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Propofizione LX. Condanñata. 25.5 Cosi lente in-fimili,parlando dell occalio- ne proflima Pernditiffimo Moya Tom, 1,:trat, 3. difp.7.quef. 5.1. 8. con Layman, Navar- ras altri, Sin fimili eriam de occalione proflima 11 Cardinale Lugo -41/p. 14. Seél, 10, men. 151. La ragione e; perché di come gli abiti delle virtá fi perdono per glijatti ¿on trar: V.G. Pabito della Fede, per V'atto for- male dell'.Erefia ; cosi gli abiti wizioli , per gli atti delle virtú contrarie : ¿Atqui V'atto della penitenza »-9 dolore, +2 contrario all' abito, ú coítume del vizio: «Ergo 3tc. 246. Da doves'inferiíce , che il Peniten- te, che venne la prima volta a -confellará, lenza ellereftato ammonito del fuo mal .co- itume., f1.puo .alTol vere due. 0 tre wolte, quantunque nella «prima y:e leconda non li lia emendato coll'ammonizione: che altresi quello , che con dolore ftraordinario inter- rompe il precedente coltume ,:potrá dopo d'ellere ammonito , :eller-affoluto .la fecon- da, e.terza volta, :benche in-quelte non li lia emendato : fuppollo , che con ello dolo- re sgsccdinsrio sabbia .interrotto il «coltu- me y Írreputa come non l'avele avuto..E le dopo della terza affoluzione viene .un' altra volta. con dolore .fraortlinario , .interrom= pera un'altra volta il coltume, e potrá ele» re afloluto altre tre «wolte.4cc. Sic parifor- miter lempre ,.che averá particolar penti- mento >. d.dolore. Quelta dottrina, «che ci» ta , A approva 4l dottiflimo Padre Torre- «cilla , impugna ,-e noncolla dovuta modera- Zione , il P. Fr. Emanuele della Concezione mtlfuwosrat. de Panis. difp./2, 9.13. num, 206. Y /e9. 4 247. E per effere necelsario purgare, di- fendere y e confermare quella dottrina, rif. ponderó. alle opisoni di queíto Autore , <ominciando comodo , .col quale sintro» duce a contradirla il detto. P, Er. Emapuele della Concezione , :il quale nel fuo :zrar. .de Peastent, di/p, 2.4 .13M4M, 201. dice, che, quantunque la dottrina,-che io ho infegna- to nella prima conclufione £ del «Juogo <ita- to mum.209. nel quale hó aflermato, che al Penitente , quale none ltato tre, -0 quattro volteammonito del (uo mal coltume, € pe- ricolo dellafua anima , -1i puó dare Valsolu- zione ) procuro interpretarla con pietáz ma che non poté interpretare con benignitd quello, che hd io inlegnato nella Íettima conclufione », chez la riferita di lopra : Tersio addendum ef, dice ; quod quamzis pre» diótam doArinamtraditam A-P.Corella in prima conclufione benigno interprerari fuduerim , E poff+ ad nofiram reduciinfinaaverimy, non tamen ed benigno inverprerari poffum vam, quam tra. -didit in feprima conclufione num. 214. ($215. Quareeám cogor impugnare. Quelto dice nel mum. 201. Et aggiunge nel mum, 206, che la mia prova , Y fondamento , che comincia con quelle parole: La ragione 2 ; Plures coma rinet falfitates y quam claufulas . 248. Se fupponendol pierolo interprete della mia dottrina , parla il P. Fr. Emanue- le con quelto rigore, dicendo, che la mia prova contiene pid falíitá , <he clauíole ; che averebbe detto, fe la faceva da-Giudice :rigoroío ? Non «ifponderó a quelte parole , "né meno redarguiró la Lua Perlona; ma folo la mia «dottrina rilpunderá all' objezione «della fua dottrina , comefece $. Girolamo a S. Agollino nella serza lerrera , che gli [erige : Simulque obfecro y :ut ignofzas pudorimeo : Noe egozibi, fed caujacauja refpondrz: Er f culpa ef rejpondife, quejo ut patienter audias y mul» to major ef :provocaf]o . Sono Y dettami degli huomini piú cordati: Penía il P. che la mia dottrina contenga pid falGta , «che clauíole; «St io perñlo, che miuna claufola abbi falía : ¡ che proveró , «cominciando dauna mia clau- «ula, che dice ció , chefiegue. 249. Si come gli abiti delle virrá J7 perdone per gli atri contrarj y «cost gli abizi VIRIOfE y per gli arti delle virrmcontrarie.. Y che im pugna con quefte parole : In reóta Theología Falfumomnind ef ,quia babitusmon contrariama sur actibus , nec abtus babitibus . Sed folum abtus cum altibus , (y babitus cum habitibus contrariaridici poffuntz, Et ratio ef. 1. quia contraria” -debent efJe in eodem genere , cum Nefniantur commnuniter fc : que fubeodem ge. nere maximó difant y. (y ab eodem fubjebdo mu- tuo fe expelluns., 250. ln primo luogo , non € necelsario, che gli atti $ oppongano <ogli abiti con contrarietá filica , flecondo la definizione de'contrarj , che allega il P. Fr. Emanuele come egli ftelsoafferma nel [uo corío Trini- tario Tom,1.trat.2, difp.8. q.1. mun, 1079. do we dice: Virtusautem, $e vitium contraria di- cidebentin genere moris, quia fummé neo genere diflant; non tamen in genere phyfi- co-juxta hanc definitionem; quia ineo non maximé diflant. -Né jo diffi, che Vabito vis ziofoy e Vatto della yirtú oppolta aveíse la contrarietá rigoroliffima , ma lolo , che úi diftrug- iz 64» Lu $ Ea - Le PAERITIATZ pa IA Y he
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