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E na + ETE vi ALLA GEORTOSISSIMA VERGINE MARTA MADRE DELI'ETERNO VERBO, Imperatrice de” Cieli., Regina degli Angioli, € Signora dell A, oc: «PRINCIPESSA SOVRANA. 9 Obbligo , che per ellere comuned tutti , Corren. ohe4 me di riconoícere la voltra Sovranitá ¿mi por- ta A depolirarea' voftriSagri piedi il feudo, cheal ey mio vaflallaggio toca tributarvi; e ful capo della LIS tada nYarrella, co'HtriburoinEE mi il rifpinge. ,-1l toflore dicomparire He pre. SS in Íenza: waftra:con oflerra sirenue- come € il piccolo ; $ volume: di: queltolibros -Era-un tempola favoloía Deicát di Diana, quella, che , intoppaadoi Viandanri nel Pallolo de? bis vj,cortefe ognunoindrizzava fulLbuon fentiere; Ma voi, o Signora , in veritáihiete quella ; che.metifortunari noftri Secoli afficura Pindeliberare , e (olpefeide ter mimationide? voftritervi; Vorrebbero le mie perplelfira., che V vítra Maeftá fervifleidtGuida ,:e diOggetto a' miei delider]: Gui- da; liberándoil mio animo dalle ambigue fofpenfioni, colle quali. fra Pb obligo, la riverenzá flurtua dubbiofo ; ed Oggetro, a metrendo que- fta piccola offerta, che a Voicontacra la mia. fervicir. <Fracriene la: mia pu danimita la grandezza dí. st Sacra Regina, aldi cuivalperro «caufa a” Ciehi [pavento e agh Añgiolitimore ;-Pincoraggifce Ja dolce pierá di cosi amabile Mádre ;*cheé:dalce refugio de” miferi-s conforto pacifico degli anguíbiati; fcacei: Ja-codardia delmiio timbre Ja voftra generola clemenza ; bardifcáilmio perrode confuomi del-dubbio., che lo-com-. - -battono, econ riverente oflequia dedichi alla voftra grandezza quetli difcorítz!parroriti dal mio deboleingegno. Con: Voi ora í corigratula il miaafletto ; ed ¡io con Aecde to di fpiegaréley ele del: dire, “accioómavighi :veloce i--placidi golf del» le givfti 9oftre todi: Voi:fietes, o.Signora, sin Oceano di acque cosi profonde”, chemon e pernídlla folcaríi dal piccolo bartello. dell”. umano intendimentó: Non puó volar tanto la penna piú bena ps ltata , che arrivi alla sfera luminoía delle voítre ammirabili ecce 173 a