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1 4 dis '—— 358 Trattato XII. dello fiato de” Sacerdot;. perdonarli in un Secolare » non deve prati- caríi da un Sacerdote ; che Íara, fe un Saz cerdote pratica quello, che non e lecito al Secolare? Quanto deteftabile lara , che un Sacerdote confumi nel giuoco ció ; che do- veva dilpenfare fra' poveri 2 Come fi potrá foffrire » che in- si pregiudiciali impieghi confumi jl Miniltro di Dio quello , che há ricevuto dal! Altare , e dalla Chiefa? Quan- to iniqua cola fará , ehe il Sacerdote acco- munato co! Laico, e divenuto huomo del Secolo , fpenda in converfazioni fecolare- íchg si malamenteil tempo» eche in quelte fi faccia vedere or Ídegnato y or impaziente , or adirato al vederli poco fecondato dalla fortuna; eche perde, fenza guadagnare, il fuo davaro , eflendo con quello morivo agli altri di rifa, difcherni, e difcandalo? Non pote foffrire Sara « che llaac giuocafle con iímaele , per efler quefto di condizione in- feriore f Gem.cap. 21.) Cum vidiffer Sara fi- lium Agar Alyyptia ludentem cum lfaac , Cc, E amolto peggio parrá , che un Sacerdote (1 diverta con poco fuo decora, co'Secolari , dando loro occalione di perdergli ¡l buon concetto, e di non fare della Suprema [ua diguitá la ftima dovuta : líaac, dice il Li- rano , era flato contecrato a Dio: Ifaac fue rat Domino confecraties y enon era decente Li frammifchialle in ginochi con Hímaele , che era di ltato inferiore; fará fenza dubbio in- decenza grandifíima , che un Sacerdote de- dicato, e confecrato a Dio , 3 inalzato a Dignitá tanto fuperiore , fi frammiíchi in giuochi , paflatempi , fcherzi , burle , co Secolari , che fono d'ordine molto infe- riore. Sappia ellaaltresi, che un Sacerdote, che non profelía le leggi della caftitá , e molto efolo agli occhi Divini, come moftra quel- la legge , nella quale ordinó, che niun Saz cerdote dilcendente da Arone , che avelle smacchia , non s'accoilafle ad offerir Sacri= ficj: [Levirici21.v.22. ) Omnis qui babuerie maculamde femine Aaron. Sacerdotis , non ac- ceder offerre hoffias Domino: Elfendo Dio la leía puritá , come non )' offenderanno i Sacrific; d'un: Sacerdote. impuro ? Non volle Dio ne' fuoi Altari il mele nell'antica Legge: f Levit. 2.v. 11. ) Nec quidguam mellisadolebitis in sacrificio Domini. E la ra- gioue fl y perche lape, chelo fabrica , trae 1 fuoi natali da putrefatti cadaweri de' gio- yvenchi , come ve Filone Ebreo /ib, de viétim,offerentib, Fortal]e y quia colleFlrix ejus apis animal ef impurum 5 matum 2 putribias bovum , ut fercur y cadaveribus : Un Sacer= dote doverebbe ellere piú puro , che ¡l So= le ; modello vel converíare ; raccolto ne' portamenti ; affezionato alla ritiratezza ; calto di cuore ; Candido ne” penfieri; milwe rato nel parlare ; morigerato nel (no tratto> attento ne' paíli; cauto, e pelato nelle fue azioni : Che pér queíto Íi chiama Angiolo nella Sacra Scrittura ( Malachie cap 2, ) Angelus ( aggiunge San Girolamo ¿bi ) Sán cerdos Dei verifimo dicitar. Dovendo eflere tanto pura la vita, e l'anima d'un Sacerdo= te , non fará abbominazione grande , che lia immonda , e Íporca ? Quanto detellabis le cola (ara un Sacerdote di penfieri impu= ro, di parole indecente , di converíazione difloluto , di tratto irreligiolo, di pai obli quo , di cuore laícivo , d'animo fenfuale, edifordinato di affetti? Se trattarono igno- miniolamente i perfidi Giudei il Redento re, non lo [prezzano meno i Sacerdoti , Che menandoama vita impura, lo ricevono nel. lelor mani , dice Teodoreto ¿ncap. 11. Epif, 1. ad Corinth. Eum ignominia; Sy dedecore afición , qui SanétiJimum ejus Corpúsámmun- disimmanibus accipiunt: Una volra tinfero di langue Je facrileghe lor mani gli Ebrei d'intorno a Crillo Signor Noltro , toglien« dogli con herezza imúmapa la vita fopra un legno 5 Ma, ahi dolore ! dice Tertulliano lib, ds Ldolat. cap.7. che ogut giorno peggio lo: trattano 1 Miniltri dell Altare *-Prob fetlus! femel Judai Chriffo manus intulerune; ¡fi quortidie corpus ejus lacefunt-. O” manus prafcindenda” Per amor di Dio, e fuo Figlio , lo prego a riflettere a quelle parole dell” A poftolo, che gli dice y chelafua anima depolito di Dio; emembrodi Giesú Crilko ( 2..ad Corinth. 6 ) Nefcitis , quia Templum Dei effis: Nefcitis; quia corpora vefra membra fune Cbrifti 7 Et eflendo il fuo petto Reliquiario , dove (1 Dio, Tabernacolo di Giesú Crilto y Sacra= rio del Re del Cielo, Arca de' tefori Divis ni , Trono dell Altiffimo, «c abitazione dell' Oanipotente, farábene , che: voltando le fpalle a si amabile MaeÑta (1 frammilchi profanamente con chi e- depolito- del De- monio , Govile di brutture , cafa:dilaícivie s albergo d'immondezze , e ricettacolo d'e- normitá ? Tollens ergo ( aggiunge 1 Apolto- lo ibid, ) membrumCbrifii , faciam mero
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