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a. rc $00 Traitato XV Id altri fhati,E7 U ficj particolarjs in compagnia de” Demonj abbruggianoi dan- mati : il loro ciboé piombo ardente, bevanda peceacceía: letto laltre di metallo infocato : ¡ loro divertimenti fono lamenti , gemitis fofpiri, maledizioni , Scelecrazioni: glioc- chi non ponno mirar altro che i fembianti or- rendi de Spiriti infernali, Vorecchie udire gli urli fpaventoli , e difperati de' reprobi : Podorato fentirei puzzolenti fetori di quella carcere [paventoía: il guíto patire fame rab- bioía , efete crudele , ebevere per rifloro pe- ce, epiombofquagliato in fiamme: il tatto foffrire bragie vivaciffime , 8 un mar di dolo- ri, infermitá, epene. 16. La memoria patilce con ricordaríi del palsato a vifta del prelente; e dice a le (teíso ognidannato: perché mi condannai ¡oa que- £ti infoffribili tormenti? Per un guílo, che fubito [pari, per un bene apparente , che in breve fi fini: Ma ahi di me! che quello fini in un' jílante ; e quefte pene mai hanno ad averfine. L'intelletto ftá penando colla pri- vazione della viíta di Dio: ahi di me' che per mee gia ferratoil Cielo; piú non hó [pe- ranza d'entrar mella Gloria! ho ad elser pri- vo della bella vifta degli Angioli ! Mai ho da vedere la Regina de* Cieli ' > a Santif- fima Signora, conforto degli-aftlitti, follie- vo de tribolati, confolazione de' fconfolati » piú non miferve di lollievo) ma di tormen- tó , perche: m'e proibito il vederla per tutta Veternitá. Ahi di me! che non hd da veder Dio! Quella bonta infinita , quella Maeltá amabile, quella Elsenza Sacrofanta > quel- la Deitá immenía , che riempie di Gloriai Beati, mi riempie d'inconfolabili pene! La voloíta gid contumace pena coll odio, che há contro Dio; ficonfuma nell' abborrimen- to del Sommo Bene , arde indifperati oltrag- gi: Oh mifero me! Quanto sfortunato fono ftato 3 perché hó-voluto eíserlo di proprio capritcio , che potevofalvarmi coll” olservare la foave Legge di Dio, col far una buona confeflione » co'l piangere i miei peccati , col!' emendare la mia vita: ora"piango , flen- to, nvaffliggo, m'abbruggio : ma ahi , che "orae tardi ! E' peffibile, che non habbi ad ufci- reda quello carcere! che“in quelto ferraglio non fía rifcatto s né redenziofñie | Oh male- detti peccati, malederte colpe y ehe m'han- no Condanmato a' tormenti eterni.. 17. Confideri V.S. fe per lua difgrazia fe n'andalle dannato, quanto dolore fentira al- lora , vedendoli in si dolorofo ftato ? Come piangerá quello; che piúnon potrarimedia re?-Come fentirá allora i fs co fenta adeíso, rifletra » che gia ha meritato quel ca ftigo , giá há la [entenza alle (palle, che locondanna a tanta pena; né. há altromez. zo , per liberaríene y fuori, che. il pentirá Sia molto grande il uo dolore, piangay ge ma , checon quelto uícira dallo ftato di perdia zione , nel quale fi ritrova; procuri di non ritornarvi piú; emendi.la (ua vita, migliorjj fuoi coftumi» non ricada ne' peccati; cheíe lofa> fi libererá da quelle atroci pene, econ. feguira Veterna Gloria. Amen. Atto di Contrizione, Sa mio Giesó Criffo - ma come: ardiíco chiamarvi Sigaor mio, le ionon hd vo luto effer voltro. Vero Dio, e vero Hyomo; fe fiete Dio di bontá infinita , come ¡ozvil verme ebbi ardimento d'offenderyi? Se per mio amore vi faceíte vero Huomo y; come o degenerando dalla natura d'huomo, ofieíi un Dio, che per mio amore Íi fece huomo? Per ejer Voi quel, che fete : la [omma Bonta, per- fezione infinita; oh quanto buono fiete mio Dio» poiche avete fofferto d'eller offelo da una vil creatura | E perchó vi amo + molto poco e quel , che viamo, e molto é quello, chedelidero amarvi: Oh vamaffi io coll'af- fetro-del piú infiammato Serafino ; V'amos Signore, con tutto il mio cuore, con tutta la mia volontá; V'amo Dio mio, pid-che-la mia vita ; V'amo, mio Signore , piú che la mia anima; V'amo dolce pegno del mio cuo- re, pit che tutte le cofe ; e folo perché vamos» vadoro y e vi cerco. Mi difpiace y Signore y mi difpiace y Dio dell anima mia, mi dijpiaco d'averofafo la vofirainfinsta bontá ; e propongo di mai pid offendere un Sigmore cosh amabile y un Dio, nel qual credo , nella di cui pieta fpero, la di cui bont2 amo : propongo di pia toffo mori re", che peccate 5. non confido nella mia facehtz- qa » confido nella vofira piera ; confido mella vos Pra mifericordia 5. e confido mella wofra graziós che ba da darmi perfeveranza in quefa cita, 1 porsarmi dopo al Eserna Gloria. Amer. TRAT-
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