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A AL A a FTE o - - E DA yo C apYPartII. del modo d 'amminif.il Viatico. 385 PARTE-.IL Del modo , eo'! quale il Parrocho deve ama minifirare il Viatico. No é mio penfiere trattar qui del- le cerimonie , che il Parroco ha da ollervare, quando s'amminiltra il Viatico; poiché fuppongo le fappino molto -bene > e meglio le pratichino-, come Pinfegna il Rituale Romano : Solo parleró de' cali di colcienza , che appartengono a quelta ma- teria : E fuppongo altresi, che il Viatico hi da darfiin pericolo' di morte» Y quando il Medico V'ordina.. 73: P. M'accufo Padre, che portando il Viatico ad un'infermo , e dicendoli come li coltuma, le aveva altro di che confeffar. lis mi riípole» che si; Ac accollandomegli, egli s'accusó. d'un: peccato-, che ayeva ta- ciuto in confeffione alcune voltes £t io tur- bato mi tr vai in qualche dubbio, e mi rifolí d'aflolverlo, fenzá udire intieramente la con- fefñione. C. L' interrogó , quanto tempo era y che taceva quel peccato ? P. Si Padre , e mi rifpofe , Che trent anni, C. Se Pavelle taciuto poche volte sef fofle potuto in poco tempo udire la confe(- fione Íenza nota de' prelenti, fi doveva udi- re; ma eflendo tanto il tempo, che l'aveva taciuto, era neceflario lungo (pazio per ri- validar le confefioni mal Edo > $ udire compitamente la fua confefione : e cosi V.S. fece bene affolvendolo, uditoalcuno , 4 alcuni peccati, e facendo , che generalmen- te s'accula(le di tuttiglialtri, e prometteffe di confeflarli tutri y quando V.S. ritornaf- les ; aveva ella da ritornare ad udire gli altri peccati depoíto il Santiffimo Sacrá- mento nella Chiefa: Cosi Pinfegnano Zam- brano, e Granados apud Dianam y pares. Pra, 3, refol. 75. E ela ragioñe; perche il DIecetto naturale di confervare la fama , pela pid, che ¡l Divirio dell' integrita della confeflione: Sed fic elt, che le V.S. firrat- teneva ad udir intieramente la confeflione di quell infermo » Che aveva da durar lun- go tempo > ridondava in infamia dell” in- fermo appreflo- de circoflanti > Adunque non era obbligato a fare per allora: intiera materialmente la confeífione» ma pote di. midiarla; € amminiltrato il Viatico ritorma- re a confeffario ful rimanente, ed integrare la confeffione. '= Lo fteflo hi da dirá , quando il Sacerdo. te » che vi a confellare 1'infermo , trova qualche peccato taciuto, e fenza poter fiai- re la confellione avverte , che il Parroco viene gid co'l Sacramento ; pud dimidiare la confeflione, dc affulverlo; e ricevuta la comunione ritornare un altra volta 2-con- tinuare la confeflione cominciata : «e per evitare si gravi inconvenienci s'hi da pro- curare di condurre all'infermo un Confel- fore non conofciato , perché polía sfogarí con eflo liberamente; e condurvelo a tem- po , che bafti ; e far avvertito il Parroco di non andare: co'l Viatico fiaché non eli ct che l'infermo abbia finita lafua confel- ong.” 74 P. M'acculo Padre , ch'effendo chiamato a confeffare un'infermo , e co- minciando la lua confeflione + lo vidi st mal diípofto , Kc oltinato ne fuoi peccati, che no! trovai capace d'afToluzione 5 eció non oltante mi dimandó pubblicamente la comunione > Ke io non volfiamminiftrar- gliela.. C. Non procurd V. 9. di proporgli mo- tivi da rompere la di lui durezza, ora rap- prefentandogli on dolcezza la forma Bon- tá di Dio, ora la lua infinita Mifericordia y l eccellenza della Gloria , AL ora ponde- randogli i terrori dell Inferno , Veternitá dell” atroci (ue pene, ePorridezza delle fue fiamme? P. Padre , tutto quello , in che potevo ajutarlo , li dif , € ponderai , fecondo il mio fpirito . C. Midica» quelto fogretto era pubblico peccatore? P. Padre era vifluto male . C: Al peccator pubblico , Che pubblica- menté dimanda la comunione , fi pud,e deve negare ; ma al peccator occulto, che dimanda pubblicamente la comunione, non li pud negare , mafimo , fe il (uo pectas to(1 fapelle per Confeflione; e comune dot- trina de' Dottorá , come dice Fagundez fo- pra i precetti della Chiefa /55. 3 193. precepr, cap. YO. mum. 16. Caltro Palao par, 4.1151.24. difp, unic. punt-20. num. 13. ed e elpretla dal Dottor Angelico pars 3. queñ.B. ame 6, inm.corp. dove dice: Manifafis ergo peccatóribus, non debes etiamn pesensibias Jacra Communiódar;. Bb si

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