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260 Tratt.X.SpiegodelleProp:C omdan. da Innoc.XI. da' Ícritti Je contefe ingiuriofe: e necellario ubbidire a Leggi cosi Sante; E benché non vi foflero queíte , hó-imparato , che le vit- torie pid gloriole á riportano colParmi po- tentiffime della pazienza Criftiana , fecon- do il detto d'Euripide . Cersamen patientia sale efi y ut qui vincitun y ip/o viétore/£1 melhor. Perloché niente-riípondo a quelle parole del mio P. Fr. Emanuele. 268. Quelli , che fenza pallione-leggé- ranno quanto sé detto di fopra y potranno formar giudicio , felamia dottrina..comtinet pluros -guim claufulas .. Credo, che ares5 o i Lettori, che loñoalme- no probabili; poiché fono autenticate- coll' autoritá ditanti Dottori, e ragioniz quan* ve ne laício allegate ; eche per dire» che una dottrina e falía , e neceflario provarlo con dimoltrazione, come dice Caramuele. nella fua Teologia fondam. lib.z. fund.58.n. 2716.do - veafferma. * Paritatem fore probabslizer ve- sám , quamdik non demoñfirosur, evidenter proberarefo falíam. * Lo-ftello infegna que- fo Eroe degl' ingegni y nella Teolog. intention mal: ep. 8vlib. 1.1612. prop. fin.fol: (mibi ) 20 dove parlando d'un foggetto, che | impur- gno , dice cosi : Dum etiam: ip/o , vel fuam bpinionem tuetar y vel Caramuel eam oppetit yan fervarest rigorem dialecticum defiderarem.. a hanc confequentrameliceres y ergoproba Pe, quod afirmar Carámuel 5. ut hac a nafcatur. [ nota )debet demonfirazi Y mamut feivint omnes, qui por hicam., ut improbabilitatem:p uadeanty elumbes , Y impotentes funt rariones univerje probabiles . Tiene lo tefTo l'eruditiffimo Verde. in /wis poftionib. Seleót:q. 9.14. 476.dovedice : * Quod anias Auétoris opinio, que rat; onibus fúlo citar, probabilis efi, nif evidenter ofendaturzos indicaremduo , primim non fufficere, qued pro- babiliter rationes convincantur de falfit atezyquia probabilizas mon facitrariones oppoftas non efe, dy probabilizer veras. * Lo:medemo infegha 11 N. RP. Torrecilla »e//e fe Confids. trat: 2. somf. 5. m. 143. con quelteyjarole: * N? queña probabilid pudatrerarf y fe non f mofira evi- dentementeofore falfri derri fondamenti . 269 His poftis y argumentos is2. Per con” dannare di falla una dottrina, e necellario convincerla con dimoftrazione : Sed fc ef, che le ragioni, colle quali il P: Fr. Emanuele impugna la mia: dottrina, non fono: dimo- ftrazioni + Adunque non pud condannare la mia dottriña per falla, Provola:minote: Demonfirario ef [yllogifinus y in quo ex premifio evidentibusfequitur evidenter conclujío, come diceil Filofofo in. Cur/a Trinitario Fom.1.difp.. 2.9.1.1.1203: Sedfc ef y che i fillogiímis 6 argomenti del P. Fr. Emanuele, non fono evidenti : Adunque ne dimoltrazioni. La minoreécerta; perché quello, che e eviden. te, non ammette loluzioney ne rifpolta , co» me colla dal detto di lopra: Adunque non, fono evidenti> Adunque né meno. fanno di. moltrazione: Adunque y lee necellario fare: i | + 8% evidenza , per dire, che e falla una dottrina 5 non convincendo la mia con dimoltrazione, né evidenza; fiegue chia= ro » che non doveva condannarla per falía , e che almeno é probabile. -.. 270. lo la tengo per tale, e dico. nuova» mente , che fempre cheil Penitentez che há abito di peccarey. viene alla confellione “con un' atto intenío di (traordinario dolore, non folo pud.efler' afoluto-, ma che altresiinter- rompe quel mal'abito- coll'intenfione del dolore ftraórdinario; fccome lafferma dell! occalione proflimail R:.P. Matteo di Moya molle. fueSele Tom. 1.4ra?.3.difp7.9.5.1.8:con quelte parole :-* Imbaddo pojfe impradicto cafu es bis m ; pe A > cesmilizar Card de Lugo difp 14. foótro.m1 51 .ub5 muni Doblorum ajjerit extraordinarium em; E propoffcum.non peccandi cum femina domi retant ayfacere, quod hac.retentio nongtka featur in pofjersm.occafío. proxima peccandi . 271. Per ultimo di quelta controverlia. voglio ayvertire , per non lafciaf Huogo-di malintendereció., che dico;- che quando di» co, che unatto intento di dolore (traordina- rio-interrompe, e diftrugge labito-delmal coltume, deveintenderí, effendo: al coftu- mey-dallintenfione dell'abito proporziona- ta Pintenfione d l dolore; perche y fel'abito. avefle otto. gradi d' intenfione, 8t:il dolore folo quattro» non balterebbequelto dolore-, per diftrugger l'abitoinvenío 4: 0%, quan- tunque quelto fia chiaro » equallivoglia deb» ba cosi giudicarlo . Perd', éome che un libro vi in diveríe mani, mié parío.bene avver- ticlo. Comealtresi avverto,' che quando dif= fi mella mia 7. concl.n.z45. numerando i cali, ne AS aconfellaríi il Penitente: molfo da qualche infaufto fuccefloy-d- eflen- dofi emendato in qualche cofá:, e pofta dili- genza , per viocere il fuo mal colume peo glun
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