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tempiilleciti”: dove fono que' (pafli fuggl- tivi , che-idropico appetiva l'appetito,. con una [ere infaziabile? ohmalederri gultis. che brevemente pafsarono ¿ e che crudelmente tormentano ora il mio cuore! Oraconolcoy che farono pitlole dorate-,-' che portavano tofcola amarezza lotto apparente lioitura di dolce: conlumofli in un lampo quell' ap- petibile apparenza , 8t ora Á diffonde l'ama- rezza nell' anima: ahi, quanto tormentano lo “Spirito i peccati » che fenza riguardo commile il cuore 1 ahi mifero me, che ho peccato! hd meritato Pinfernos ho difguíta- toil mio Dio; enonsó, fela lua pietá m'ab- bia perdonato ,*perché non sd; Le mi fia con- fellato bene, non so feabbi avuto vero dolo- re de' miei peccati: Ob fe mai gli avellicam- meflo! Stolido era lenza giudicio, exagiont, poiché mi [cordai i quello puntó y non con- iiderai l'anguític, che nYavevanoafecare ia queíP ora le mieiniquita: $. v. La confufione , che nel Tribunile di Dio canferanno i péccati. 12, E cola dura aver perinimico dichiz. rato lo ftefío y che ha da elfer Giu. dice d'una cauía ; $ e punto penolifíimo y Vaver ingiariato quel Dio, che ha da ellere Giudice dell anima: nella cauía importan= tiílima della falvazione, y dannazioneeter: na. Quello., che litiga nel mondo qualche cola tenta tutte le ftrade , per aver favore- vole il Giudice : e tratrandofi il negozio dell'eterna falute , d eterna perdizione- nel Tribunale di Giesú Crifto , non lolo-non há V.S. tentatiimezzi Opportuni y per renderíi grato il Giudice Diviño , ma politivamente há procurato il (uo Ídeguo? O” pazzia de” pec- catori ! tanta (ollecitudine ne” negozj del- la terra , e tanta fonnolenza in quelli del Cielo? 13. Nel fine, V.S. ha daefser preler.tata alla prefenza del Giudice Supremo , come reo : Conúideri ora a bell agio la confufo» pe, cheaverá da (oftenere avanti la terribi- e fua faccia, Come oferi una Donna adul- tera comparir avanti [uo marito , Che hi Ícoperto, e sd il di lei adulterio? Sposó Dio a lua anima nel Santo Battelimo , há rotto V.S. la fede giurata a Spoío si Sacro, non ignora la Divina Sua Maeña il torto, che le Capult.Efortaz per muovere al dolore de' peocati. 499 a». bá fatto ; come averáadimo. d'ar alla fua venerabile prefenza? che rigidi imo.con= to le há mai-dadimandare quel [everiffimo Signore! Dimmi, gli dirá > Crifliano Spa- rio» perche- a abbandonalti 2 perche :m'of- fendeli 2: 'ho foríí recato- qualche danno? Ubo foríi' caricato d'obbrobrj , d contriftato con ingiutié2 "ho dato qualche occalione d'elsermi intedele? Non-t''ho earicato di mil- le beneficj, favori, e grazie? da' quali leg- gi inique apprendeíli pagare i favori con ingiurie y —ricompenlar ¡ beneficj con Of fele.? Non: lapevi » «che io ero tuo Dio ? ignoravi, che avevo adeísere tuo Giudice? Quante volte tel difleroiConfellori, e Pre- dicatori ? quante volte se Finlinuai io (tefío coll” infpirazioni? 14. Coníideri V.S. con attenzione que= llo doloroío punto, e rifletta , ch'é inevi= tabile: Sappia , che non v'é chi polsa fuggire dalle mani di Dio: Avverta, chehá da ri- trovaríi coperto di fommo rolsore in quel tempo , dc anguítiato da orrendi timori + vedrá allora id Demonio, che fieramente Paccuíerá y averá ayanti gli occhi Vinferno aperto, vedrá ¡il Giadice giullifimo , e ri. gorolifimo . Che darebbe allora d'averlo fére vito, enon oflefo? adelsoé il tempo di ripa- rarea tanto male ; ora puó placare lo fdegno del (uo Dio, pud tempérare la fuaira; -puo far pace con lui, piavgendo i Ínoi peccati; ora puó faríiamico di Dio, ¡ota pudo [enti. re con frutto quello , che allora piangerá inu= tilmente: ora faráammeíso il fuo pentimen- to» dC allora laranno difprezzate le (ue lagri= me. $. VL Le peno y ¿be nell: Inferno f patifcono per il peccato, 15. 'Orror fpaventolo delle pene dell Inferno.é Paltro motivo dell'attri- ziome lopranaturale 5 8 é tanto potente la confiderazione di: quel' Asunto , Che baíta permwovere il cuore piú duro ad abborrire le fue, colpe,. le con attenzione lo medita. E Pinfécno un luogo oícuro y Che nel cen» tro della terra tiene preparato la giullizia Divina per calligare ipeccatori : E” un lito puzzolente ,- tutto formidabile, e terribile; é una profonda voragine piena d'acque n= focate, Íulfuree, € bituminole, mella quale El in E pp pra di ti II a!

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