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nell' octalione» ldire, che pende nella lua afíiflenza , e foccoríi orali dal Luo Divo- to. Sic DD-citati, Bt optimée land. 68. P, Padre , rifietta V.P. che fo per municarmi or orá colla comunitá , e le la- fcio di farlo., hd da caulare Ícandalo. C. Non ritroverá V.S, pretello, per eli- merli dalla comunione fenza quelto fcandalo, fingendo qualche [venimento , daltre titolo Iimigliante? . P: No Padre , perchea tutti e nota la mia buona lanita , e robultezza , e quelto lteflo Tervirebbe di motiyo a maggier nota . C. Se V. S. non potelle, fenza che vi fia Ícandalo, e peccato» lafciare di comunicar- fi> puó fare un” arto di contrizione veras 0 ftimata , ecomunicarfi, come chi non há co- pia di Confeflore ; come dice il P. Emanuele della Concezione fupra », 232, elafciai detto di lopra in (¡mil calo , 1ra?.12,c4p, 13. - S E ads io gli do parola , che m'apparte- To daquelto Soggetto.. . ds => e "che quelta parola non lía fe- ria, everaz ma che per cavarmi Vaflo- Juzione , dica V.S. che s'appartera ; quali che per darle ¡o Paffoluzione , non effendo ben difpolta , fe le perdonallero i peccati; anziaggiungerá un'altro Sacrilegio , le rice- ve l'afloluzione con animo Énto. P. Padre y quelto gia lo conoíto, e che larebbe ion ingannar V.P. ma ingannar me ftefla; eper non vedermi un” altra volta in quelle flrerte , nonTolo farei quello, ma la cola piú ardua del mondo :Stia Y. P. ficura Ñ che da vero propongo di licenziare quelto Sop- Betto, quantunque aveíli a perire, e pallar mille travagli,. perché la mia Anima e quel- la, che pidd'ogni altra cola mi preme. C. Eflendo vera quelta parola, e ferma, A efticaceil lo propofito , o VafTolver? per adello; má lavyerto, chequella lara P'udri. ma volta le non sémenda , e delifle da trac- tare con quelta ren A ¿co Y alolvo adeflo , per confideraré Pa o del calo 5 e perché giudico , che di cuore proponga d'emendaríi , e Ípero, che.cosi fari: Colle quali circollanze (ente il Padre Emanuele della Concezjone ubi fupra y Mm, 225. e num, 232., Chépuó darú Vafloluzione ; come non v € fondamento di peníare, che i] propolitó non lia efficace. 69. Lo flleflo, che se detto nella rifolu- zione di quelto calo , há da tener(íi, e fegui- F€) quando la Religioía , e fuo Diyoto colla «Capitolo VII. «delle Monache . 1427 loro famigliaritá , e converfazione frequente danao occafione di ceníurare, 9 penlare » che fra di loro'vi fia qualche. corrifpondenza iHe- cita, quantunque realmente hon vi lia pecca- to fra loro; come dice , ebene , il P.Conce- zione+bid. num. 228., perché , feillecolare , «che per averin cala, 0 vilitar fuori qualche po li cenfura, enotadi mal vivente, es'obbliga a levare quefta otcalione di Ícan- dalo, quantanque in realtá non vi lia fra di loro tratcoillecito; perché non há da diríi lo ¡teíTo del noltro calo, nel quale milita la me- dema ragione , e parita? 70. P. Anche m'acculo, Padre, che al» cune volte mi londifciata la faccia, lultrando- mi , e componendomi con qualche vanita:. GC. V'era precetto d'ubbidienza¡ o dal (uo Prelato, che le cepa non (pen- delTeroil tempo in quelli profani abbellimen- ti? perche, le vi folle, larebbe peccato'norta- leil contravenirvi; comédice la Somma d' A- rana Tom, 1. Verb, Veflidos paz. 271. con quélte parole .:: Si los Religiofos y 0 Religiofas profanan el babito de Ju Orden, o el tragos es peccatomorsal (y ent/pecial F.el Prelado fo les probibe con precepto , feria error dudarlo ) por fer cofa tan opuefta d la ¡Regla , y voro di po. breza ; YT vid Sanéia Magdalena de Paris mun cbas Religiofas condenadas por profanar el ba. bito de fu Orden, P. Padre, non vera precettó de' Prelati impolto [opra quello , C. Lo faceva V. S. lolo pet leggierezza, e vanita? Perchéla Religiofa, che per com» parir bene s'adorna , etompone, [enza altro mal fine ;* lolo pecca venialmente, dice Ma- chado Tom. 105deWa Sómma , Jib, 5. p, 3.tra?. docum, 3. num. 2. Quantunque non lafci def ler cola molto aliéna da una Religioía , che deve fólo attendere a comparire bella agli oc- chiglel uoSpolo ,. il cercare di ben compari- re agli occhiumani, P.. Padre y /anco m'induceva a polirmi gual- chepoco» il deliderio di placere a quel Sog- getto y col quale comunicavo. G. Saccorgeva.V. S. che n' awenille a quella perfona qualthe rovina [pirituale » per comparirviavantiatrillata, Se adorna? P. Padre si, C. E” .cola.terta » che la Donna s Che sadoroa .con.animo di provocar a concupj- Ícenza ,. petca mortalmente : Udiamo la dottrina dell AngelicoDottore 2, 2, ques. 169, art, 2, ía corpor, doye permettendo alle Hg .

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