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ri y e d 4 l 4 TE Ñ 4 Y 1 3 [ í e 1 HE Y l 1] pd y A $ q t a e. y y td E 4 ! A A 4-0 $ 15 E . 4" h ri 1 4 A ¿ ATA EE qm” E A 5 : ' MES l YE ' y ] . ; E ; o 4 o Í A AiEX po: MM E 00 d populo frbi commifJo y de falute animarum pa. rumcurat, 118. Non hanno ad aver l'occhio 1 Palto- “i-Spirituali al latte, che danno le pecore, “ma a pafcoli falubri, de quali devono pro- vederle y che quelto e P'impiego d'un folleci- “to Parroco : Sane augentar oves ( Scrive ¡Saint! Atanafio epif1. ad Epifcop Cretenfem) ($ in tuto funt, cum praefunt beni Pafores, non a- rem qui folumebibane lac; Y lana tegantur : di fimili Prelati vedo verificata con lommo da- lore quella fentenza di San Bernardo, Serm. «ad Clear. in Conc. Remenf : Eccleffa Dei vobss commifa ef ¿C dicimini Pafores , cum fftis ra. ptoros , ES paucos babemus (bed! ) Pañores, imultós autem excommiunicatores , ($ utinam vo- bis fufiiceret lana , Cr lac, firitis enim Sangui- sem. Non lía V. S. di quelta lega , non (i lafci ¿predominare dalla cupidigia , e brama d'ar- vicchire colle rendite Ecclefialtiche; fia la fua 'avidita d'ammacftrare i fuoi fudditi , che a (ua infiruzione difpofe Dio, E ordi- nd, che, quando Aromné entrava nel San- tuario , porcafle pendenti “alla fimbria alcu- ne campanellé d'oro: Sarerdos (dice S. Gre- gorio lib, Y. regif. Epif. 24. ) imgrediens , E egredieñs moritur ¿ff de eo fonttus non audiarur , guia iram contra fe ooculri Judicis exigir , Ffine fonitu predicationis incedir : fx V.S.tocca per uo Ufficio predicare a” fuol «chiani; non fia negligente in si fanto , e profittevo- leimpiego: Avverta , che i peccati , chei fuoi Sudditi commetterando , per non efor- tarlicon buona dottrina » faranno ricercati ia lei da' Dio con fommo rigore , fecondo quel Vaticinio d'Ezechiele. cap.3.0. 18. $; dicente me ad impiuin , morte morieris y non am munciaveris el y meque locatts fueris y ut averta- tur Avia fuaimpia, E vivar : ip/e impius in iniquizate fue morietur 5 Sanguinem autem ejus de mana 'tua requiraim.. A minacciata la mor- te eterdal Giudice Sovrano ad ogni peccato- je; le V.S nonprocura opporíi colla pre- dicazione 4' peccari de” fiuroi Parrocchiani efi periranno , 8 a V.S. fene dimandefi conto (trettifimo, efara dichiarato compli- ce, dice San Gregorio in emm locum Eqech. mel «calligo, com'e complice colla fita fonnolen- za mel peccato: Morri, cui non comtradicis y adjuhgeris, JS 19. ¡fi “alrresi —nell infegnare la Dottrina Criftiana a” fuoi Patrocchiani; (appia , che parla coñ lei quell'órdinazione Divina , che dice ; Doreati/que filios Irae) Trattato XI. delPU fficio de Parrochi. omnia legitima , que lócutws ef Dominus ad vá; per mañurmmosff : Levitic. 10. mtm 12, Devó. nogli huominis ele donne, grandi, e pic coli faper il necellario per lalvaríi, Bea Y.g tocca ad aver penfiere, che l'imparing: Sen ta cid, che dice San Giovanni Grifo Homil.34. incap 13. Epifi_ad Hébraos ; pm. nium y ques regis , mulierum ; pueror, atque tiroruim , turationem red ditarss es > tanto ign5 suum Jubjicis capue Per fua vita, fa V.S follecita nel fuo miniítero , applicata afoda di al fuoobbligo, ezelante della falute fpirituale dell Anime fue: confideri, e confideri”, che fono tanti gli obblighi d'un Parroco , che difle il Grifoftomo ibid. Miror, A potef falvari aliquis Rectorum ! 120. Procuri anche di far ogni pofibile didar buon eflempio a'fuoi fuddici; perchk poco rifplenderá co' folgori della dottrina la lampana , che ha il lucignuoló nel folco delle tenebre? Doétor (“dice San Gregorio is cap. 23. Hieremie) pridsin fe vitentdm Jpiri. tualiumradios bene vivendo foveat y ques pro videndis fubditorum itineribus loguers “admi mifirer : Yn poche parole dile. fentrenziola- mente molto Plauto ellendo Gentile: Mo. nendus y me moneas y tu , che haibilogno d'el- [er corrétto y con che faccia ardifci ger altri? S'hai bilogno d' efler cil, come profontuolamente ti fai lecito emen- dare glialtri? Sono -le correzioni di quello, che vive male, come il fuggello lenza: im- pronto , dife Fabio: Sigilum rafimm, abtera fum, nullifque notulis inferiprum: perche , lic- come il fuggello piano, e fenza impronto non imprimeimegine alcuna nella cera) d mal- fa; cosi le paroledel Párroco, che vive ma- le, non improntano forma alcuna Criftiana ne' Parrocchiani, che l'odono: Fra moni, dice Sant'Ilidoro Peluñiota 45. 3. E- pift. 232. non era lecito a quello , che me- nava vita (candalofa ; perorare, perche, di- cévano, il fermoneggiare e come Vombra, eliccome queíta fi conforma alla figura del corpo, dal quale procede; cosi la dottrina é ricevuta feégondo la vita di quellos cheVin- fegna : Apud Lacedemonios , gui fermone actiónum ambras efe non immeritd defamierunt > qui turpiter vixifor ,' me probam quidem fenten- siam proñunciare licebar : E lfciando iru yl fentenze» E offervazionide” Gentili, ballia V.S. per dottrina quella terribile commina- zione di Dio, 8coffervi, fe parla colla (ua períona : Percasori ausem dinis. Deus: q.

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