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xv] Lamento contro "Ommifione; ogran Capitano, SinfegnandoAno!, dice 1'Abulenfe , che la foa- o. vitá é potentiflimo rimedio, peranimare il penitente á manifeltareil fuo peccato: Vocavir Folue Acbam filium fuum , efi enimmodus dulcis ad fuadendum convemiens ; do hoc ur induceret cum ad confitendum quid feciffer : Quello, che vá a confellarí, d'ordinario viváoccupato dalla rive- renza, e verecondia ; la riverenza di si venerabile Tribunale lo riempie ditimore , e la verecondia di manifeltare le fue proprie miferie gl impe- difceil libero ufo della lingua: hádibifogno, che il Confelfore , come Padre Panimi , e come Paítore lo fciolga ; efe alla paura , e roffore, che hail Penitente, aggiunge il Confeflore l'afprezza delle parole, la du- rezza nel modo, la feccaggine mel trattamento , e contro il detrame dello Spirito Santo , affligge ¡1 cuore del povero Penitente cor inopis ne af- Y. 3 frxeris? echiaro , che con quefto lo difanima á manifeftare la fua colpa ; de Nordeve farficosi, diceil Padre Sant Agófltino: Sacerdos , adfi! bene= ra, de falla volus y paratus crigcre y (a fecm oves portare ; Adjuvet confitentem.. .. Juver pen 2 Jemiendo , confolando , fpem promirtendo, Ls cum opus fuerit y etiam incre pando : Sh particeps laboris , qui particeps vuli fieri gaudii; Mottriil Sacerdote una benevolenza affabile: fia prontb a rilevare ¡il caduto Luce cap. CON pietá dallaua miferia; viva preparato di pigliare, come fece- il 5% 4 Paftor Divino colla [marrita pecorella., fulle proprie fpalleil pefodell anime ; ajuti coll interrogazioni il Penitente , acció meglio efprima i fuoi diferri.; gliapplichi il .Jenitivo dolce d'un” amorofa efortazione ; confoli la di luianima coll accoglierlo graziofamente ; quantunque lo veda aggravato da moltitudine quaíi innumerabile d'enormifiime iniquica, ne fi fpaventi, nelo fpaventi; gli.prometta una licura pe» ranza nel teforo immenfo dell” infinita pietá del noftro mifericordiofif- fimo Signore : alcuna volta fará neceffario riprenderlo ; ma há da el- fere.con fomma diferezione, avendo di gia vomitato il Penitente tutto il fuo veleno ;non háda farlo.con parole alpre, macon motivi potenti defficacidifinganni: finalmente, fe gli delidera eterna gloria , li per- fuada , che há da confeguirla .co'1faríi compagno, .e partecipe del fuo travaglio. 8. Sitrovano ancora, e li vedonoaltri inganni ,e frodi ne* Penitenti: Levitic. e viderunt tibi falfa: chedicono colla bocca dolerí; Paver offelo Dio, tt Sil loro cuore €-fenza il .dovuto pentimento: fono come il Cigno c.14.vi6 Abbominato da Dio nell' antica fua legge , perché in lui mon corri- AO Íponde Pinterno all efterno candore, dice il Cardinal Cajetano. Pro- biberur Iraeli Cycnms inter alia animólia, quia cumalbus fit foris, intus migerrima carne cooperirur: E? 1lcanto di quelto uccello molto fonoro; velte nelle piume il candore della neve , Gtha la carne fuori di modo nera: pajono aflaicandide le.parole di molti Penitenti, avendo, per altroun' interno molto diverío da quello , che il lor efterno dimoftra; S'abbeliíce con piume molto biarche Panima veramente contrita; ma non e veramente pura nell' interno Panima , fempreche nel!” el- terno Abulen. in queít Ecclef.c. 4.

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