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» 2 A A AA AA A eS a AER E e G jgjal XK A «Capitolo 11. dellaMormorazione..— 191 to da perfone di poca fede , mon peccamor- talmente , benche alias gli uditori per loro leggierezza li perluadano » e faccino certo giudicio , che lara vero quello loro fi dice: efuoride DD. che avanti riferii, J'afferma- no anco. altri, che cita -, St approva Diana part.2,.tras.5.refol. 28. Adunque me meno Ía- rá peccato mortale il riferire il ttoa per- fone dipoca capacitá » che per difetto di que- fta li perfuadono effer certo-quello » .cheudi- rono come dubbio . Provo la .conieguenza; nel primo-caío non «v'é peccato, quantun- que, attenta la leggierezza «degli uditori, danno credito aquello 'loro fidice , perche il motivo. ex fe di riferire quello s'e udito .da -perfone poco degne di fede , non£ ballantes per far-quefto -giudicio: Atqui il dolpetro ex fo nontbaltante acció gli uditoridianoal- fenío certo a quelo , che lentono + Adun= que, benché quelli per laloro poca capacita facciano gindicio determiaato., .nonÍará pec- to mortale. >: is) 15. Riípendo in; primo Juogo , che quan- “tunque non fia contro Sr a a il fiferire Tudito, come:tale , a perlone leggiere, che per dor «facilita gli.daranno credito; e perá peccato controldacaritá . Já Leño :/i6.2. cap. 1. dub.s.muma5. 'Secondo-, riípondo: dato ,.che anche in queño non hi: peccálle contro la carita , fi peccherá in quell altro. Ela«difparitá conf» fte in quello, .chequello ,«chelente ció ,che un/altre riferifce, «comeuditodaperíone po- codegne di fede , gia-capilces ed intende il motivo» .che non e fufficiente pergiudicare «determisatamente male del proffimo») edeve imputare afua colpa , .emalizia, le dá aflen= lo certo , quando ¿il fondamento, che fegli propones non é lufficiente: ma quello, che elienda di poca capacitá » fente il Íolperto» non capiíee ció , che fente , come fofperta (poiché Luppongo non fappia diftinguere da foíperto a giudicio)ma-folo il capiíce,, e fente , come giudicio:s e vé meno diltanza frail giudicio , 3 il lofpetto , chefra il giu- dicio+ 81 il fondamento , «che folo riferifce le cole y come udite : e.cosi , quantunque quelto non peccalle in riferíre quello, che há adicto da perfonedi poca fede, peccheri quel- los che riferiíce il fuo fofpetto a períone » <he ftimano giudicio il folperto. CAPITOLO UL Di quello y che fente mormorare, 16. Pp Padre ni accuío y che varíe volte 6 za hó udito mormorare y e non hó «cortetto 1 mormoratori. C. Le perfone., chemormoravano, erano Íervi, felis o fudditi di V.S.? Perché , el- fendoli, .era obbligata farli tacere. P. Padre non erano [oggetti ame. C. Erano fuperiori a V.S. V. G. Padri, Padront, «4 Giudici? Perchée il Íuddito, re= golarmente parlando, moné obbligato a.cor+ reggere il Superiore. P. Padre erano a me «uguali quelli, che mormoravano + €. Lamateria, della qualefi mormorava , era cola d'onore, e riputazione? P. Padre, alle volte fidiceva, fe Folano eralollecitone' fuoi negozj . Se V'altro era di quelta natura , e condizione. C. 1l riferire «difetti naturali del profli- ' mo», V.G. dire», «che e povero , colerico , ignorante y «di poco giudicio , d audace 5 non «2 materia di peccato mortale , e per conleguenza né meno +* tale il [entire que- fti difetci. Come né meno il dire» che l'al- trot [purio, dillegitimo Clavis Regia lib. 11, cap.'6. num. 8. con altri. Némeno e materia graveil riferire , d udire di qualche perfona » che € iracondo y ambizioío , avaro , 0. [u- perbo , cosi generalmente riferendo quelti difetti. Pietro di Navarrá, e con altri Bo- nacina. Tom.2,de ref, difp.2. quel q.part.2. num .7. 17. ¿Né meno é materia grave il riferire, 9 udire quel difetto , del -quale fi vantano quelli , chelocommettono », come dire , che un foldato há accettato il duello, che vive in concubimato , 0 che un giovine viye al- quanto difloluto. Ira DD. citati . 11 dire, che Folano:é Ebreo, y che difcende da quel. li. e materia grave >: e petcato mortale , non ellendo puúbblico. It Molina , Azorios Se altri, heicita , e fiegue Bonacina nel Imogo poco facitatonmum, YX. 18. Midica, aveva qualche compiacenza quando udiva queíte mormorazioni ? Per= ché, le Vaveva , farebbe peccato grave.con: trola caritá , o leggiero, fecondoil male del proflimo , del quale íí mormoraya: á P. Padre , quantunque io y avefíh-que- flo guíto, d compiaceuza , on era peró in quan- da w pl on > e e

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