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PROPOSIZ. XXXVII. CONDANNATA. dl comandamento fatto dal Tridentino al Sacera dote y che per necefficd celebra in peccato mor. sale, di confefarfi quanto prima. , e configlio e non precetto, 243. SUppongo primieramente, che quel- lo , che há da ricevere 1' Eucari- flia , fe ha la cofcienza macchiata di pec- cato mortale, e obbligato aconfeffarfi , co- me diceil Concilio Tridentino Sef. 13. cap, 7. « in quello calo fi comanda la confel- fione , non per precetto mer? umauo, ma per legge Divina ; come tengono Azorio, Enriquez , Hurtado , Valuuez , éc altri apud Barbolam im em locum Tridentimiy num. $, Suppongo per fecondo, che ¡l Sacerdote» che , avendo la colcienza-macchiata di pec- cato mortale , e necelfitato adir Mella, e non ha copia di Confefíore, pud fare un'atto di contrizione ,-e celebrare , e dopo confeflar- li quanto prima; come dice il Concilio nel luogo citato : Quód£ necefitate urgente San cerdos abíque previa confefione celebraverit , quam rr imim confiteatur , 244. Dico primieramente, che ¡Lcenfel- larli quam primém ¡l Sacerdotes che , per non aver copia di Confeflore, celebró aggra- vato di peccato mortale, e fece un'atto di contrizione ; non econfiglio, ma precetto; Ac il dire il contrario e quello , chefi con- danna in quefta Propofizione 38. perché quefte parole del Concilio fono precettive : Adunque non ponno ellere folamente con- figlio ma precetto ; eprecetto, che obbli- ga. a Colpa grave, perellerin materia grave: Peró , quantanque il precetto di confeflar- li, per ricevere l'Eucariltia lía Divino , é pro- babile , chee folo Ecelefiallico quello di con- fellarlíi guám primám , dopo d'aver celebrato quello , che dile Mefsa in peccato morta- le , non avendo copía di Confelsore , itacum Leílio , dx aliis Torrecilla im banc Propofizio. mem num. $6. 245. Dico per fecondo, che non fi con- danna l'opinione, che dice, che il Sacerdo te , chefi comunica;.come fecolare, fenza celebrare , avendo la cofcienza aggravata di peccato mortale , e non avendo copia di Confeísore > 4 inflandogli urgente necelli- tá di comunicaríi, non e obblhigato a con- delsaríi guám primi Torrecilla ibid. mum, "Propofizione XXXVI. Condannata.. 561 44 si perche la Propolizione condsonata parla del Sacerdote , che celebra; ela nollra non parla di quello , che celebra , ma di quello , che lenza celebrare fi comunica : si perché e probabile , che il Laico , che avendo la cofcienza aggravata di colpa mor- tale , e non avendo copia di Confeísore, íi comunica con un'atto di contrizione , per inftargli urgenza di comunicarí, non e ob- bligato a confefsaríi quanto prima , come dicono Suarez, Vafquez» Filliucio, Bona- cima, Layman , dá altri , che citati fiegue Leandro del Sacramento y parte 2, trat, 7. de Eucbarifiia difp.7. queft. 48. Adunque lo Nleíso li potrá dire probabilmente del Sacer- dote , cheli comunica, come Laico, fenza celebrare.. 246. Da dove sinferifce, che non fi con- danna il dire, che il Sacerdote, che il Ve- nerdi Santo fa le Funzioni, e licomunica , [e per non aver copia di Confelsore, e ritro- varliaggravato di colpa mortale » facendo un'atto di contrizione , riceve il Sacramene to , non é obbligato a confelsaríi gudm prin múm y la ragione e, perche la Propolizione condannata parlava del Sacerdote , che fa= crifica: Atqui in quello giorno del Vener. di Santo, il Sacerdote non lacrifica ; maf- lime nell'opivione , che dice » che P'elsen» za del Sacrificio della Mefsa confifte nella confecrazione. : Adunque non fi condanna il dire , che il Sacerdote , che il Venerd] Santo fa le funzioni, 8 avendo la colcienza aggravata di peccato mortale, fi comunica con un'atto di contrizione , per non aver copia di Confelsore, non e obbligato a con» felsarl qudm primom : lo pero non afsento a quefla opinione , ma alla contraria , Che tengono Suarez , Villalobos , €: altri, che cita Leandro del Sacramento ubi fupra » queft. 49. Lo flelso dico del Sacerdote , ch'entra a perfezionare il Sacrificio d'un” altro , che dopo d'aver confecrato fe n'é morto , che ; fe per perfezionarlo , e fi ritrova in peccato mortale, e fenza copia di Confeísore confumó il Sacramento con un'attu di contrizione, non í condanna il dire , che non fia obb! ¡gato a confefsaríi quóm príimám : quantunque né-meno a quello al- lento, perche, enell'uno, e nell'altro caío riceve il Sacramento, nona modo di Laico 5 ma di Sacerdote. 247. Dico per terzo danna il dire , che ¡l che né meno fi con- Sacerdote y che an. Na dando

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