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DEA ia ; a A A A poe , 7 .. 194 Trattato V 111 delV UL Comandamento. cosi. Perché minor gius ha il proflimo alla fina fama , quando il delitto é vero, che quan- doéfalío. Adunque, fe quello, cheaddofsa un delitto fallo, € obbligatoa reflituire tueti ¡danni feguici dalla falla impurazione, non há da efsere obbligato anto quello, che fo- lo pubblica il delitto vero. Con tutto quelto, Popinione contraria € lacomune» evera. Et é la ragione , perché quello, che infama il profflimo, diícuopren- do qualche delittoocculto , benché vero, e cauía principale» $ eflicacedel danno» che ne fiegue ; Adunque e obbligato a reflitui- re tutto il danno feguito-. Si conferma con quelta parita : Quello , che, colpabil- mente difcuoprendo il fuoco » che ftava coperto fotto la cenere , é occalione di qualche incendio , e obbligato a rellituire tutto il danno feguito» nell' iftelso modo , che quello » il quale colla (telsa colpa por- taíseil fuoco , doye nonera, efoíse occalio- ne del medemo incendio : Adunque fara obbligato a reftituire- tusti i danni caufati, quello , che há Ícoperto qualche delitto oc- culto, evero, come quello, che impole un delitro fallo. Dal che colla la rifpolta alla ra- ione in contrario. : 28. P. Padre , queíta fteísa Giovane ha infamato me, dicendo» che vivevo in: con- ubinato . : : €. Siccome ne” beni di fortunadlecita la compenfaziobe ; concorrendovi Je circoltan- ze, che ho infegnato , parlando di quefta materia nel comandamento 7. ca).4. part.7. cosi e anche lecita nel infamia : di modo che fe due perfone mutuamente 6 fono in- famate , ponno in giulta compenfazione la- (ciare di reflituirúi la fama; Soto, Adriano, Toledo, 8c altri, che cita, e liegue Lellio ubi fupra dub..3:5, per zorum. E peró necefsa= rio, acció lia giulta la compentazione y! che vi fia egualitá tra J'una, e Valera: fama $ di forte, che, le uva infamia era leggiera, e Paltra grave , non era lecito compenfarí a quello, chefú leggiermente infamato , e per quelto laíciare di reftituire Pinfamia grave: Né meno quefta egualitá e fra Pinfamia , che V.S. hicaulato ad elsa Giovane , con quella, cheelsahi cauíatoa V.S. perche perde molto piúdicredito da una fragilitá una Giovane , che un” z 29. Qui € necefsario , che notino i Con- feísori , come quella compenfazione non é lecita , ne Sintende y che-io poffi infamare il proflimo , che há per avanti infamato me; pbiche qquelto farebbe vendetta , e non com- peníazione . Solo intende, che dopo elserfi mutuamente infamate due períone , pud cialcheduna laíciare la reftituzione della fama in ricompenía , d per dirlo piú propriamente , come in pegno, finchée lValtra perfona relti- tuiíca a lei la fama , cheletolíe: V.G. difse Pietro di Giovanni, che era unladro; none lecito a Giovanni dire di Pietro altra cola (i- mile ; má , calo , che Vabbia detto y puó Giovanni differire il reflituire a Pietro la fa- ma , Chegli tolíe , fino che Pietro la reftitui- fcaallo ftefso Giovanni. 30. Quello , ch'e lecito., ¿ manifellare quei difetti di colui che infamó , li quali fer- vono per ricuperare all” infamato la fama per- la, quando per altro mezzo non puó ricupe- rarla: V.G. difse Pietro di Gioyanvi, ch'era ladro, e Pietro non tratta di reftituirgli la fama: puó Giovanni dire, che Pietro e un bugiardo > elsendo vero, che Pietro liatales acció aquefto modo non gli diano credito ye Giovanni ricuperi la fua fama. Difli » efendo vero , cbe Pietro mentifía y perché non mentendo, non é lecito dirlo, per ricuperare Giovanni la fua fama , dc il contrario e condannato » come fcandalofo , da Innocenzo XT. nella Propol. 44. nella dicuí fpiegazione (chefaró mel trar. 10.) diró le condizioni , che lono neceísarie, acciocché quelto hi faccia Jecitamente. CA PIT-O-LO: Y. Di varj modi, che infegnano ¿ DD, per reffituire la fama, 31. QE il delitto, che impole al proflimo, € falío y il modo direflituire la fa- ma há da elsere diídiríi alla prelenza di uelle períone , alle quali se detto:, dicen- y : In tal occalione difli di Folano , che aveva quello difetto, o quell' alero, fappia- te, che non é cosi, eche io ero mal' infor- mato, perché le-perfone da bene , e [avia non ritrovaño in alcun modo in lui: il di- ferro , che hd.detto ; «efe no'l vogliono cre- dere , devegiuraríi y ch'e falío quello, che ayanti s e detro : Já Clavis Regia dib: 11. cap. 3. mum. 27. Molina , Filliucio y ela co- mune, 32. Se ildelitto e vero, dc.era occulto, il modo di reflituire la fama, ba da efsoce lodare

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