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Propofizione XXVI .Condannata. Seña Conclufrone., 99: Tco per fefto , che né meno [ari bu- re la metafora , peroccaltarela veritiz eco- silo prova S. Agoftino nel libro contra men- Aacium cap. 10. dove afferma, che non men- ti Giacob nel dire al Padre líaac , cb'egli era il Íuo primogenito Elaú per la miftica , e metaforica fignificazione , che avevano quelte-parole ; Que ff mendacia dixerimas , diceil Santo, omnes ersamparabole , ac figu- te fignificandaram quarumcumque rerumn y que non ad proprieratem acoipiende fans y fed in cis aliud ex alio ef intelligendum y dicentur efe mendacia ; quod abffr omnino, ¿Lye. Cardenas inhac Prop. cap. 4. num.46. 100. Con quelta dottrina molti huomini fpirituali ¡nvitati a mangiar cibi delicatiril- pondono , fenza mentire, che fono contrarj alla lorofalute y pigliando quefta voce, falu- te, metaforicamente , 4 inquanto fignifica la falute Ífpirituale. tor. Saddimanda, come abbia a portaríi enadonna , che avendo commedflo adulterio, ecoltretta dal maritoa dirgli le há adultera- to? merce, che, fe confelía , sinfama , e corre pericolo della vita y quale há jus di con- Tervare; Sedicedi nó, mentiíce. 102. Rilpondo, che in cosi urgente pe: ricolo della vita puó falvará dal manifelta- re il fuo delitto colla metafora» diceudo, che non há adulterato , perché quella paro- la , adulterare » metaforicamente fignifica idolatrare, come colla da Ezechiele cap. 23. ver. 27. dove parlando dell'idolatrie del Popolo Ebreo, dice: Quia adulterate funt, EU fanguis in manibxs eoruen y (Y cum idolis fuis fornicata fant . 103. Rifpondo fecondariamente , che, come se dettb nella conclufione 3., puó falvaríi col rifpondere con parole equivo- che , perclempio , P'interroga , le gli há rot- to la fede; puo ella rifpondere , non 1'hó rot- ta ) intendendo la fede > che -come criftiana profella 5 alla quale e comune quefta parola, fede) comealia fede conjugale. 104. Terzo rifpondo, che per occultare la fua fiacchezza púd rifpondere : non. ho adulterato in modo che fia obbligata dirte- lo , come sédetto nel num.88-, parlando del teltimonio,, ereo. Perche, (ficcome il Giu- dice , non oflervando ) ordine gindiciale » mon ha jus d'interrogare, ne ilreo, 0 tefti- gia, né condannato per tale l'ula=- A dd > 229 monio e obbligato rifpondere quello , ck'¿ occulto; cosi il marito non há jus d'inter- rogare , nela moglie e obbligata manifellare ilfuo delitto. 105. Si prova anche piú la noítra rif; fla , perche linterrogazione , per eflere prudente , fempre porta incluía quefla con. dizione: dimmi , fe bai fatto quelto, cafo che poli» edevidirmelo; e cosi quando il Con- fellore e interrogato , fe sh, che Pietro ab= bia rubato, l'interrogazione e, fe lo si ex. tra confefienem + Adunqueanche la rifpolta prudente tiene incluía la medema condi- zione: nonlosó di modo, che pofía, d deb- ba dirlo. 106. Si conferma a paritate : Pietro in “ eltrema -neceffitá prende qualche cola a Giovanni : quefto ragionevole , e pruden- temente non deve efler invito , che Pietro foacorra la lua neceffitá eltrema de'fuoi be- ni; e le lo folle, non per quefto peccherá Pietro in pigliare quella roba ; poiche , quantunque lia contro la yolontá di Gio= vanni» non peró e contro la volontá ragio= nevole: Adunqueall'iftello modo há da dif correríi nel calo noltro , il che sSintendera con quefto cafo. 107. Francelco , duro di paga”, dimanda ad Antonio cento pezze in impreltito ; 8c Antonio confiderando , che durerá fatica a ricuperarle, eche averá dalitigare, rilpon= de, non hd quanto V.S. miaddimanda; in quefto calo non mentifce Antonio , come con Sanchez , Palao, dí altri dice il P. Tor. recilla ubifupra mum.18. , perche Francefco, per addimandare ad Antonio prudente- mente, e ragionevolmente quefto danato, lo dimanda con quefta condizione ; le non há ad averne quaiche danmo per impreflar- melo; eper confeguenza la rifpofta d'Anto. nioc, non''hó in modo , che pofía dartelo fenza mio incommodo . 108. E le $ addimandalle , le la moglie coltretta dal marito pola giurare di non averadulterato: dico , che rilpondendo ella , ne' modi lopradetti , puó lecitamente giu=. rarlo; perché non mancandovi ne la giufti zia y ne la veritá, ne il giudicio , il giuras miento é lecito; in quelto cafo ,.e ne” modi lopradetti non manca alcune di queftecondi. zioni: Adunque écc. 109. Dal detto in quelte conclufioni , sima ferifce, che quello, che parla amfibologica. mente ( nen concorrendovi- le circollanze p:3 dell V

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