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Cap.I. Efortazione per muovere il Penit. al dolore. 203 tente la bruttezza della colpa proporgli la gravezza del peccato , e l'orrore dell'offeía di Dioz ma há da farú con queda dolci , e penetranti ¿ ammonendolo [oavemente , e non riprendendolo con gridori: moftri al Pe- nitente ¿l fuo inganno , ma fenza parole» che linaípriícano: Peforti con ragioni lo muovano , ma non l'atterriícacon difperá> torigore: Pilluminiconluce, che Pilluítri, e non Poffuíchi colle tenebre, d fpaventi co” tuoni: fecondi la fua anima colla ruggiada di fanta dottrina , efana, enon Ícarichi gran- dine, chel'ifteriliíca. Finalmente procuri colla fafcia della pru- denza legar le piaghe al paziente , tempe- rando il vino della riprenfione cell'ogliodel! amore » e benignitá , e cosi foddisferá alla legge , che há co'l profíimo , alzelo dovuto ad un Miniítro di Dio, otterrá il fine dell emenda del Penitente; e Diolo.riempirá di lumi , per conoícere il weroy e di prudenza, per ben guidarei peccatori. 17. Molte volteaccade che il Penitente fi.trova in qualche abito invecchiato di peccare, Át-occalione proflima volontaria ; ne quali cali deve-negarú l'aloluzione , Le- condo la condannazione d'Innocenzo -XL nella Propolizione 60. Nientedimeno mol. te volte ponno affolveríi , concorrendo le circoltanze , Che fi noteranno nello Ípiego di detta Propolizione . In quefto calo, benché debba affolverli il Penitente , -e peró necel- ario avvilarlo come co] ricadere fi fi in- capace dell” alfoluzione , «come hd detto nel preambolo »um.10. Etallora há da por- tar il Confellore co'l Penitente nella forma leguente. C. Confideri egli lo ftato milerabile., nel quale firitrova laÍua anima per quelterica» dute, cheé tale, che'l rendeincapace di ri- cevere l'afloluzionez poiché il non emendar-» li egli in-tanto tempo-, é argomento , che non viene alla confelfione co'l dolore -necel- lario, né efficace propolito d'emendaríi: e non avendo queíta difpofizione, e incapace di rice Vaffoluzione y fecondo che coman- daa ellori la Santitá d'Innocenzo XI. di- cendo, che a' recidivi di molto tempo , in quallivoglia- fpezie di peccato, non potiamo dare l'afloluzione. Elaragione, mella quale fi fonda queltodecreto, é: Perché il Confellore non pud vedere il cuore del Penitente, mé ifuoj atti interni, né fe da vero , e con vera riloluzione pro= ponga d'emendarfi , e lolo 4 pageriori dagli effetti s'inferifce la cauía , che enel cuore: gli efferti d'un vero pentimento, fono l'e- menda de'coftumi : egli in tante confeflio- ni non se mai emendato: Adunque non ba avuto vero pentimento; e non P'avendo, e ij ce di ricevere l'afloluzione, 4 il frut- to di queíto Santo Sacramento della Penis tenza . 18. P. Padre, ¡io gli do parola , che nell' avvenire m'emenderó . C. Figlio 3 io poco mi fido di quelta pa= rola; perche fempre y che egli e andato a confelsaríi , há dato quelta ftefía parola , e mai 1' há mantenuta ; con che fondamento Lan y hóio da credere adelso , che l'ofser. vera? Ñ Voglio , che egli medemo fia giudice della fua eauía ..Mi dica, fe egli m'impo» nelle, che facefli una cola » 3 io gl'impe- gnalíi la parola, di farla, e non la faceííi , ed egli ritoroalle una , e pid volte a pregarme- me», ¿ciofempre gli dice di farla, ma mai la facefli, mi crederebbe piú per quanto di poi gli promettefíi ? Nó pet certo, e con ragione . Egli é venuto a confellaríi una, due, e piú volte nel decorío del tempo, che há quefto vizio 5 há dato fempre parola al Confeísore: d'emendaríi , né mai 1'há olser- vata; come poi crederó ioadeíso , che egli Polserverá ? 19. P. Padre, che vuole? Siamo fragili, e miferabili; benché mel confeísarmi ayevo animo di piú non offendere Dio , di poi, co» me fragile, cadevo. C. Son certo , chee inconftante la condi» zione della natura umanas che étutta fragi. litá; ma quefta fragilitá ha da ripararli in qual» che maniera, e la maniera há da elsere, ne- gandogli 1 afsoluzione ; poiché + mentre é tanto incancherita la piaga, chemnon baltano le medicine foavi per fanarla , e necelsario valerfi dell adultione per curarlo da queíta ulcera pericoloía . So ben'ancora» che filicamente e compa» tibile ; aver nella confefione vero propoli- to d'emendará , e dipoi romperlo, una, e piúvolte; tuttavia moralmente fono incomis patibili tante reincidenze con un' efficace, *e vero propolito : e noi Confeísori dobbia= mo regolarci ) non da quello , che filica» mente puó avvenire » ma da quellos che moralmente Íuccede, e fuole comunemente [uccedere. ; Filica-
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