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¡l primo coll autoritá della-Gloíla ¿e “ap. enmdiledus, de calumniatoribus , dove dice, uod fdenuncians non proba? , quod intendis $ calumniari: prefumisur + E calunniare € lo iteífo , che mentire ; come dice-la legge /: 48.$. de abolivionib. crimin. lib. 1. con quefte parole: Calumniari efi fal/a crimina imponere : Et aggiunge la Glolla ¿mcap. Siquem2.quej. .Sieviderro y quod calumnietiwr , qui HON pro» ha : Ora argomento cosi; quello » che accuía, e non prova, Íi dice calunniatore : Atqui » calunniatore ¿ quello , che impo- ne falío delito : Adunque quello, che ac- cuía , e non prova » fi dice , che impone delitrofalío: Seubfieno ; 'aquello , che impo- ne un falío deliteo , pué il Reo rinfaccia- re , che mentifce , anche dopo del Deere- to d'Innocerzo XI. come s'? detto + Adun< que a quello ,: che accuía d'un: delitto occulto y che non puó proyare ( quantun- que lia vero ) fi puó: opporre ¿ che menti- íce » te dopo del Decreto d'innocen- l fecondo ( prova ; perché vi fono due forti di bugia ; una fpeculativa ¿ € Valtra pratica: la fpeculativa e, quando le paróle fono contrarie a quello , che Sé conceptito nell'intelletto: la pratica e, quando le pa= role fono contrarie alla volontá governata dalla retta ragione ; ceme dice Villalobos Tom. 2:trat.11. dific. 37. fubnum.s. edifi io mella 1. parte della Pras.tráts.8. caps. mum 33. pag 195. B in quelto fenfo (1 verifica quel!” emnis bomamendax, del Salmo 115. now per- ché ogni huomo mentifca y per non con- formare le fue parole colla mente , ma che ogni huomo mentiíce praticamente ; perché ognihuomo é-peccatore , «e -effen- dolo non-conforma. le fue opere , d parole colla volontá governata» dalla retta, ragio- ne +Sed fic ell , ehe quello , che accufa il Reo di qualche delitro occulto-, quantun- que fia vero 3 non conforma le fue parole, $e operazioni colla volontá governata dal- la: retta ragione : Adunque- quello » che accuía il Reo di qualche delitto occulto , quantunque lía vero » é menzogniere prati- camente : la minore fi prova ; perche la retta ragione detta ; che niunoaccufi avan- tisal Giudice il fuo proffimo di delitto oc: eulto (. quantunque alías polla dirglielo., come a Padre , acció occultamente lo cor. regga;.ma non come a Giudice, acció pro- ceda giudicialmente contro il Rico: ) Ardim- * Capitolo VE. del Reo. a - ue quello, cheaccuía il Reo avanti al Gius po di qualche delitto occulto , non opera conforme alla volónta governata da retta ragione : Adunque” mentifce praticamente + Adunque fará lecito al Reo dire, che men- tiíce quello, che l'accuso di qualche delitro vero , pero occulto y che non gli á poteva provare. : ] - 88. Da dove colla la foluzione alla ra- gione di dubitare polta di fopra ; perche Sua Santitá folo condanna il dire, che pud opporíi , per difeía della propria fama , d giuítizia qualche delitro fallo : Atqui >, die cendo all” Accufatore y qual depone un delitto occulto +; quantunque “vero y che mentifce , non gli í oppone- delitto fal fo , ma vero. , poiche é vero, che praticas mente mentifce : Adunque quefta dottrina non 'fi oppone al Decreto condanmativo di Papa Innocenzo Xi. nella Propofizione 44: riferita. Né meno fi oppone alle Propolizioni 26. e 27. condannate dal medemo Pontefice , circa dell amiibologíe y perche quella paro» la, mentijce y cheil Reo-oppone all” Accula. tore , nel calo detto, e equivoca ex fe, e pud fignificare y che mentilte fpeculativa= mente , d che: mentiíce «praticamente + Adunque non [ara amfibología interna, chee la condannata, mafenfibile, che non'é tale, fecondo che difli sello fpiégzo dello derse Propo- Frñoni part1, della Prat trat, 40: tum.82. pag; 227. Siché avendo intenzione il reo di dire» che l'Acculatore, che lo denunzid di delit= to occulto vero ; mentilce «praticamente non contraverra alla condahmazione: d' efe Propolizioni. Vero e, che fe il reo pd difenderíl dal!” Accuíatore , e confervaríi indenne , fenza opporgli la bugia y deve farlo , 8copponen- dogliela non' deve farlo con animo dinfa- marlo'y 81 e obbligato alle limitazibni, che circa del tellimonio-hd derto sel safo proce» dente num 85 89. P. M'acculo Padre , che in una occa= fione w'appellai al Tribunale Superiore d'una fentenza > che contro di me fi fulmind nel Tribunaléinferiore. C: Lappellazióone e coñeefía al Reo dal- la kegge naturale , quando gli-é farta ¡ño giultizia ': e fe credendo cón :buona fede che glifia fattotorto, Sappella, non peca; efe lo fa com mala fede conolcendo hay ftizia della Sentenza , co! fine folodidifléricla Gg z pOc>- *
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