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4 Efordio , 9 Principio P. Padre, arrivato al feto comandamento gli diró quello m'occorrein ordine a quelto aces ora é ecellario , ch" ella lodica; perches fe há taciuto qualche pec- cato maliziofamente» há fatto le confellioni facrileghe; énecellario, che faccia adel- fo una confelfione. generale di tutto quel tempo, in cui l'há taciuto; e cosi e necel lario , chedica adello, fe há alcun peccato, di cui abbia lalciato di confeflaríi per ma- lizia; ne há occalione d'afHiggeríi , O di te- mere: li ricordi, che io fon” huomo , come lei, eche per quanto mi dirá, non mi mara viglieró punto , anzi laró capacifimo- di tutto; lappia, che per quanto gravi fiano i foi peccati, hó autorita d'alolverlo da tut- tí ( fuppolto , che de falto il Confeffore l'ab- bia d ordinaria » d delegata ) lenza neceflitá d'andarea Roma; ne dipiú potró denunziar- lo alla Sacra Inquifizione . Quelto re(terá fepolto tra noi-due ; poiché 11 Confeflore non puó rivelare cola alcuna fentita in con- feflione y benché gli andaíse la vita : via, faccia animo , e dica francamente, e fenza timore quanto le occorre, che. alcuno non la fente , e fiamo loli: con dire adeíso i fuoi peccati; Dio glieli perdonerá : e fe nd, la condannerá all' inferno , e fe la: porterá: il Demonio, come s'ha portato moltiflime al- treanime, che tacquero ipeccati per vergo- gua in confelfione.. Conqueño , ofomigliantivagioni fa di bifogno, che il Confejffore inquefi caff-animi il Penio tente, e gli dia campo d'animarf a direi fuoi peccats, 10. P. Padre, m'acculo, che quando ero piccolo ragazzo , lolevo andare con. zitelle della mia et, facendo álcune azioni inde- centi, €. E di che eta era V.S. allora? P. No! faprei dire di certo. G. Sará flatodi fette, d ott'ansíi , poco pi, d meno? P. Padre, cosi lara. C. Quante voltel'avera fatto? adre , vicinoa quattro, dcinque vol- te » poco pis d meno. C. Le pareva allora , che quelle azioni foflero male , e diffarmi? P. Padre, come ch'ero di poca etá ) non vi badavo, benchénon lafciavanó di parermi cola brutta , e mala, C. Dachefi éarrivato al!” ulo della ragioné rare volteavviene, che non vi s'abbia malizia; perche anche ¡ bigliuoli piú piccoli nel” fare Lo= miglianti azioni iogliono ritirarfi in Juoghi lecreti, dove non fiano veduti; il che é argo- mento,che pare loro ellere piú dild:cevole alla ragione ; e quelto baíta ¿acciocché lia peccato, C. S'é ricordata alcuna volta di confellare quelti peccati? P.. Prima d'ora, non mi e mai venuto ¡a memoria. C. Poiché nonfen'¿ mai ricordata, non li econfellata male , per averli laíciati di dire; e baíta, che ora s'accufi d'aver fatto tali azio= niindecenti quattro , d cinque volte, poco piús d meno. 11. C. Ha altri peccati y che non abbia confellato della vita palfata? P. SiPadre, effendo gia di etá piú avan- zata di 13.anni in circa, mi pare d'aver que-= fto; che dormivo con una mia forella piccola , e quaíi della mia etá , St una volra babai cum ea tactus inbonefios . C..E di quelto toccamento (i ricordava 5 quando andava a confeflark? P.. Padre. si > C. E perche lo lafciava ? lo lalciava per vergogna y d perché credeva, che non fos peccato? P. Padre, come che ero'piccolo, quando - po mi fuccefle , dicevo frá me ftello , che orfimon lara peccato. y C. Nonle reítava nel cuore un certo ri- morío , St un pefo continuo fulla cofcienza > parendole di non efseríi confelsata bene ? P. Padre si , né mai reltavo foddisfatto. C. Seecosi, quefto balta ) per condannare per (acrileghe le confeffioni fatte, perché V.S. operava con conícienza dubbia, equando il Penitente sis che há commelíso il peccato , e che Pha taciuto, e dubita [e Pabbia taciutod per vergogna » 0 per giuíta cauía , e obbligato a ripetere le confeflioni , come afferma il Pa- dre Moya nelle Selez, 71. trat.3. difp.1. 9.8. S.3.num, 17. Diana p. 10. trar. 14. refol12,;e la ragione e; perche chi ecertodel precetto, e dubita dell adempimento , refta obbligato ad adempirlo. la quelto cafo VS. é certa del pre= cetto di confelsare il peccato commelso , e dubbiofa , fe Pabbia adempito: adunque há obbligo di.compirlo. 12. Mi dica ; il rimorío y che.le reltava [empre fu'l cuore , per tacere quelto pecca- to, era, d per penlare» che faceva male a tacerlo ,
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