la bonti della materia per fare la commutazione, ibi. Puo il Confellore in virtú della Bolla, y Gia- bileo commutare il voto in cola menu buo. na , avendovi caula , ibi. Cauía giulta per quelo e il fentir notabile difficoltá in adempire ¡il voto, ibi. Comé hi da portarí il ConfeT:re nel commau- tare con ficurezza i voti, ibi. Vedali la parola Vozo , Compenfazione , Quando, di quai beni , e come fía lecita, num. 67: Pp. 147. ? Acció lia lecita dnecellario. che il débito fia certo, che fiacompito il tempo ¿cl e che non i pigli piú di queilo deve 1 debi tore, ibi. 5 Seíia anche neceflario , che ¡:: alero modo non pofía ricuperark il fuo , n. 68, ibi, Re Se 114 % as
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