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Delle Seomunicht della BolladelaCéna: 591 dia colpabile , non incorrerá in quella-cen- Lura y come dice Bonácina ubi/mpra ,quef, 21. puné? 1 num.25. € Palao loco citato y num AY, St io laíciai avvertitodi fopra, al principio di yuefo ¿Prattato mum, 4-:pag. 57 5. perché 14 profonzione fuppone Ícienza'.,-d: grande temeritá > “dice Bonacina ; A-elsendo in bio: na fede, -d.ignoranza, yquantunque Ña vinci- bile , non vé temeritá grande , «nd fcienza: Adunqueiékc. Conchinde il Pontefice ¡a ¡promulgazio- ne di quella Bolla-della Cena , derogando i privilegj.,-acció iCaliin élsarcontenuti non fiano aísoluti y se proibendone l'aísoluzione , e con altre- cofe “che lalcio áwvertite nel principio:del Trattatos $. 3. Per itorum, e per quelto non e conyeniente il ripeterli qui di nuovo. Per fine y:e corona di quelo pera nie parto bene «dar due avvertenzes unaa Con- telsori , e Valtraa' Penitenti; a Confelso- ri gia hó-ricordato [u'l principio di py Pratica il zelos la diligenza,-e follecitudi- ne, colla-quale devono impiegarli nella 'fa- lute «dell'anime , non negando loro' il pane Celelte del Sacramento, per- lor negligenza; Sc al principio-dellafeconda parte li--efortai ad adempire «il loto obbligo; e nel decorío dell'.altra -hó-procurato qualche volta (ngge- tire particolariavvertenze , Íecondo che ri- cercavano le materie: ora mi e parío bene 2gglungervi queltadinuovo. Avvertenza ¿prima a. Padri Confeffori. Doe» che il zelo del Padre Spirituale ha foddisfatro nel «Confefionario a tre USE), cheba, di Giudice, Macítro, e Medico y «há da procurare , che Panima ; che inferma wenne a' Íuoi piedi, Te ne ri- torni fornita ye provédura di-qualche buon Recipe, chefiarimedio,, che la prefervi dal cader di muovo nel «contagio del vizio an- tico; alcune ragioni propoli per quefto fine sel tpat.19. cap.3, num. 26, Pag. 207.8 ora prego ye fupplico per l'amore di Giesú Crilto Noltro Signote » - che procurino con lanto zeloincamicare a' Penitenti , Che sap» plichino. ogni.giorno - per qualche poco di tempo ¿all otaziomie mentale > lecondo Jaca- pacita,'e difpofizione de Peniteníti, quan- tunque non fia pik che--mezz'ora , 0 uñ quarto, d:almeno nel tempos che fentono “Mefsa : perché quello Sant” efercizioé la ru- giada , e fonte » «che feconda le piante di buoni proponimenti, accio non fi fecchi= no ; € lP'acqua , che dá falutare refrigerio alla leteinteriore; e il vento profpero , co'l quale: la barca dell' anima hi da folcare ib pericolofifíimo mare della vita mortale; ¿ la fineltra y per la quale há daentrare la Juce all' anima, :acció non vivalepolta nell' orri. dezza della colpa-;.e Paura rugiadoía del mattino , che hádatemperare J'ardor delle pallioni.: «e il fuoco divino» «che ha ad infiam- mar Ja tepidezza del cuor aggiacciato : e” il freno, «che deve imbrigliare glisfrenati ap- petiti: € lo fprone y che'bha darifvegliare dalla lonnolenza J'anima: e Vofficina , in-cui hi ri- trovanoi rimed) tutti pertuttiimali; 84 il:compendio, «nel quale li raccolgono bre- vemente tutti j beni. La materia di quelo utiliflimo elercizio bá da elsere frequente- mente la doloroliflima Pafione del Redento- re yconfiderándo-con molta attenzione ¡in cialeheduno de' punti quelte «cinque cofe : Chi patifce ? un Dio immenlo , ipfinito , Sec. Per ebipatifee ? per un vil verme, per meingrata creatura ,Óc. Che parifte? Tali, e tanti tormenti y vilipendj ácCome parifze ? “Con gran pazienza ,- € principalmente con lommoamore,3c. Perchó patifco ? per lalva. re la mia Anima, perliberarla dal! loferno, per portarla “al Cielo, 4c. per darmi elem. pio, apprendi dunque, ¿Anima mia, quelY elempio y 'ama «chi tanto-t'amó-: patifci per chitantoper te foffri, non oflendere chi tan. to pertuo amore há penato, «Ke, Queli, e fimili afletti hanno da cavarí da quello di. votiflimo elercizio. Anche qualche volta hA da pigliaríi per materia ilmeditar ¡ Noviflimi, lofpaventolo punto della morte; il rigoroío 'efame del Tribunale divino; lafublimita del. laGloria eterna; i terrori dell Inferno, gli orrori del peccato., collimotivi, che dif a finesdel aratrator6, cap. ult, pag.q9s. Ur fog. Credano iPadriConfeísori a' Santi, che tanto caldamente raccomandano quelt elercizio utilifimo dell Orazione , tome mezzo po- tentiílimo , per evitareipeccati, eperíeve. rare nella grazia del Signore, eguadaguarí la lalutecterna; fine, etermine, al quale uni- camente dobbiamo afpirare». e le no'! credo. no, fidino un poco quello negozio all' ¡(pes rienza , ed efsa infegnerá loro chiaramente la veritá propolta, AO!» bl he EA = = E ET ]7]TOO_mOOEA -

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