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— rip e e LO e a RR A. E o 07d > Cap.11. dell'obbligoche hanno ¿¡Parrochi dipredic 367 Fcio Parocb. p 1.ap . 14. num. 9. Leandro ibi, Bonacina Tom.2, di/p6. circa q. Precept. Decan log: punói.8- fub numa. . i + Ma quefte due fentenze , a.miogin- cio , hanno ad accordaríi neceffariamen= te in quello: punto filo: ridotto a due con= dizioni : La+prima-che le prediche , che altri -fanno +, fiano tanto frequenti , che equigagliano all' obligo", che há il Parro- cho di predicare:, fecondo il Concilio , le Domeniche, e Felle coll' eftenfione di que- flo, cheliccome:il Parroco non pecca gra- vemente ;: bénché per [e ftello non predichi alcuni giorni di Felta, fecondo quello, che relta'detto nel num. 3. Né ¿meno peccherá gravemente $ quantunque altri tanti giorni mancalle altro Predicatore ; la 'ragione di quefl' allerto e , perche 1'accellorio fiegue la natura del fuo principale , come.colla de reg. jurisin6. reg. Acceforium24: Sed ficelt che in quelto caío:il peipale obbligato eil Parroco , equelli y. cheli [oftituiíconoin (uo luogo , fono come acceflorii: Adunque dévo- nofeguire la natura del fuo principale , econ- feguentemente fupplirli tante prediche,quan- te doverebbe farne il Parroco , acció egtírelti elente dal fuo obbligo . E 17. La feconda condizione +, chele pre- diche y che infra l'anno (fi fanno da altri Predicatori y fiano dottrinalis, Se “ofdinate al profitto: fpirituale dell Anime . Queñta condizione elprimono quelli » Che afleri- Ícono la: fentenza favorevole 2 Patrochi , poiché Trullench Joso eiraro y dice ch'effen» " dovi tali. prediche ; non defraudatur: Popu- lus E agitur utiliter- ejus negotidm . > El Diana fupra in fine ; dice : .Siguidem Populus tunc nullum falutis patitur derrimentum : Con quelte due condizioni , che laício dette, non avetei do «per improbabile 1 opinione di: Pollevino., e Trallench , poiche s' ave- rebbe ¡il fine del Concilio di Trento, e pare cellerebbe ¿l fine di queíta legge: ma, man- cando alcuna- delle due condizioni dette, come molto ordinariamente fogliono man- care; poiche, dle prediche non fono tante, quante doveria farne il Parroco; e quelle, che íi fanno infra annum y ordinariamente non fono dottrinali, ma lolo hanno fotti- gliezzes ingegno, e trattano cole metafili- che, laíciano gli uditori ftexili, fenza fugo , anche ¡piú non le intendono; per quelto tengo per certas eficura P opinione di Bar- bola, e Leandro": -8-¡l- contrario giudico che non polla feguirfi lenza graviffimo flimolo dicolcienza . ó 18. P. Padre, hóanco tralalciato di predi- Care per non avervigran'grazia y mé abilita, nd lufficienza perfarlo. G..Quetto., figlio , né--meno *lo Ícula; perché per loddisfare V:S. al fuo obbligo, non, há. neceílitá di predicare con garbo , perché quello ferve folo all' applauto dell" Oratore , e gulto degli uditori, peró , per infegnare la veritá ,-e foddisfare. al fuo ob- bligo ; compilce co'l predicare , come pud; emoltillime volte fi fa piú frutto colle paro- le femplici predicate con buon zelo , inten. zioney Br affetto , che con altre piened'elo- quenza y facondia, arte , 3 indultria. Lala tro , perché, fe V.-S. non poteva predica- re per fe fleflo:, poteva cercar. altro » che fupplifleiofuo luogo, e con quello avereb. be foddisfatto , come dice Barbola de Oficio Paroch.part.3..5ap. 14: num. e Trullench fopra-il Decalog. Tom. a. lib. 4. Cap. 1. dub, 3. num.12. col Cardinal Toledo, e Pollevino; 8 in-queíto modo folo erá Y. S. obbligata a predicare quaíche volta, come dice Leandro Supra quef. 24. 19. P. Padre, gid quello lo lapevo , mala miarenditad tenue , né hó con che dar lo (li. pendio ad altro Predicatore pertutte le Do. meniche, e Fellez né meno troveró , chivo. gliafarlo graris. C. Né meno quelto lo Ícula; perché, fe V.S.:non há abilitd. di farlo per fe ftelío, né capitale per accordare altro Predicato- re» né períona, che voglia farlo gratis, pudo ella-leggere dal Pulpito » 0 Altare qualche Sermone , d Ragionamento fpirituale fcrit- ton qualche libro; come dice Stefano Bau- ni Tóm. 4.Theol. mor. ttadh 10. de Presb; y Paroch. queft. 29. citando il Concilio Are- lateníe con queÑe parole : Quod £ Curari per ignorantiam facere Mequeunt , jubentur sp inConcilio Arelatenf ¿ Juperiori loco legere con. cionem aliquam vulgari idiomare feripram. Et il P. M. Matteo di Moya nelle fue Seler. Tom, 2. adsrabir. de Relig. difp. 1. quef. 2 AUM.7, avendo citato quelto lentimento di Bauni, lofiegue , E aggiunge: Nullus excufationen; legitimam habere potef ad Privandum populurm deblsone concionem Suplente , quando Conciona tores alii define : E finalmente a V. $. non í comanda , che predichi due ore , Dé che pre. dichiun'ora , ma Íolo, che predichi ¿€ ba» fterá che lo faccia per lo (pazio di 4 , an- DAA a AA TES TAM E e

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