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4 q j S o p . Y ) il ¿ añ Ñ el ¿e É y eo y 3 O E o? ' . > ! ] 1] . 5 14 q MI IM 1] A ¡18 ld ll ! . o Ñ EN A s . o be! ; 4 3 CANO +: Ni A E : e EEN , PI a a A 186 Tratsáto VIH. del VIL Comandamento. tk, colla quale ¡Tfno cuore e bruttamente legato all”. oro , che idolatra : Oh quanto barbaramente |' há da tormentare nell'ora funelta della morte» il vederí fpogliare di quanto con tanta lollécitudine averá polto afiemein vita! Dimmi, Huomo > hai forfe da portar teco da quella vita altro, che un ftraccio d'attorno? O fperi, che i beniscas duchi» che pofliedi, pollino difenderti dal- la falce della morte? Confidi peravventura che, comene” Tribunali umani fuol venderí. Ja giultiziz per il danaros cosiil tuo oro pofla: difenderti nel giuftifimo Tribunale di Dio ? Alza al > occhi; folleva un po- co pik alto i tuoi:penfieri ; fiano y Criftia- no , piú nobili ¡ tuoi deliderj-5confidera» che foloin Gloria ligodono le vere ricchez- ze: Gloria, Er divitim in domo ejús . Pal, 111. Li ái gode Poro piú purgato > lá Par- gento di lega piú fina , la le gioje piú pre- ziofe; in fine l4 e Perario». ela miniera de' telori pit. defiderabili . 1 beni , che la(sú figodono, fonodurabili, fermi, permanen- ti, 4eterni: nonafiliggono,. non inquieta- no , nonferyono di pre all'Anima, wa di follieva» di conforto , di confolazione y di gaudio : non portano feco-, all'ulo de' benidi quefta terra , anfie, gololie ¿timori, ma una pace dolciffima. Pazzia grande e Vapprezzar tanto il mo- mentaneo di-quella terra, esi poco ftimare Peterno del Paradilo? E' grand”errore sfa- taríi per accumulare in quelfa milera vita. roba, che perifce, e non cércare dimetter allieme qualche- merito perla Gloria ; Ma poi e da piangerfi , che fi tradifcano i fori della giultizia rubando , non foddisfacendo al rubato:, ne pagando.cio», che fi deve, vo- - Jendoli perdere le celefti ricchezze , per nom rendere a ciaícheduno, 6 il dovuto, óPufur- pato. E' di troppo danuo voler perder Vamifla dun Dio, che puó caftigarci con un fuoco eterno, e pad premjarci con una corona eter- ma, per non Jdevarí di mano un pó diroba. Di grazia non dia V.S. in quellacecitá : pe curi follecitare il rimedio dell'Anima fua, rellituendo., e pagando quello, chedeve . Cerchi dí reftituire quello, ché obbliga- tá , perché non facendolo , potendo , Dio non le perdonerale (ue colpe; e non vada dif- ferendo da un giorno alValtro, perché dipoi le lara troppo difficile il rellituire ; e le ferva di teltimonio l'efempio feguente : 218. V'era in: un certo luogo un oro» divenuto ricco :coll'altrui roba; lo foprag- giuníe Pultima infermitá , e per non eflere obbligato areffisuire faggiva di confeffarí. Medico, che locurava y erz U'omo-allai Cri- fbiano » elo configliava di relticuire Palermi., €l'infermori/pondeva : Ei miei figli, emia Moglie hanno da rellare ignudr, Replicoil Medico: Seella andera nel inferno , lo: le- waranno di lá ¡figlt, d:per avventura la Mo- glie 2 Rifpofe l'ipfermo : Quelto non im. porta. Fece chinmare úl Medico la Mogtie , éc ¡fight delPinfermo > e difle aora : hi ritrovato nn rimedio efficace per rifanareil voltroinfermo;. ma:non m'attento applicar- glielo per eflere di qualche Ípefa. Riípofe- ro tutti < Non guardi V.S: a [pela , che, quantunque ci debbacoltare il langue, com- preremo la (anitá del noltro Padre : Portino- adunque-( difie il Medico ) una candela ac- cela con uno ftraccio di panno Lino; portas rono ció , che difle. Ora. ¿necellario ( fogs giunfe) , che mo di lor' altri Signori acca- Si il ditoalla hammz di queíta candela, fin- ché abbroggiando- la vena del dito y ne cavi un po di langue , del quale poi-untone il: cuore dell"infermo, rifanerá. Cominciaro- noguardaríi lan Valtro-, fenza cie alcuno sattentafle mettere il dito-fulla-fhamma per falute dell'ammalato». Alora il Medico £; rivoltó allinfermoy e:glidifle : Non offer- va V. S: per chi vuole: dannarí: ? Ne- fua Moglie, néeifigli vogliono per falute di V. S. abbrucciarfi un: dito, e V.-S; per lafciarlico- modi, vorrá-andare in corpo, 4 in anima ad abbruggiare eternamente nell' Inferno ? Conquello apri gli occhi Pinfermo , epofto- «da parte, e Moglic:, efigli, atrefe-a.falvare l'Anima fua:. Non dubito- , che moltiffimi (1 dannino, per non voler reflituire Y altruiy e per la- ciar comodi-i loro figli- tradiícono: E 0- prie Anime portate dal Diavoloall' Inferno per un poco di roba. Pení W.$.. a reftituire quello , che non eíuo , fe-wuolefalvarfi ; 80 a quefto modo viverá confolata , poiche im- porta piú pallare quefta breve vita cor un toz- zo di pane, che flare abbruggiando , “e tor- mentando eternamente nell' Inferno. TRAT-
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