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334 cellavo, e poj tornave a Continyare , lenza ricominciare dal principio. C. Pallava molto tempo in quella interru- zione? P. Padre alle voltesi, 8 altre Pinterru> zione, e mediazione era poca. C. Lellio, Ledeíma Villalobos, 8caltri ,. che cita il N. Padre Leandro di Murcia ibid. num: 12. e fopra il Capir. 3. della Regol. Serafica cap 1. $.2,.n.12.fentono;. chequan- tunque Vinterruzione dell Ufficio Divino fia notabile, e per molto. tempo.» e. Íenza. caula giulla, non e peccato mortale il non ripetere dal principio , perché: ( dicono ) che la continuazione non e di loltanza dell” Úfficio , madel modo , e che lolo lara pec- cato veniale mancare a quelto. modo Íenza cauía . Di peccato mortale. condannano altri queña interruzione- fatta lenza cauía giufla, Le non fi-torna a recitarlo da capo: Ita Navarro de Oraz, cap; 16. num, 75. Shar» Vaía. Scaltri, apud Murciam /eco di/quife, citar, mum. 1%. perchel'unira, d unione delle parti dell Uficio» appartiene alla fua inte- gritá, e' forma : Adunque recitandolo cop notabile interruzione , e fenza cauía giuíla ,. fari peccato mortale . 103. Quello, che io lento, ¿ primiera- mente» che fe-l'interruzione é breve , eper poco tempo y e fenza canta, Íará peceato veniale , enon mortale; perche non oll quelte leggiere interruzioni , moralmente PUfhicio ; ¿1 lecondo- 998 co Fano del Martatimos:* tarli diviís, quantun paflino. tre. uno all altro, mon: ¿LO- VEN: afTeo Hora Cano ita y E a y cap.y num. 64.8 a dovi cauía giw Leandro del $5 Tom,6. +rat.8, dp 4.quaft.73. in fine, pare, che anche lenza canlagiultanos fará peccato veniale y recitare divilk F Not- tueni ; il che non tengo per improbabiley perché cialchedun motturno há meno con- nefione ; che iSalmi d'un' Ora fra di le: ” terzo , che fe vinterviene cauía giuíla > non (ana peccato interrompere quallivo- y Ora dell Ufhcio Divino y quantunque per molto tempo , perche intervenen- dovi cauía giuíla , fi coonelta Lirrive.enza di recitare difcontinuatamente | Ufhicio: 11 quarto, che ;, le fenza ginila cauía vinter- rompe notabilmente | Ufficio ; fará pecca- to mortale , le non 4 ripete dal principio: Sic DD. citati pro 2. fententia: E caulagiu- ante ¿EOS í con y >. > * ya detto il Mattutino » e cominciai Trattato X11. dello fato de Sacerdot;. fa lara y Pafiítere al. Coro» Vamminilrare ¡ Sacramenti y l'accudire ad un negozio gras ve » che nonammétte dilazione; átaltri miglianti - 104. P. Padre mvaccuío y che un giorno recitai dalle Laudi-J'Ufhcio » e dopo Nona recitai il Mattutino. C. E perché- 1'bd; recitato- in queíta forma?: P. Perché ero in viaggio .- C, E. nonaveva Breviario, per recitare ¡| Mastutino avanti?: P. Padre , non portavo altro ,- che il Diurno. C. 1 pervertire 'Ordive delle Ores: quan= tunque fia lenza cala y nOD é peccato mor» tale , cosi infegna colla comune Diana part. a, trat, 12. refol.16: perché> in quelo non hi manca in cola foltauzialey ma: lolo in cola modale : e lev é caufa giulta y. né: meno peccato veniale;: la cauía y che V.Si. ayeva di ritrovarí col Diurno:, € fenza Breviario y era baltante per Ícularla: da peccato yeniale:: Layman Tom. 2. lib. 4, 4rat, IL, LAPIS + HU $. Add. : P. Padre , vel D memorazione d'un $ mancava la Com» ose la laíciaj Jos. P. P dre m'accuío » che in altra: one recitai con un'amico:, che giá aye- t Puso con lui da Prima, e di poi recitai ¡9 folo-il Mattutino.. ¿ C. Quell amico la pregú a volergli' ajuta- re e ultcio : a : E P. po sh. col C. Pote Y.S, farlo. lecitamente y. richie- ño » Scinvitato dal [uo. amico :- Htá cum Sil- veltro y Gajetano ,. Suarez y Ac aliis Bopacina de HorisCanonicis, di/p:4..9: 3. pund, q 13% P. DevoPadre,. avvifarla d una cola, 4 e; che quefto mio amico. non recitava per obbligo- 'Ufñicio Divino y, ma folo. per diva- zione-. €C.-Non-importa ;.4-Jecito a quello , che ha per obbligo recitare l'Ufiicio, dirloa.Go- ro con chiwnon-1'há:: -Layman- ebi Juro mum 8. , Altre caule vi lodo di recitare fénza: Col- pa alcuna le Ore, pervertendo Pordine, com e (tar recitando un” Ora, fepza: ricordat- fi, chenon se recitata antecedente; Pa ftere

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