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PROPOSIZ. LIll. CONDANNATA. Soddisfd al precetto Ecelefaftico d' udire la Mela quello y che in un tempo Pejo fente due parti Veja, dy anco quattro ajfieme de di- verfi Sacerdotí, 206. D'e che quello , che li condanna in quelta propolizione » € il dire, che fi foddisfa al precetto d'udir Mella , udendo la metá da un Sacerdote» e l' altra meti da un altro: w.g. le quando un Sacer- dote (tá alzando il Santifiimo , P'altro co- mincia la Mella, e quando quello arriva ad elevare l'Oltia Confacrata , gid Paltro há fini- to, non loddisferd al precetto d'udire la Mel la quello , chefolola lente da quando il pri. mo cominció a confacrare y fino che abbia cominciato a confacrare il lecondo. Perché in realrá , chi lente Mella in quefto modo, añilte folo a mezza Mella : Ma le queíte due mezze Melle le fentira fucceflivamen- te : v.g. le lente dal primo dal? elevazione fia al fine , e foita quelta Mella n'uícifle un altra , e la [entifle fin'all' elevazione foddisferá al precetto : $ a quelto non seltende la condannazione, come affermano Lumbier > Jero e pa Ls quefa wpofizione. Et la ragione e; perché in que- e fific? , E moralizer há udito Mellain- tiera : Ergo écc. PROPOSIZ. LIV. CONDANNATA. Chi non pud recitare il Martutino, e le Lodis bencho pojfía recitare le altre Ore y non e obbli- gato. a recitarle y perchd la parte maggiore tira a fo la minore. 207. SUopongo , per lo fpiego di quefta propolizione , che vi fono alcune materie divibibili , Ec altre indivifibili 10. raliter . Divilibili fono quelle, che in cia» ícheduna delle fue parti (1 falva la ragione formale del tutto: v. g. il digiuno quadrage- fimale e materia diviíibile ; perché in cia- Scheduno de' fuoi giorni fi falva la ragione formaledel digiuno, che € ab/finentia a c r- mibus y (8 unica comefio . Materia indivili- bile ¿quella, melle di cui parci noníi falva la ragione del tutto: v. g. il digiuno indivi- duo di ciafchedun giorno € materia indivi- fibile , poiché rotto una volta , cefía la ra- pione formale del diginno , che folo per- 2483 Tratt.X.S picgo delle Prop.Condan. da Inmoc. XI. mette una comeltione. 208. Suppongo per flecondo, che, quan= do la materia e divilibile, quello, che non puó il tutto, éobbligatoa quella parte, che puó . Quello , che non puó digiunare tut- ta la quadragelima y ma ne puó digiunare qualche giorao , é obbligato a digiunare i giorni , che puó. Quando la materia e in- divilibile 5 quello , che-non puó il tutto, non€ obbligato alla parte: v. g. le foíle ne- celsario paísare l'onzie della collazione la lera, ecenare invece di far collazione, non vi larebbe obbligo di digiunare il reíto del tempo del giorno «y che precede alla fera. Vedali Sanchez mella Som. lib;1. tap. 19. per totum., A PE 209. Suppongo per terzo, che quello, che molte volte tralgrediíce ik precetto , la di cui materia é ¡ndivilibile, non commette pid , cheun peccato in numero: v. g. quello, che molte volte mangia in giorno-di digiuno pe- Íce : maquello, chetrafgrediíce un precetto di materia divilibile, commette tanti- pecca» ti, quañte volte lo tralgredifce; come quel- lo, che molte volte mangia carne in. giorno vietato . His poftist 5 ii 210. Dico primieramente 3 che quello , che non puó recitare Mattutino, e le Lodi , fe pudo recitare l'altre Ore , ¿obbligato a far= lo; 8t il contrario e il calodella condanna- zione. Im: una fol Ora, che pofsa recita= re , deve farlo. Si prova; perche J'OreTa= noniche fono materia divilibile : Adunque quello, che non pud il tutto » e obbligato alla parte, che puó. Siprova Pantecedente : in cialcheduna dell Ore 4i falva la ragione formale dell Ufficio Divino.: Adunque é ma= teria divilibile . 211. Dicoper [econdo, che l'infermo, 0 qualíivoglia alero, che per morale neceflit+ é impollibilitato a recitar Mattutino » e le Lodi ; edubita, fe potr+, dnó, recitare le altre Ore , none obbligato a recitare . Ita Lumbier , Filgueira , e Torrecilla fopra queja propofrzione. Perche il calo della pro- polizione condannata era di quello , che, pon potendo dire Mattutinoy e le Lodi, era certos che poteva le altre Ore; de lo fenlar- fi da else (1 fondava in queltos che la -mag- gior parte trae a fe la minore : Atquis nel noltro calo v'e dubbio delle altre Ore , e non fi [cufa da else y perche la maggior parte tiri a fe la minore., ma bansi per il dubbio"Íe polsa, 0 nó recitarle , nel chehá da foi A
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