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3 e SEP — rr 2 — — E 228 Tratt.X.S piegodelle Prop.Condan.da Inmoc. XT. che ba bifogno» cheíi celi in imiglianti cali la yeritá , equivoca la rilpolta. : q 88. Interroga il Giudice il teflimonio , 0 il reo» nonollervando l'ordine gindiciale , d non avendo femipiena prova 5 d in quallivoglia de' cali, ne' quali il teftimonio , d reo pud lecitamente tacere la veritá; ponno: riípon= dere, che non fanno di tal delitto, neilreo, che 1'hi commelío : e quefta rifpolta cosi afío- lJutamente pronunziata , per la circoltanza della illegitimitá , colla quale il Giudice in- terroga li £3 ambigua » € fignifica-, no'l só.» di modo che debba dirlo-. . il 89. Per la medema ragione » quello, che si una cola [otto figillo , 6 fecretonaturale , puo rifponderes che no! sá; ¡im0, benche lia interrogato di quella in giudicio, e”l Giudice inflalle in dimandargli, le sála cola adhuc in fecreto, puó rifpondere » dino ».ita exprelsé Aragon2.2. quef. 70, aro, 1. fol.373. Y. Sed ef dubiun, 90. Dimanda il Confellore al penitentes e há di cheaccularí nel felto comandamen- to , nel quale il penitente há un peccato , che > fe lo confelía , há da venire il Confellore in cogniaione del complice; puó rifpondere id penitente ,- che non há di che accularli in guelto precetto. gr. Da quello se dettos sinferiíce, che fe in tutti icalidetti, d. altri molti imiglian- ti, quello, che rifponde » lo fá con giura» mento peccherá venialmente , fe giura len- za necellitá, come farebbe» quando gli da- rebbero credito, fenza aggiongervi il giura- mento ; non lara peró-mortale , Falids, non we ingiultizia ; perché non vi mancherá la posicha ma fola la diferezione » che é ve- Blales Quinta Conclufione , sk 92. De per quinto, che né meno e by ia » né condannato per tale > Pula= re l'amfibologia y perchéattente le leggi della politica y l'hiperbole » eutrapelia , ironia , la, S8caltre figure retoriche , fono ve- y benché attento il rigore delle parole no'l fiano.. Ica Lumbier odferv. 8, num. 236. Tor- recilla-wbi fupra regol. 3. num. 182., perché quelta amfibologia non e interua , ma elternáy come fi vedrá ne' caí feguenti . 93. Dice Pietro ad un fuo amico: V. S. mi tenga per fuoferyo, (td a” fuoi piedi y -pud dilporre della mia períona, e beni-comé di coía propria fua Sc. quelte parole prele in tutto rigore non fono vere; poiché ne Pietro éfervo del luo amico, ne (lá a Íuoi piedi; ma atcenta la politica, fono vere; poiché , chi le dice, folo intende fignificare con elle, che é pronto per fervire il (uo amico. 95. Ha Giovanniun cavallo, d altra cola, che molto ftima; edice piúftimo quelto ca= vallo , che quant'altro iohó: quelte voci ri. gorolamente fono falle , poiché Giovanni piú ftimalafua Conlorte , Figli y Padre, d Fra- telli, cheilcavallo: ma in fenfo iperbolico lono vere, poiche. folo intende fignificare co la grande ftima ,. che fa di quel ca- vallo. a En 95» Francelcodicead Antoniopovero per ironía , V. $. puó comprare quell' arazzo> poiché há molto danaro : quelo in: rigore , [uppolta la povertád' Antonio, efalfo: ma, come che lo dice folo per ironia y non é bugia. g6. Stanno divertendof; oneltamente quat> troamici, uno d'efli e alquanto tenace , gli altri dicono; il Sig. Folano , che e fplendi- do, e liberale, c'inviterá a pranío : quefto parlare in rigore » fuppofta.-la condizione dell' avarizia del loggetto,é falla; ma atten- ta Vironia rs > che - te qualche follieyo y € vero quelto modo di parlare. 97. Si ritrovanoin un circolo quattro per» Íone » mormorando., e dicendo difertucci di quefto, e di quello; uno.de' prefenti ti- morato , benche (sá , che coluidi cui li par- la há quefti difettueci , tuttavolta- con: ca- risá lo cuopre:y.dicendo :» che non dicano tali difetti, perché di niuno (i preflume deb- ba ayerli :- queltoparlafe in rigore y fuppolto la notizia» che. timorato hi de' difet- ti del (uo proflimo.e fallo;:peró attenta la Criltianitá- y e prudenza e vero. A quelto modo ponno-efemplificaríi altri molti caí (> miglianti. ¡ 98. Daldetto sinferifee , che fene' cafi di [opra detti figiuraffe , farebbe peccato venia» le, non. eflendovi neceffitá.; 8 eflendovi, niun peccato ; poiché non fono giuramenti fal: E aliós fuppongo, Che non mancbi la giuftizia al giuramento. Sega
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