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ES TIO AO at Fo it. DE 4 lb de XXXI) Preambolo . tenevano per peccato mortále : Per 11 contrario potaltre cole, che di fua natura fono peccati mortali , ftimano tal uni erroneamente , che fiano foto peccativenialt. “V. 8. 1 penfieridifonefti abbracciati dalla volontá , le dilerrazioni morofe , gli abbracciamenti, baci , toccamenti impudichi ; etal volta Piftelle moHizie volontariépenfano molti igno- ranti, che non fiano peccati mortali , e per quefti fi deve fare quefta dimanda in fomiglianti materie: E” peró vero, che € necellario fare diftinzióne da Penirente A Penitente; perche alcuni fono ben*inftrut- ti, efanno beniílimo qual cofa fia peccato, e qual nó, e con quefti é fuperflua fimil interrogazione , fe nonin qualche materia fcabrola, $ olcurz, o ftraordinaria ; quando probabilmente fi puó: dnbitare-; che nón ne fia capace. Altri poi fono groffalani, e- di corto talento, ed 4 quelti li deve addimandare nelle materieriferite , con che detta- me di cofcienza hanno operato , e fecredevano peccare, 0 nd. uinto: quando le azioni fono prevenute da qualche movimento dell irafcibile, v.g. maledizioni, contumelie, difcordie , rancori., há d'addimandaríi , fe. 4quefte e palfato con piena avvertenza della. ma= lizia, ch” hanno quefte azioni ; perché mancando que(t' avvertenza non puo .aver peccato mortalmentey come infegnano i Teologi nel trattato de attibus bumanis , ubi de voluntario , e Lomafo Sanchezsmbi fupra ; e per formaregindicio, fe in quelte azioni- v'há avuto colpa grave, 0n0, potráil Confelloregovernaríi nel modo, chediro nel trat. 2.cap.3. num. 32. L9 feg. Ne deve afliggeríi il Gonfellore , fe in qualche peccato non puó formare giudicio determinato ; fe (ía mor- tale, d veniale; inqueftocalo , fe facre ledowure, e necelfarie inter- rogazioni non puo fare queílo determinaror giudicio; lo pigli, e giu- dichi comepeccatodubbio. Quelfta medema difficolta gli Occorrera:, quando (i confelferá alcuno de” penfieri , incerto fe vi abbia acconfen- “tito y 9 no, in quello fi regoli co” modo, che daró nel trat. 6. cap. 9. num, 153. (9 /c7. Generalmente parlando , percondannare di peccato mortale il Penirente in Materia grave ¿-baíta quella bruttezza , O de- formitá , che gli fi prefentó nell atto dí peccare , benche elprellamen- te non fapelle , che folfe peccato mortal e , P infegna Valquez 1.2. 9- 19. art.6.diíp.s6.cap.3. num. xo. Sanchez 1. 1.in Decalog: cap. 11.num.7. Lo ftello dico delle circoltanze mutanti fpezie; nell'adulterio, v. g. per condannare d'adtiltero ¡il Penitente baíta , che egli avefle per mag- E ecaro il peccare con una conjugata , che con una libera ; he elprelTamente. non fapeffe , che quel peccato: avelle il nome d'adultério, ecos devefidifcorreredel! altre circoftanze , che mutano fpezie.'p.: Sello: fpetía altresi al Ufhció , che há di Giudice il Confellore, d'obbligare,, ecoftringere il Penicente áriftituire la fama , Ponore 5 € la roba , quando vi há danneggiato il profimo., edeve obbl garvelo fubito, chehá ndito il furto, e nonafperrare alfine dellaconfeflio- ne,

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