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«he la potrebbe ammazzare: Sic Torrecil. la fapra quefia Propofizione1 9.1143. 9. num, 12, perche la Propolizione condannata diceva efller lecito al Marita ammazzare la Mo: glie propria ,-colta in adulterio, di fua propria autoritá : Atqui quelle opinionis che ho. riferito in quelta Conclufione, non dicono , che il Marito. poffafar queíto di [uz propria autoritá : Adunque-quelte opi- nioni non seítano condannate , Se bene peo- cherebbe gravemente il Marito cóntro -la caritá » le in quelti due cal condannalle, o efeguifle la morte per odio , e vendet- ta, emon unicamente per zelo di giulli» zia ; lo fieflo há da dirá di. quello: , che ammazzafle in quefti cali la propria Figlia> Madre-, ó Sorella , 9. Complici.avendoli ritrovati in attuale adulterio». 0. fornicazio- ne. E 126. Dico per [efto. , che , quantunque nella rigoroía interpretazióne di quelta pro- polizione 19. paja, che(1 potrebbe falvare il fuo fenfo» -dicendo ¿che nos Í condanna il dire , che Pammazzare in quelocaío , (olo, fia peccato veniale y, perché.la propolizione condannata diceva , non pecca il Marito: quello che dice, checommaettercbbe in que- ftocalo peccato veniale, non dice, che. non pecca:. Adunque pare fi potrebbe (alvare la condannazione , cun. dire, che fara lolo pec- cato vebiale Vaímmazzarein.quelto. cala: Ma efiendos comet, grave ¡a materia della pro- polizione y deve affermarí ) che Á condan- na , non comepeccato veniale folamente , ma come mortale;, come se detto di lopra me mun meri 1 16. € 119; PROPOSIZ, XX. CONDANNATA.. La refiisuqione impoja da Pio V. a Benefician ti, che-non recitano Uficio , non f; deve in cofcienza , avanti la fentenza declaraton ria del Giudice y porche? pena . 127, (Uppongo. primieramente-». che tut- te levolte, cheil Beneficiatoe (cu- fito di peccato». tralalcianda di recitare l'U£ ficio, € anche fculato:dall' obbligo di relti- tuire i frutti-, che: alids doverebbe. refli- tuire per: l'amifone- dell ore: y. g. fe per fcordanza naturale , per infermita , per el- fere moito tenue il Beneficio, d per alcun” altra delle caule legitime, per-le quali fen- za peccato pud lafciarli 'Uficio Divino, cel: Propofizióne XIX XX. Condansatas. 531 fa Vobbligo di reflituire-, come fi raccoglie dalle parole medeme della Coftituzione d l Concilio Lateranenfe ; e di- Papa Pio V.che dicono , legitimo ceffante impedimento > Gli hd-trattato di fopra, e [piegato , quando , come, ¿ca chihá da fará: la reflituzione de” frutti per Pomiffione nel dire Uficio Divir, no: Vedali nel trar. 12. cap. 3. mum.s 6/27. pag.322: ¿ 123. Suppongo per fecondo» che Ja relli- tuzione impofla dal Conerlio Lateraneníe , e Pio V.a' Beneficiatiz che non recitano., non e peña, come fono quelle, che impongono alcune leggicivilia quelii y che introducono. fenza denunziar le mercanzie nella Gitra » 8caquelli, che vannoa cáccia in monti d'al- tris 0 peícano in fiumi rilervati Sc. perché di quelle vé opinione probabile, che-dice, chveliendo leggi puramente penali, non:obbli- ganonel Foro della colcienza, lecondo, che difli=nelle mie Conférenzetrar. 3 Comfer. 6. S. 1.24umM. 5: pag 448:Peró Vobbligo di reflitui- re, per l'omiflionede!l Uñheio , nafce dal non: averdirittoa' feunti del Beneficio.schefi dan- no proprer Officimm., 129: Suppongo per terzo, che alcuni Be- nec; hanno aluionerianneífi fuori di recita- re 'UfficioDivino, 8cinqueliil Beneficia= to , che lafeia didire l'Ufficio , non hi obbligo. direllituiretutrii frutti per iaregrum., ma lo» lo quelli, che-corrifpondono all Ufíicio Diyi- no, sfalcati quelli che corrilpondono ale al- tre fatiche , efercizj , 4coneri,. che h2:il Be- neficio; comedilhi nel trat..12, citoto , cap. 3, nin. 57. e num; Ó9, pag. 327. Suppengo per quarto , che il Benebciato y. che non dice Ufficio ne” primi lei meñ., dopo lz pofl-Mone pacifica del Beneficio, quantun- que pecchi mortalmente , non e pero obbliga= toarellimaire. 130. Dico:primieramente., chil Bene- ficiato , che per. 'omifione dellOre Canoni. che ha obbtigo di rellituire i frurti » deve faf= loavanti lalentenza declaratoria del Giudi- ce; cioé», fenza , che la necellario , che il Giudice dichiari, che h3 obbligo. di reffizui- rex € Fópinionecontraria e il cafo: condanna» to, in. queña Propalizione:20. Et e: la ragio» ne; perche il Beneficiato traícurato: pel rex. citare 'Ulkcio., ipjo faftó contrae queít' ol. . bligo:y equantanque concede(Ñi no , Che ques fhofolfe pena della fa colpa, non e prat queble pene civili, che, ónon legano,in-co- icienza , 0. hanno bifogno della lentenza per. LE ele- AA A E O 00m A nn a PP Sit, cl

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