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y A o E poco zelo- d'alcumi Confeffori. xv 6. Molti fono glinganni, e le pazzie, che fi ritrovano ne” pecca. tori , 2”quali non fono da* Confellori fvelate : Viderune tibi falfa, ls fiulta , nec aperiebant iniquitatem tuam ; e non fcuoprendofi la piaga, bifogna per nece(fitá , che fi facciavana la cura, e le ne rimanga fenza rimedio l'infermo . Dice il Penitente, che há elaminato la fua cofcienza , per andare col procelío delle fue colpe ben formato / a quel Sagro "Pribunale; e vedrá il Confefsore, che quelto é molte volte fallo: viderun: tibi falfa ; poiche non porta il numero de” fuoi peccati , né le circoftanze neceflarie , ne la qualitá delle colpe ; il che facilmente fi conofce in moltifiime perfone; e feil Medico Ípi- rituale non gli Ícuopre quefto inganno ; quando coll” interrogazio- ni non puó fupplire la mancanza del elame neceflario nel Peni. tente, come lofanerá? Quis medebitur tui ? finilce di riferire il pro- ceso de” fuoi reati al Confeísore, cheé Giudice: dicendo , che non há altri peccati, e le con qualche diligenza Sinterroga , e fi elamina , fi troverá alcuno , che litacea; e moltiffimi non liconfeísano, dicendo, che il Confeísore non gli há interrogari ; Pelami , Pinterroghi- fe ha tacciuto nelle confefioni paísate ne” primi anni della fua etá qual. che: peccatocon qualche rimorfo , fingolarmente nella tale , 0 tal materia ? Sc, Non lavorando con zelo , manca Papplicazione folle. cita ; mancando quefta non íi Ícuopre il peccato : mec aperiebant ¡min guitatem tuam; e reftandogli la piaga occulta nel cuore, e necesario , che moja fenza rimedio ; forza e , che 'infermo periíca , non Ícuopren- doli Pinfermicá: Quis medebitur tui? 7- Non e mia la colpa, dirá il Confeísore, fe per fua malizia , ó vergogna non manifefta il Penitenteil fuo peccato; io non gli dico, che lo taccia ; eglidil reo "Sil teftimonio, ioit Giudice, che hó da dare la fentenza fecondo quello , che mi riferifce: adunque fe egli m'in- formó male , á lui deve imputaríi , e non á me: Non nego che il Confefsore (ia Giudice , che deve fentenziare fecondo quello, gli alle» ga il Penitente , non mi potrá peró negareil Confeísore, che non (a anche medico dell'anima , che vieneá fuoi piedi inferma : come Giu- dice, gli bafta Pinformazione del Penitente; ma come Medico deve toccarle il polío, e per turtiimezzi pofsibili faríi capace della fua in- fermitá per guarirla. E? vero, che anche:a? pit zelanti , « applicati nel loro efercizio fogliono alle vo'te i Penitenti occulráre il peccato per propria malizia , ó vergogna; e peró vero altresi, che queíto mol- te volte proviene, ó perchéeil Confellore non interroga , come deve, iI"Penitente, O percheloriceve, Ó tratta con poca umanita , € molto rigote . Avendo trafgredito il comandamento di Dio Achan , € ve. nuto alla prefenza dí Giofué, queltó per indurlo a confefsare il fuo peccato, gli ditse: Filimi , da gloriam Domino Deo 1/rael , Lo confitere, atque indica mibi quid feceris : No'lricevecon afprezza , non gli li mo» ítra col volto efafperato , né gli parlacon voci di rigore , conoícendo quefto Pa moras” E fofue c.y » Y. 19.

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