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a go A A A NA Oe E Ñ k Si A Venerabili Sacerdot;. 301 Ú 5. Per rimediodi tanta ftrage de” coftumi , che il Mondo rilafciato Pp patifce, lafció Dio P'elifirvite lalutifero del preziofo fuo Sangue , depo- y Íitato ne*fonti Divini de” Santi Sacramenti: quefti fono il rifugio de” E malfattori: la falute deg)”infermi-; la medicina degli addolorati: il foccorío de” bifognof1 : il teforo de” poveri: il fufidio de” mendichi: in fine pofe il Cielo in quefti il rimedio di turti i malidel Mondo, com- mettendo alla vigilanza de” Sacerdoti il rifanare con queft antidoto. Ma ; ahi dolore! che altresi profanati fi. vedono quefli Divini Santuarj! Quanti fonoquelli, che indegnamente vannoal Santo Tribunale della confeflione? pochiflima e in molti mali Criftiani la diligenza in dif porfi per una buona confelñione; selamina molto fuperficialmente la cofcienza ; (i nalcondono moltiflime volre i peccati co'l velo della Ícufa: non (i manifellano le neceflarie circoltanze , che concorlero nella colpa: il dolore del! offela di Dio fuol*ellere molto poco : i pro- politi molto fiacchi. Si conofte quelta veritá da molcifimi , che vi. vono agiati , e comodi glianni intierinel vizio; non (i reftituifce ne fama, néonore;, mé roba; non íi deponeP'odio, ne il mal*animo; non fi lafcianole ¡llecite corrifpondenze . Quanti, e quanti, o Altifi- mo Dio! Saccoftano al Sacro Altare co” cuoreimmondo! quanti , e quanti, o Pazienza Divina! Saccoflano , come Giudaá ricevere facri- legamente quel pane degl Angioli ! 9 non lia per forte colpa de? Con- feflori, che, ó non fappino, d non vogliono, d non sattentino di fare Pobbligoloro nel Tribunale del Contefionario ! e non permetta il Cielo; che fi vadicon tanto poco apparecchio á si tremendo Sacra- mento per colpa de* (10 Miniltri: eximordinata , Us indifciplinata multitu- : dine Sacerdorum ( diceva Sant” Ambrogio ) bodie datar contemprui Redem- Re proris noflri V enerabile Sacramentum , nam qui debueran efe Vicarii Apofio. lorum , Ly filii Petra, fact funt focii Jude. 6. Noné miferanda tragedia queíta , che (¡ vedario nel Popolo Cri- ftiano , tanti vizj, tanta malizia , tanta abbominazione ? il peccato con tanto feguito , la virtú tanto abbandonata? le ftrade dell” Inferno tanto popolate.,: e tanto delerte quelle del Ci lo, ch' ele tele ftanno querelandofene? vie Sion lugen: , eo quod non fint y qui.venian: ad folem- Peas mtarem: Gli Angiolidel Cielo le ne lamentano addolorati: Angeli pacis amare flebunt, diffipare fun vie, ceffavii tranfiens per femitam: Ki Mi. nittri del! Inferno efultano , ecelebrano con moftre di ginbilo la folitu- dine de” fentieri del Cielo , e lafolla , che vedono luglinfernali: Plau. Threnor. ferunt [uper se mambus omnes tranfeuntes peraviam : Sibillaverunt , (9 mo- "0 verunt capi fuum fuper fil.am Hicrufalem. Heccine eft urbs , dicentes , per- Felti decoris ,gaudii úmuerle serra? Queftc € ,diconoi nemici del Croci. fio, quefto € quel Popolo Criftiano ,che fondo Crifto in tanto decoro ? Queftaé la Chiefa , che pianto Diotanto fpeziofa , lenza macchia, né ruga ? comeoraifuoi membrifono ranto difformati da] peccato? Que» flo € il Popolo elerro y e la Cirtá defiderara , che ne” Moi principj era a Cieli e 7 e e 2
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