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5 . .-- ds A e ¡A o it A + - AS A A ES E ARRE AT De 3 gato 170 TrattatoV. IL. del VUL. Comandamento. PARTE 1X De Cufodi delle Porte, o fa de: Porti. 147. Pp Padre m'acculo, cheincerta.occa> a fione paflaiuna mercanziadi con- trabando, fepza rmanifeltarla al banco: C. Sincontró V.S,. colle Guardie, d Cir fodi? ¡9% P. Padre si. C. Sagginftó con efi , acció gli lafciaflero- pallare la roba di contrabando? S P. Padres, diedi loro quattro pezze; e: con quellomidalcianéne in pace. deso C. Furonole Guardie ftefle, che induffe- ro V.S. adar loroqualche cola con che la lafciarebbero palíare » 0 pure V. S. pregó quelle a lafciaria palace, che ad elle avereb- be dato le quattro pezze ? P. Padre, ¡ópregai efe, che diffimulaíse- ro, offerendo loro queltadanaro . C.- Per rilolvere queftocafo,, fuppongo im primo luogo, che fráiCultodi,-d Guardie » e quelli , che hanno ad afhtto le Gabelle: Regie, fuole eflervi un contratto di con- duzione, d locazione, nel quale li obbliga= no detti Cuítodi a [ervire con fedeltás, e cu= ftodire con diligenza i-Porti;.e per elseryi con detti Cuftodi quelta forte di contratto $ m'e parío bene trattar vin gli altri contratti. Suppongoin luo- go, che i Cuftodi abbino dato giuramento al Principe, 9 Repubblica d'eller fedeli nel loro ufficio ; come dice Machado Tom.», lib, 2. part, 3. trat. 3. docum: 3, mum, 2. Sup- ngo in terzo luogo ,-che Pindurre una per- ona a peccares e peccato difcandalo; come diconoi Dottori tutti. Suppolto queíto , dico, che V. S. peccd mortalmente in indurre eli Cultodi a difli= mulare_con V.S. Et e laragióne , perchéi Cuftodi in. quello peccarono mortalmente contro il giuramento 3 che avevano dato d'ellercitare con fedeltá il loro ufficio: Adun» anche V. $. peccó mortalmente in in- urvelt. 148. Altra coía farebbe, fe i medemi Cu- ftodi úl foísero offerti fenza elservi da V.S. indotti a non manifeltarlo , fe dava loro qual che cola; che in quello cafo non [areb- be i llecito dar ad effi quel danaro , e fervirú della loro malizia per utilitare sé fefso . L'inferiíco con chiarezza dalla dottrina di San Tomafo, Valenza, Suarez , che cita ye fiegue il R. Padre Fr. Luigi di Saragoza mel trat_21, de Sacrament ingenere y difp. 5 Jfeéh. qa » 36, cheinfegna eller Jecito dimandare l'am- minillraziove de” Sacramenti al Miiliro el- palta, . e preparato: y benche tal Miniltro ab» bia ad amminiltrare il Sacramento. in: male ftato;. nella quale doterina- fondo quelto (il= logifmo = In queíto caío: fapeva: il Peniten. te, cheil Miniítro: pecca mortalmente nell' amminillrare il Sacramento: cor mala difpo- fizione : e ció-non oltante é lecito- diman- dargli; che Pamminiftri, perchee difpolto a quello: Atqui, quando il Cultode: tratta: col viandaute di difimulare y.e difpofto a peccare : Dunque fara. lecito- valerír della. congiuntura » e [erviríi della lua diffimula» zione. : 149 L'altro, perché: non commette'pec=- cato di Ícandalo quello y che dice, 0- fi qual» che cofa mala in prelenza di períone,- Che lo= no gia determinate,, e rilolute al male fteke fo, cheudirono, dviddero farli», come idi- cedi lopra trat. 5 cap. 7. a: 54. e con: S: To= malo, Suarez, Ecalcri Lente Giovanni San» chez nelle Selet, di/p:46: 14.11, Diana /. 5. track. 6, refol.3. e Balseo Verb. Seandalisoz n. 7. Adunque efsendoi Cultodi determinati di ta- cere, dtofferendoli eglino(teíli di farlo » nom lará peccato il valeríi del loro filenzio. Contra. Quello:, che accedi: ad mi hieren ch e diípollza peccare y See lolleci» tato dalla fteísa » non per quetlo: lafcia di peccare , cooperando 2l. peccato di quella : Adunque:, benché-il Cultode fia difpolto a tacere» e Sofferiíca, non per quelto lalcie= rá d'elser peccato il coopeeare: con lui alla. tralgreflione del fuo giuramenta . Rifpon- do, concedo: Vantecedente , e nego la con- feguenzay la: dilparitá e chiara : perché 40- cedere- ad rauliereme, € per se fteflo pectato; ma il pafsare ocenltamente le mercanzie > non ¿per sé ftefso peccato : e per quefta ra- gione peccaquello, che accedis ad mulierer expoítam y benche fia da quella follecitato ;, e non-quello, che (1 ferye. del filenzio del Cuftode, che P'invita 3 pafsare le [ue mer» canzie. L'altro, quello, che accedis ad mt. lierermexpoftam y follecitato da queila ftelsa, non commette peccata di Ícandalo ; perché nov induce, má e indotto: Sed lic ell, che tutto il peccato, che il viandante potrebbe commettere nel noltro caío , farebbe: di (candalo y che dava al Cultode-¿Adunque elsen-

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