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XXX] PREAMBOLO Per 1'Intelligenza del modo di praticare queíto Dialogo. BAR e fono iprincipali Ufcj del Confellore: Fl primo NY € di Giudice ; 11 fecondo di Maeftro;Il terzo di Mes dico; riguardo al primo di Giudice ¿che deve eler- SD citare in qualunque peceato, del qualeil Penitente 7 Saccuía , eglideve prima formare giudicio , fe il peccato € mortale,o veniale ,e diftinguere lepra da lepra; avvertendo alla materia , feé leggiera , Ó PA grave , interrogando, fe l'azione fir fatra con piena avvertenza , evolontá deliberata, ricercandofi quelto di necelfitá, acció la colpa fia mortale , giufta quella maffima comune de* Teologi: non efi peccatum ni voluntarimn ye difinlamente infegna Tomafo Sanchez nella Sommal.1. ne*documenti , e principi generalicap. 1. 2.4 feguenti . Secondo deve ricercare , edintendere dal Penitente le circoftanze , che muranola fpezie del peccato; v. g. fe il peccato e di furto: ricer- carefe "há fateo intuogo Sagro, Ó di cofa Sagra ; fe há peccato contro il leftoprecetto: ricercar Te há peccato con perlona libera , Oconjugara S«c.del che tratranoi Dottori nella materia della Penitenza, econ tutta erudizione Lugo de Penit._difp-16. fet.4.5.e6. Terzo deve dimandare il numero in ciafcheduna (pecie di peccati de' quali s'accula; e quando il Penitente non le ne ricorda , ne pud accertarlo, dimandargliiltempo , che hácontinuatoil peccato, e la fre- quenza di commetterlo ; fecondo che diró poi nel trat.2.cap. 1. num. 10. Quarto deve interrogareil Penitente , fe Pazione , O il peníiere,, del quales'accuía , era da lui creduto peccato mortale , Ono; perché , come'infegnano tutti i Teologi in materia di cofcienza , le azioni uma- ne in tanto fono peccaminole , in quanto procedono da una cofcien- za, chele giudicatali: quefta dimanda peró non + neceflaria y Quan- do: la materia + per sé ftefíachiara: v.g. nella fornicazione , furto, omicidio Kc. ma bensi , quando la materia é ofcura , € il Confelfore há fondamento baítevole di dubitare, che Pignoranza , O inavver- tenza pofla fcufare, d aggravare la maliziadell'azione; v. g. delle maledizionimateriali, de” giuramenti fatri con veritá, e con giuftizia; delle mormorazionidi cofe leggiere, o pubbliche, del deliderio della robba altruji, fenza intenzióne didanneggiare il proflimo , de farti di cofe minimes e di fomiglianti marerie , le quali ellendo tutte di pec- cato veniale, fogliono molte volte efsere giudicate con giudicio erro- neo peccato morrale; ed in quefto cafo gli li deve dimandare., fe le A rtene- EN iN Se ' eN i « mM

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