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"4 .eo ap. TL della Penitenza Medicinale . CAPITOLO UL Medicine prefervative per gl abituari nel peca cato y, E occafoni- envolontarie . 26. No de piú principali minifterj del Confellore , e Pufficio di Medico Spirituale , -che deve contutta diligenza cer- care di-conoícere Pinfermitá de” Penitenti; toccare a bell'agio, e polatamente il polío all' anima; oflervare le pañioni » «che fi fono Íconvolte , eturbate nel peccatore; econo. fciuta V'infermita applicare la medicina con- veniente al morbo. E” medicina di gran profitto , per confe- guire llemenda del -Penitente » quando e invecchiato in qualche vizio» moflrare il Confellore di non volerlo affolvere » nella forma »-che hd detto «nel capitolo .anteces dente: Poiché a quallivoglíaCriltiano, -ve= dendo , -cke ¡i fuoi peccati lo:mettono a riíchio d'ellergli megate le chiavi del Cielo, cauía tanto -orrore , € fatal' impreÑfione > as Jo riduce a far proponimenti.molto ef- Caci. Ma avverto il Confelfore , che quello mi- nacciare al Penitente di non volerlo affol- vere, non há da ellere con gridori, «parole "pungenti, 0 alprezza alcunaz ma bensi con amore , rendendone capace .'iftello Peni- tente , Coll' addurgli la cauía , ¡per la -qua- le fi 'moltra difficile in affolverlo,.che-é, per meritare poco credito i di lui proponi- menti.. Ayverto di pid, che per quallivoglia abi- to di.peccato mortale , che abbia il Peni- tente , deve applicarfegli il rimedio detto; poiché milita in tutti gli abiti la lefa ra- gione y e tutti li abbraccia la Propofizione 60. condannata dalla Santitá d' Innocenzo XL 1 pid frequenti.abiti. di peccare fono quebi: 27. 1 primo € il vizio d' ubbriacark, y riempirli_di vino, quelloé sidifficile da cor- reggeríi, che molto pochi fono quelli , che avendo quello vizio, lo laftino. Il fecondo e di giurare in bugia, emaledire di cuore. 1 terzo € di non pagare i debiti potendo , d non rellituire ¿l mal' 2cquillato . Hi quarto € dinon pagare-i.Legati lafcia- ti in teftamento , di Melle y d' Anniyerla- Ti ác. 1l quinto di non perdonare l'ingiurie, Se 207 “amare , e moltrare al proflimo l'amore , che gli deve. Il fello e di non adempire le promelle, Y voti fatti a Dio, Sta fuoi Santi. ll lettimoe il vizio brutto della laícivia, tantoin le fteflo , come con terza perfona, lia di penfieri, 0 di parole» d d'opra. L'ottavo » non rellituire l'onore , y fa. ma ingiuflamente tolta nelle mormorazioni, ritrattandole alla prefenza di quelle perlo= ne , avanti le quali fi mormoró del proflimo; e nella contumelia , dimandando perdono alla períona ingiuriata . ll nono e il vizio di non imparare la Dottrina , « i Millerj della Fede , di che hó trattato di fopra ?rat, 1. cap, 1.m4mM,1. € parleró nel capiz, precedent. num 24. anche tratteró nel feguente :rat, 10. nello fpiega- re la Propofizione 64. condannata da Inno- cenzo.Xl. Il decimoé il vizio di nonubbidire a' Geni- tori, diperdere loro il riípetto , di parlare ad.efli con fuperbia y dicendo loro parole purgenti , A ingiuriofe. L'undecimo + 'ommifñioni, che per abi- to commettono le períone nell' adempire gli obblighi (peziali del lor ufficio particola» re, e minilterj; di che diffulamente , e di propolito tratto nella feconda parte di quel!” Opera. In tutti queflicoltumi , «e abiti» che fo» no molto 'ordinarj, $ inaleri (traordinarj, che [ono confimili a quelli , che moite vol» te incontrerá il Confeflore » conviene por- taríi co'l Penitente nella forma , e modo , che refla detto nel Capitolo precedente. Edeve dimandargli in quelicali, fe altri Confellori Phannoawvifato» che il fuvabito lo rendeva incapace d'alloluzione »-e le Phanno avvilato due, o trevolte, enonfi a emendato , per niun.modo deve allolverlo., [e- forfi non vi concorrellero le circoltanze, che diró nello (piego della Propofz. 60. 23. La leconda medicina, che-bá dá ufa. re'il Confellore co'l Penitente , € poude- rargli lagravezza- del peccato mortale nellá forma » Che rela. detto mel cap. 1. di queño traitato. 9. Perché é certo , che in molti Penitenti y a” quali hó ponderato la brut» tezza del peccato, hó veduto effetti flraor» diparj ,.€ converlioni maraviglio(e ; eLo. gliono poi dire quefli tali: Padres fe gli al= tri Confefíori m'aveílero fganmato » e dato il lame» che V.P. m'há dato:adeflo., non averci
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