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236 Trat.X.S, piego delle Prop.Condan. da Inroc. XT vero, colta dalle parole feguenti , che dice detto Torrecilla nel luogo citato : (e Paltro, perché , come relta detto nel fecondo fup- polto , ¿dottrina piana , che farebbe fenza torto il padrone al fervo in dargli minor fa- Jario dell' infimo: Sed_ficef , che ex fuppo= firione y che il padrone facelle manifelto ag- gravio al [ervo » al giudicio dilintereflato del dotto» pio , e prudente Confeflore ; eche il fervo , O per non ritrovare altri da fervi= re, 0 per altri riípetti , (1 trovalle neceffi- tato a fervire detto padrone ; d vintervenille timore , violenza, riípetti » d preghi equi- valenti ad ella, d fimiglianti, non pare ve- rifimile , che voglia Sua Santitá condannare» che aquelto permetta il Confeflore nel foro della cofcienza rilarcirli del detto danno , 3c ingiultizia: Ergo 4cc.) Fin qu: Torrecil. la: Vedafiora , fe quefte parole pare feguano la limitazione , colla quale io aflerifco lopi- nione della ricompenfazione de' fervi. Eche il P. Torrecilla dica quelte parole , per in- ferire la fua confeguenza , ó per altra cola, importa poco , purché fi verifichi , che fono fue, chee foloquello, cheio gli attribuifco: Dal cheli conoíce evidentemente» che né al dotto Filgueira , né al R. P. Torrecilla afcri- vocoía , ch' efli non dicano. 143. Dice di pia il R.P. Torrecilla mel mum.57. riferitoy che le mie ragioni niente rovano contro quello , che afferma , che E fentenza, la quale permette la compen- fazione a' fervi , quando lo giudica il Confeflo- Ye dotto, e pio, non é contro la cenfura d'Innocenzo ; E quelto e vero . Perche io non hó mai polto mano á provare cofa alcuna contro di quelto : ma bensi contro la fen- tenza, che dice, efserlecito a* fervi il ricom- mfarfi y quando cosi lo giudica il Gon= eflore dotto', e pio. E fe contro quello qualche cofa , Ó niente provano' le miera- gioni-» lo conoícerá chi confiderera il loro o. 144. Scioglie il P. Torrecilla mel sum. 58. le ragioni, colle qualiio »el 24m. 138. provo 1l mio aflerto . Alla mia prima ragione ril- ponde, che niun fervo acconfente volonta- riamente , che gli fi dia minor falario del giulto, 8 ordinario) almeno infimo. Et a quello dico, cheio non hd detto, fe confen- tano , 0-10 in queíto ifervi volontariamen- te: il mieafluntofih, che incafo, che acca- delle y che folsero violentati ¡ fervi, aveva luogo la compenfazione, $e e cola molto di- veríail fatto afsoluto dal condizionato; cofa molto divería e dire: Ora e di giorno , che affermare : Se il Sole luce, lara di giorno: Adunque altresi ¿cola molto divería, l'af- fermare : i lervi non acconfentono » che 4 dia loro minor falario, che é quello, che di- ce Torrecilla : che Vaffermare : in calo, Y fuppolizione, che confentano , che e quel= lo, che dico io. Riípondo per fecondo , che per lo ftelso cafo, che ifervi non fono violentati a [er- vire, fapendo, che il loro falarió e pocori- guardo al travaglio , volontariamente ac- confentono ; the íi dia loro minor falario. Perché volontario : Ef a principio intrinfeco cognoftente fingula . Conofce il lervo la tenui- tá del fuo falario, econfente di fervire fen- za violenza: Adunque acconfente , che gli fi dia minor falario; 0 -pe'l meno deve giu- dicarlo , e prefumere cosi il dotto y e prú* dente Confeísore; econfeguentemente y añ. co portando l'opinione, chedice, non else- re condannata la ricompenfazione de' fervi , quando logiudicano per lecito iConfefsori; non potranno ricompeníarí ) quando fenza violenza acconfentono di fervire, conoícen- dola tenuitá del loro falario. Alla mia leconda ragione rifpondeil dot- tifliimo Torrecilla, dicendo , che quantun- que Popinione > che io porto , e che fa di Soto, Navarro y Villalobos , fía probabilif= fima ; e peró anche probabile il contrario nel prefenté calo. lo non impugno, fe fia probabile, 0 nd, lafcio, che lo confiderino i dottia viíta della cenfura di Papa Innocen= zoXÍl. 145. Dico per fecondo, che; quando al fervo , 0 ferva non danno i Padroni V'ali- mento necelsario per foftentaríi congrúa- mente , ponno occultamente ricompenfar- fr, e pigliareil necelsario peril loro alimen= to : A quelta afserzione inclina il P.M. Lumbier obfero. 10, ram. 323. quantunque per il timore della condannazione non Sat- tenti rifolvervifi del tutto: con lo ftelso ti- more parla l'eruditiffimo P. Torrecilla /opra quefia propoiz fub n29. $. Et iocredo ¿in fines nella prima imprefione 5 le bene di poi con Hozes , citando me , fi conformi fenza ti- more alcuno colla mia afserziones rela fua feconda imprefione fol. 312. fub.n.8o. lo peró non averei avuto fcrupolo alcuno-fopra- il calo , [uppolto che alimento non í delse lufficiente a* leryi.. Perche la Propolizione con-

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