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Della Confefíone. 3 C. Penfava di commettere un Lol pecta= to, percomunicarí in peccatomortale , d di commetterne un altro di-pió, per comuni= carfi lenza cfTeríi confellata, ne aver ricevuto Vafloluzione ? , P. Padre , non badayo piú: che tanto; che peccavo comunicandomi in quelo llato. C. Non (fi commettono due peccati, ma fol uno di facrilegio, comunicandoli lenza prima confeflari: Diana part. 3. trat.4 re- fol. 35. e lo flelffo fi deve intendere di chi li comunica fenza elfere alfoluto da fuoi pec- cati : e la ragione e ; perché quando ua precetto s'impone per ragione d'un'altro, la. tralgrefione di tutti due e un folo pecca- to; fed fic ef y chela confefione per comuni- cari, Íi-precetta , e comanda per riípetto della ftefla comunione ; adunque il comus nicaríi , lenza confellaríi, 0 fenza eflere al- foluto , fará folo un peccato: il contrario avvienein chi li confellamale, e male fi co- munica, perchée quello trafgrediíce due pre- cetti, che non fono ordinati l'unoper-Paltros lunodi confellarírbene, e l'altro di comuni- caríi fenza peccato , che tutt'e due fono de jure divino; e cosi commettedue peccati di facrilegio. 6: C. Mi dica V.S. hicompitoalla peni- tenza impoltale nell” ultima confeflione? P. Padre, mi reltano da fare quattro di- giuniz-che il Confellore m' impofe . C. Há potuto farli? P.. Padres): C. Et il Confeflore gli há affegnatotem- po determinato , dentro del quale dovefle farli? P. Padre, altronon m'hi detto, fe non, che digiuni quattro giorni.. C. Quando il Confeílore lega la penitenza atempodeterminato, devefi dentro di quel- lo compire y le fi puó; e quandonon allegna queíto tempo, fi deve foddisfare piú prelto, che comodamente íi pud, « il differirla per qualche tempo ( quella voltache non fía trop- po) nen e peccato mortale; tutto e dottrina del P. Caípenfe +ra?. 24. di/p 8.-Seél. 5.n.24. e cosi V.S. há peccato mortalmente in aver differito tanto tempo 1 adempire i digiuni impoftigli; 8c il íuo peccatoé peccato contro la vircú della Religione, per elfere la foddif- fazione parte integrante del Sacramento del- la Penitenza: 7. C. Ha fatte Pelame della fua colcienza ? P. Padre si. C. E quanto tempo y' há poíto? P. Sono gia due, -Ó tregiorni, che lempte ve n'impiego qualche poco. C. Comunemente parlando., e necellario maggior tempo , per elaminare la colcieoza , quando la confeflione e di lungo tempo; eque- ito fi deve regolare lecondo la capacita del Pe- nitente, impiegbi, minilterj, enegozj, ne” quali ffá intricato, e fecondola dittanza del tempo lteílo tralcorío da una confefione all” altra : alle Períone , che fi confellano di quindici inquindici giorni, due ore baltano per fare letame : le confeffioni d'un' anne hanno bilegno di orto giorni, o pia, fecondo, che la períona € piú, 0.meno viziola. 11 modo di elaminarli deve eflere difcorrere lopra i precetti del Decalogo, e della Chieía , e ve= dere quante volte poco piú, Y meno há pec- cato in cialchedunod ell. 8. P. Dipid, Padre m'2ccuío, che nella mia gioventa lolevo confellarmi fenza far ela- me di cofcienza . CG. ¿Allora pareva a V. S. di confellarú bene, non oltante l'ommifione dell' elame ? P. Padre si. C. Adunque non e V. S. obbligata a reite- rare quelle confeffioni: fi raccoglie dalla dot- trina di Navarro, Silveltro, Valquez, altri, che cita Diana part.3.trat. q. refol.107. quali infegnano > che ¿ quando il Penitente con er- rore vincibile , d colpabile giudica , che non lia mortale quello, che in realtá e tale, e con quefto errore lafcia di confellarlo, non € ob- bligato a reiterare le confeMoni; ma balla, che s'accuíi del peccato, edellacolpa della lua ignoranza: adunque molto meno Íará ne- ceflario ripetere le confeflioni, che non. G fecero coll'elame fufficiente, quando fi cre» deva , che la confeflione per quello non folle nulla , benché tale omiflione fia venialiter colpabile: Solo fará necellario, che V. S. s'ac- cuíi dell'ommiffione commefía in efaminare la [ua colcienza: vedali lar. Parte di quelta Pratica: trat. 10, delle propofft.condan. prop.1. 1.14. dove £i tratta quelto punto pid diffula- mente. P. Padre + .adunque m'accuío di quella ommifione. C. Et in quante confeffioni há ufata que- fa negligenza> de ha tralafciato l'elame? P. Padre, in venti-, poco pid > d poco meno. 9. C. Ha mai taciuto per vergogna qualche peccato nella confeflione? AE P. Padre,
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