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Ibidem + Ibidem y. 26 XX Lamento contro Í' Ommiffiome , quefto fervo per inutileimutilem feruam, perche tenne oziofoqueftun'co talento : non addulle alcuna Ícuía, per palliare la lua ommifione? Si; e fcuía tale, che agli occhi umani non parrebbe di poco momento: Dile, che conobbeil rigore ¿co”l:quale il Giudice Supremo gli avevada diman- dare conto del fuo talento : Scio quia bomo durus es ; temette di perdereil talento , eche, pretendendo di raddoppiarlo co”! negozio, non doveffe perdere co] guadagno pretefo il capitale, “e gli parve meglio dare buon conto di quello , che aveva riceyuto, che perderlo tutto col! impiegarlo : simens abis, (y abfcondi talentuwr ; montembra frivola la fcufa; ma quelto, che pare Ícuía frá gli huomini; fúavanti 4 Dio piú graveaccuía , perché in realtá era una diflimulata pigrizia ció ,-checuopriva coll*apparenza ditimore: Serve male , (a piger; firdichiarato pigro ,econdannato per inutile : Vide , dice il Magno Grifoftomo, quomodonon folvimropaces , La, gui aliena invadunt y nec folimalefactores., verdm eriamto qui bona facere ne- S. Joannes gligit , extremo cruciatur fupplicio . Le fcufe, colle quali alcuni tepidi foglio- Chrifoft. horb. 79 no palliare la loro ommillione; riferifco ,e confuro nella Seconda Parte in eumlo- diguelta Pratica,nell' Orazione, che pongo fu”! principio mam: 8. (e fega. CUID + ove potranno vederíi ; e qui piangere, che P anime inferme non rilaña- no; perchénegandofralla lorcurai Medici periri, cadono in mano de? meno accorti, conche rimangono lenza rimedio: Quis medebitmr tu? Nullas ; qua fi fernt , nolunt. qna ] 13. Non voglionoaltri dare la fanitá al” inferme cofcienze,quantun- que fappino il modo di curarle:- vel fi feiwnt , nolunt ; perchénon fiedono nella fedia del Confeffionario con defiderio efficacedifanarle ,' ma folo con fine di confellarle,e pedirle brevemente : e neceffario tempo,e tem- po quieto, per elaminare il Penitente ne” Mifterj principali della. Fede; per fcrutinare ¡ ritorti della fua cofcienza , e formar giudicio della gra. vezza, peto, fpezie ¿ circoftanze € numero de fuoi peccati , e degli obbli- ghi di reftiruire fama , roba, od onore; per conofcere, fe il peccato ¿di reincidenza,abito, od occafione pro(fima ; per mettar orrore alla malizia del peccato, rapprefentare la gravezza, e deformitá dell? offefa di Dio ; per muoverlo á vero pentiniento,e propolito efficace ; per dargli conígli falutari, Sí inftruirlo nel modo, co*l quale hádaregolare la fua vita ; e peraltre molte cofe, che occorrono in quel venerabile luogo : proceden: dofi con fretra, come puo foddisfaríi 4 tanci obblighi, efendo per lo piiti Penitenti tali ,ch”é necelfario tutto quefto , e molto piñ ? Criftó noftro dolce Signore , che Maeítro Divino venne ad infegnarci, ci há da dare iñ po. quefto molto buona dottrina : Confideriamolo cón attenzione al pozzó Y. Jj. ¡Samaria, curando la mifera anima di quella peccatrice; e quantúnque potefhi fermarmia riflettere le fue fatiche , viaggi, fame, fete , che patl pure quel? añima, condannando la noftra tepidezza , econfondendo la poca noftra applicazione , colla quale folleciciamo la falute de? peccatori”: aa per feguire il mio intento, rapprefento folo agli occhi de? PadriCon- feflori il ripofo ,la quieres la pofarezza, colla quale Sua Diyina Maefa trate

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