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Se agp Es == 8 xiy- Lamento contro 'Ommifione , peon medio ne*Sacerdoti Ugon Cardinale; mullus Sacerdotummedebitur ui, pa o bomo peccator : Come né meno? everitá Cartolica , chene* Santi Sa. duen cramenti éilrimedio per tutti i malidella colpa, e ne* Sacerdoti po. as per lanare le anime da ogni forte d'infermirá de? peccati: Nunquid Interlin. yefiua non efk in Galaad ? aut Medicas non ef ibi? Glof.interlin.hic: Num. ye quid refina Penitentia non eftinGalaad? aut Medicus , idefi Sacerdos , cta jus medicamine curari debuir , nonefi ibi? Si per certo, che vi lonorime. dj, e medicine, e Medici, Sacramenti, eSacerdori : Quare ergo non efi obdutta cicatrix filie populimei? come dunque yi fono tanti intermi lenza cura? da dove viene tanta, e si pericoloía contagione ? ellen. dovi medicamenti cosi efficaci, fon ridotreá Ítato cosi fatále >, Che puá Mr piangerí Welle : Quid medebirur tui? Nullus, autrarus. a $. Molte fonole caule, per le quali non hanno il dovuto effetro ¡ potentiflimi rimedjde” Santi Sacramenti; ne riferifce alcunecon lom. ma amarezzadel fuo cuore Geremia, Saltre con fomma erudizioñe Bierem addira il Cardinale San Charo: Profere tui, dice Geremia » Viderunt > ES tibi falía, (y flulta, nec apericbant iniquitatem tuam > ut te ad Penitena tiam provocarent . Sono iSacerdoti, Confellori , Predicatori, Dortorí, e Prelati, cheadempifcono gli obblighi delle loro períone, Sufcj, rapprelentati ne? veri Profeti, che Dio metteva nel antico Popolo per fuo conforto, e per fuarimedio; equelli, che mancano ll adem. pimento de” loro minifterj, fonocomei Profeti, de*quali fi duole in quefto luogo Geremia; Queñti non fanavano i dolorofi sfinimenti di Gerufalemme: perché vedendo i di leiinganni, e pazzie, non le ma- nifeltavano, nériducevanoá penitenza le genti, né i Confelori ri. parano a* danni de Penitenti, d perché inavvertentemente, (per non dire perignoranza ) non liconofctono, ó perche infedeli non li mani. Ruper- fa: feltano; comediceil venerabile Abbate Ruperto : Oria vidermns ib; per Hie- rem lib. falfa, Ly fulta , nec apericbant iniquitatem tuam Medici, tám imperiti , cap- 19, im i itentiam provocarent: Vi ¡ i Vnor qe LUAM infideles, ut te ad penite p fonoinganni, e 5.Viár «. pazzie ne” peccatoriz e fono dice Ugone di San Vittore, ne Miniftri ges uefli medemidiferti: Quellide* Miniftri confiftono in queíto, che á Threnos feconda del laro genio , ó inclinazione( non fia qualche volta Afaís Pl lfione ) annunziano al Penitente cole profpere , ú lo riempiono- di veríom. Ípaventole minaccie: Quando, ¿a quibus voleban: promittebant profpe- ra. Sendo, UA quibus volcbant , minabantur adver/a, Trovano Teo. logie favorevoli peruncaío , che porta un Penitente; equelte Teo. logie non praticano in cafo fimile d'altri Penicenti; fono tutti dol- cezza perle perfone di loro genio, e tuttirigore per quelle , alle quali D-Hie- NON Phanno. Col ricco ¿ Quantunque peryerío ¿fi difimula; $ il po» Lrinlam. “£FO) QUaMtunque buono, fi punta; cosi lo protelta San Girolamo: Hieron. Ch ul loguar quad Jentio , dificile hoc malediéto quis carere poteft, cum (5 más el pc adulemur propter potentiam , Lp bonos defpiciamus propter hos. Am, 6. Moli

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