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E poco zelo d'alcuni Confeffori. xwvij terno fi moftra pentita ; perchée molte volte ( fcuopre.un' evidente ri- pugnanza tráil cuofe, ela bocca , (fi conofce quefto nella tepidezza , colla quale difendono ¡ loro.peccati, +e troppo fcufano i loro difetti : conoÍciuto: quefto dal Gonfellore , deve manífeltargli le fue piaghe , per nonincorrerein quello nec apericbant iniquitareminam: pelare al peccatore la brurta macchia della colpa; labbominazione deteftabile del! offeía di Dio: i danni, che ne fieguono all” anima; fpingendolo con caritativi ufic)di Criftiani fgannamenti ad un vero dolore di cuore: Se quefto noníi fa, come fi fanerá Pinfermita? Si traícura molte volte di manifeftare al Penitente il peftilentefo morbo, e peró noné da maravigliaríi, cheí pianga, e polla piangerá per incurabileil luo ftato: Quis medebitur 1ui? 9: Non é di minor pefo un” altro lagrimevoleinganno , che li yede in molteanime: viderunt tibi falfa y chedanno parola al Confellore di migliorare la vita, e non hanno propofito vero d'emendarla, il che potrá benifiimo il Confelflore conoícere dal modo , co”! quale il Penitente fi confefla, lenza verecondia , fenza rolfore, arido ,:freddo , languido , e con: mille aleridiferti, pur troppo volgari;fra”quali il principale e, che fi vede l mpre venire comu medémo fafcio di pec- cati, e fempre ricaduto nelle medefime colpe, fenza chiefene veda in moltifbime confefioni, che haverá fatro, emenda alcuna: non deve il Giudice fpirituale governarí fecondo la fola verbale informazione del Penitente, ne baftach' egli:dica colla bocca , cheproponedi non offendere Dio ; deve artendere alle fue opere , che fono i migliori tefti» monj del cuore;:e quando l'opere fono contrarie «alle parole, non há da preftaríi fede 4 quefte. Sogliono avere gli orologi una certa lancetta al di fuori, che fegna Pora , Srécomeuna lingua, che ce la dice, e manifeíta, ele diamo credito ; perfuadendoci, che fia lora, che fegna lamoftra; maqueíto crediamo , quando Porologio fuole andare be concertato; poiché andando malé , e Íconcertato, non diamo fede 4 quello , che indice moftra di fuiori. La lingua é una moftra mifterioía del cuore , al dire venerabile di-Criíto noftro Dio: ex abundantia cordis os loquitur: daraflíi credito A quello, che dice , quando caminerá bene lPorologio de* coftumiz ma fe quefto e Ícon- e certato , e difordinato , non meritano fede le vocidella lingua ; per- ché incorre nella nota infame di frandolenta, che le dá il Profeta y;;,. .., Michéa: Linguaeorum fraudulenta in ore eoram: El vero, che non po: v.12. tiamo: vedere il cuoredel Penitente; e come dile difcretifimamente ¿Eq lo Spirito Santo , e difficile fcuoprire quello , che é nel cuore : Veflin 32. gium cordis boni difficile invenies; (a cumlabore 5 ma feben (i riflerte, non dice che quefto fía cola impofíibile, ma difficile, e ches'arriva con qualchetravaglio, (y cum labore: Applichi il Confeflore al tra- vaglio d'interrogareil Penitente, feilíuo peccato € dí reincidenza,di oc- calione proftima», di frequenza, diquanto tempo 5 troyerá qual e il | cuore Simil.

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