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434 Trattato XV de MinifiridiGinflizia. terio , fi pote far laquifizione dell'omici- «dio , quaptunque non fofíe di quello infa- mato , perche l'adulterio era indicio (uff- ciente dell'omicidio.» come tiene in termi- ni proprj Villalobos rom. 2. trar. 14. dific. 9. mum, 2. 8. P. M'acculo anche Padre » ch'clami- nandoua reo giuridicamente » avendocon- tro d'eflo provato Vinfamia , l'interrogai al- tresi de complici del fuo delitto, C. La colpa , che fu artribuita a quefto reo, era tale, che non poteva commetterá fenza compagni? v.g. fe íi trovafíe aver ru- bato una grolla cafía , che da le lolo non avef- fe potuto portaríi via , d altri cali imili 5 0 guando , benche il delitto potefle commetter- fidafeíolo, fi si che fil commelfo da piú.. P. Padre» li lapeya , che aveva complici nel cafo. C. Quelli complici erano gia infamati del tal delitto? ¡il che effendo c si , poteva V. S, tar Inquifizione fpeziale di loro , nella forma, clie di lopra lie detto.. , P. Non erano i complici infamati di tal de- nto. G. Fece V.-S. quella dimanda al reo in ge- nerale, d in particolare, dimandandogli di períone determinate? P. Padre , feci inquifizione generale » e non particolare. €. E' decifione della Legge Canonica e cap, Cum Monaferium 1, de confeffis 5 chenon perché ¡il reo fía convinto di qualche delit- to, gli fi polfa dimaodare de' complici»>. che non [ono infamati: Sim fecundum utriu/que juris farusa de fe confeli, fuper aliorumeon- fcientiis interrogari nondebent . Ec Ma - do il delito non poo commerterá al complici, d:coffas che gli hA avuti in quello, puo faríi inquilizione generale didetti cs plici, non dimandando di períona alcuna terminata: v. g. ( trova una períona mefta da tre. 4 quattro ; fi convince uno.di loro effer egli aggreffore del morto, fipuó.quefto .Interrogare in generale de” compagni , Ma- chado e num. 2. Villalobos mel luogo cisan ific. 10, mum. 2, - Ls $. IL Della Giurifdizione, e fuficienza Ue Gindici, >p Maccuío Padre , che in una occalia. a fione, ellendo Scomunicato, eler. citai lUfiiciodi Giudice. C. La Scomuvica era minore ? perché ques lla non impediíce al Giudice , che licita, e vas lidameote eferciti il fuo Ufcio. P. Era Scomunica maggiore. C. Era pubbiica » e notoria quella fua Seo. munica maggiore? perche , le fofle oculta, potrebbe ancora efercitareil fuo Uficio lecis ta, e validamente. Silveílro verb, Excommya nicasio 3. num 3. , Galtrimolti :,laragione e, perche la legge naturale di.confervare la Sua fama e di maggior grado, chela poltiva, gual proibiíce al Giudice Scomunicato d'eler. citare il fuo Ufficio.. Adunque potrásper con» fervarelindeoniti della fua fama, elercitare valida, € lecitamente il fuo Ufficio ellendo occulta la Scomunica . P. Padre » era pubblicos che ¡o era Seco» municato. C. Era Scomunicato tollerato ,.Ó. vitan- do? perché , elendo Scomunicato vitando, e non tollerato , non folamente peccava mortalmente in efercitar atti di giurildis zione giuridica , ma anche erano nu)li ca atti , che faceva, per eller privato dell' ul della giuriídizione .. Sic DD. cemmuni- es Diana parr. 5. trar, 9. de Excom.tefo 108, P. Padre , non era vitando , ma tolle: rato. ; C. Mi.dica, Sintroduffe V.S. di propria volontá a elercitare gli acti giudiciali rbd fece pregato dalla parte ? ] P. Padre, ¡o ex me m'introdulh. C. Gli atti giuridici , chelercita lo Sco- “municatotollerato , fono validi; poichéto Jerandolo-la Chieía , no'l priva della dizione : Bonacina tom.1. di/p.2- de cenfur: quel.2. pund. 1. num. 3. Ele e pregatos cercaro dalle parti 2 giudicare , non peca in elercitare PUfficio: ma fe egli vi SiDt5o duce, pecchera mortalmente y: nella e, zacomune: quantunque Cajetanos € quez sindieiino che folo pecca venialmen- te: il chea silos per probabile Trullgnch 2 in Decalog, deb. 8, cap. 1. Hub. 9. MM vero peró e , che pecca moral

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