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200 piú'inumana , efpietatamente, che gl'iftel- fi Ebrei : poiche, fe quelli lo crocifillero » £a fenza conoícerlo per Dio : Luce cap, 23. Nefciunt quid faciunt 5 e lolo una volta gli tolíero la vita ; ma V.S. conolcendolo, e credendolo fuo Dio, Vhád ammazzato » e erocifilo tante volte , quanti peccati há com- meflo : Mi dica figlio » há foríi Dio fatto a lei qualche male? Gli há fatto qualche torto, d ingiuria ? Nó» che anzi gli bá fatto mil- le benefici , e defidera fargliene maggiori : Adunque , che ragione há di perfeguitare un Dio sibuono? Non le pare y che fiano ba- ftanti le pene fofferte dal luo Redentore nel- la fua amariflima palfione y fenza accreícer- gliene altre di nuovo? 7. E fea calo l'amor d'un Dio tanto de- gno d'eller amato, non la muovea piangere le fue colpe , e non lobbliga ad emendaríú , fe vuole , il timore della (ua Giultizia lía fre- mo alla (ua vita - Awverta figlio , che hi gia nel! Inferno Dio molte anime con meno peccati di quel- li hi V.S. commello; e che poteva, lenza farle torto , «lubito che peceó , Jevarle la vi- ta, e getrarla nell' Inferno ..E che larebbe dilei, fe le foffe toccata quefta forte mile- rabile? Se di quá non fi puó foffrire un di- to sú d'una candela acceía per breve ed dí tempo, come la farebbe di lá in quelle ca- verne oícure ftretta con ferri,.€ catenero- venti , tutt'involta in fiamme voraci , ar- rabbiando eternamente di , ejfete, fenza aver altro per refrigerio, che piombe ftrutto percibo, pece fquagliata per bevan- da » caricato d'acutifimi dolori , e trava- gliato da quante infermisá fi trovano , non avendo altra camera , dove ripolare » che una erate diferro ardente: e quello, che é piú , privo per fempre della vita di Dio, fenza Íperanza di vederlo per tutta 'Eter- nitá. Tutte quee pene há V. S. meritato peri fuoi peccati : e con che há meritato, che Dio le abbia concello tempo di confelfar- fiy quando )'há negato a tanti altri ? Anzi che tanto piá V. S. lodemeritava» quanto erano piú gravi le fuecolpe, e pi moltiplica- tii fuoi peccati. 8. Non fará ora fomma pazzia metteríi ella un”altra volta arifchio d'elere da Dio condannato ye non fervirí , anzi abufarí di quefa grazia? Sappia figlio, che há nu- mero determinato il peccare, e che Dio há Al Trattato LX. del IX. Comandamento, legnato quanti peccati deve permettere a cialcheduno, ad uno quattro , ad un'altro dieci, adaltro venti , adaltro cento, d mil. le É£tc. compito queíto numero , come la volontá di Dio e irrevocabile » e i luoi decre- ti immutabili, efeguifee il caftigo full ani- ma: nonsá V.S. quanti peccatile ha da per- mettere Dio , ignorail numero , che gliene há fegnato, epuo ellere le manchi un fol peccato > per compire il fuo numero, efe lo compilce , mifera lei, poiche fará infallibi. le la fua dannazione eterna . 9. Mi dica, che utilericeve da offend re Dio? Dia un occhiata alla fua vita palfata, a'gulti goduti, e midica, che guadagno há ricavato daquefti? Dove fonoi fuoi piaceri? Tuctti-fono fvaniti , e finiron in un mo- mento , 8 anche finira la vita , che le reíta da vivere, come é finita la vita vifínta fin” ora: non le pare un grand'errore per cole tanto momentanees vili, etraníitorie, tan- tobrevi, ácinconflanti, perderel'anima per Lempre ? Awvverta » che e cofa fpaventola Vaver da penare per [empre ; ét e gran paz- ala, per unguíto, che appena dura un' in= flante , Voler ardere fra hamme voraci , non ua anno, nédieci, né mille, né millioni, má per tutta leternitá. ¿Paragoni la brevitá lomma de diletti terre ni> e guíti temporali colla lunga durazione d'un eternitá » eveda, fe ¿giulto, e ragio- nevole, per beni si friveli avventurare un' eternitá di sigravi mali. Faccia figlio rifleffione, a ció, che dico, coníideri , chee veritá certa, e di Fede, che quelta vita há da finire : Avverta, che bi da venire un giorno , Bc ora, nella quale an- che V.S. finirá colla vita: rifletta: che al- lora lara in lommoamara al? anima lua la col- pa, che ora le offerifce il Demonio coperta co'| dalcedel guíto, e dell' utile. Quando V.S. arriver¿ all' ora della mor- te, quanto allora vorrebbe dare per non aver peccato ? Adeflo há tempo, e commoditá , pa morire confolato; ma fe lotraícura , né ene vale, potrá effere ¿che le manchi quan- do lo defiderera . ro, Rifletta , che quefta vita e incollan- se , e che le ora € vivo + dimani pudeller morto » di molti Paverá udito , come fono morti all” improvilo , fenza poterá confelsa- re : lo (teffo pudo fuccedere a V.S. poiché non ha alcuna poliza da Dio Signgr Na- ftro» che Vaflicuri non debba morire lenza Coan-
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