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* E Ñ $ — na A A TE RE PU ds dx AE a E 5 dl «mí A A NAM TR 206 Tratt. IX. delle cofe, feíionale , 8call'Altare a comunicará : folle= citoil u negozio, il luo intereíse, $ at= tendo al fuo bene, e vivamente delidero la fua falute: quelto ftelso deve egli deliderare con maggior' ardenza; poiché piúa lei impor- ta, e preme, che a me; lo faccia , figlio, per quanto glié cara 1' Anima, che a queíto modo viverá V.S. quieta, col cuorfereno, etranquillo , e con quella ficurezza , che por- ta Íeco una buona cofcienza: dowe peril con- trario , trafcurandolo , non ne fentirá, che turbolenze , inquietudini ) ét anguítie nell Anima lua , eal tempo della morte averá un Pr di non aver praticato quel- o, che ora gli configlio: faccia adefso quello, > allora nello Ípirare vorrebbe aver fatto Cc. 7 24. Altri Penitenti ritroveri il Confefso- re, che non lanno la Dottrina Criftiana, né ció , che per falvarí fono obbligati lapere ; 8c hanno adinterrogarí della Dottrina Criftia- na quelle perfone , che prudentemente (i fuppone non la lappino, come hd detto di Ío- pra, meltratx.cap.x. mum, 1. Net bene y che il Confeísore la dimandi fempre al principio della confeffione , perché vi Aona molte per- fone;, che li turbano, fe fi entra ad interro- garle ful principio della Dottrina Criftiana s. esarroiícono, le rifpondono male , e unen- doli quefta roísore a quello, che hanno nel dire ¡loro peccati, puó efsere, che fía cau- ía , che ne taccinaaleuno , efi confeflino ma- Je: finito di dire tutti 4 peccati, potrá il Confefsore interrogarli della Dottrina Cri- fliana; efene trova ignorante il Penitente, non puó afsolverlo , fe almeno non sá il Mi- fterio della Santiffima Trinitá, equello dell Incarnazione, perché la cognizione di quelti enecelsaria precilamente, per ricevere lPaf- foluzione , come colta dalla Propofizione 64. condannata da Papa Innocenzo XI. e potrá vederíi nel [uo [piego , nel Trattato X. feguente . Sicche , fe il Confefsore ri- trova , che in quelto patifce ignoranza il Penitente » deve , avanti d' aísolverlo , in- iiruirlo nella norizia de” Mifterj della Santif- fima Trinitá , dell Incarnazione, e dell Eu- cariltia , che vuol ricevere ; 80 ordinargli, pi glialtri., che dineceffitá di pre- cetto deve il Criíliano fapere: e feavendo- glielo ordinato tre, ó quattro volte, non gli ha im parati , deve differirfegli l afsoluzio- ne, finchélifappias come ho detto nel eras. 1, cis aro, € dird anche mel tra? foguente frat.10. Ze ze «NA um 2D ASADA che fieguono alla C onfe fione Jpiegando la Propofrione 64. condanrata. Et ayverto» che, acció il Penitente n>n fi conturbi per vederí interrogare delle cofe della Fede ; il che goffamente peníano , 82 anche diconoalcune perfone ruíliche:,. e(ser cola da fanciulli: hida procurare il Confel- lore di farle capaci , dicendoli , ohenon g!ia. le dimanda per curiofitá , né per farlo arcof= fire, ma perché enecefsario, cheil Peniten» téle fappia per falvaríi; e quell' obbligo non € minore negli adulii, che ne* fanciulli; e che e necelsario , che il Confelsore veda, le in cosi importante materia We qualche igno- ranza , per conoícere , Íe pud con buona co- (cienzadare Pafsoluzione, ecomaltrimotivi (uggeriti con prudenza:, ebuon modo rende- re loave al Penitente ¡il fentirfammaeltrare: e le il Penitente fará Padre, Y Madre di fa- miglia, 'interroghi anche con pazienza, e prudenza, le a' fuoi figli, y fervi hi infe- gnato i Milterj della noftra: Santa Fede» d [e há procurato , che limparafsero ¡in Ícuola y. 0. in altro modo. 25. Troverá anche il Confefsore alcuni, che non hanno fatta la penitenza impollw loro nell'altre confellioni, eche. dimandati ful principio, fe hanno: foddisfarta la peni- tenza, dicono di nó, ma che ne hanno an- cora da fare parte; allora fi faccia favio di as cheadefsamanca, per compirla; e efofsequalche penitenza indiícreta y alleg- gerendola , d.commutandola ¡naltra pió pro- porzionata con buon modo, fenza dir male del Confeísore-, che diede quella imprudente: penitenza , né riprendendo con afprezza il Penitente » che non 1'ba fatta, benché Pabbia tralafciata pernegligenza ; ma per allora dil- fimulare , e, rifervare all'ultimo della con- fellioneil fargli conoícere quelto fuopecca- to d'ommiflone , come pid volte ho detto nel decorío di quel Opera». Vi fono: altri Penitenti negligenti nel compirei voti, e promelse y; po 5 ae háda procurare d'interrogarli ful (condo Coman- darento 5. e trovandovi qualche difetto; ommilione, d tardanza » fe po llegge- rirli quelPonere al Penitente, difpenfando , irritando, 6 commuútando il voto, per al- cunode” princip;, che ho [piegato mel trar. 2. cap.4. per torum y efe non fi potrá, imporgli ,, che quanto prima Padempiíca . GA-
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