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1v cimanona impreflione da me tradotta , altre nove volte, come mi ri- e feri perfona degna di fede : argomento á mio lentimento piú che $ buono , per moftrarviquanto folle e gradita , e ftimata quefta Pra- | he tica ; gradita per ladolce, e propria maniera , COn cui porge a*Con- La fellori la dottrina , ela veritá a? Penitenti: a” ConfefTori , confelfando ñ infegna confellare: a” Penirenti, Ícuoprendo la deformitá del peccato f infegna pentirfi: Stimata , perché rende palpabileció , che in aftrat: p to, e quaí1 fpiritualizzato fi porge dagli altri , e ció , che gli altri Mo. É rali trattanoin fpeculativa , quefta moftra ridotto alla pratica , mo. ' ftrando , non la vefte dell huomo, ma l'huomo veítito; di modo, me che anche ¡ piú rozzi d'ingegno non ponno non intenderla , e dive- nirne ( chiarificando il fofco d«” loro intelletri col lume della fua ben fondata dottrina ) eccellenti Confellori > €fperti pelcatori , per pelcar fs al Cieloanime peccatrici : ottimi agricoltori , per purgare da? fterpi pe de” vizj , e riempire di tralci nobilifimi di vire la vigna Sacra della il Chieía , e perfettiffimi Aromni veftiti al genio di Dio . j sl Siché vedendo di quanto profitto potrebbe eflere il libro,quella volta , . Hi che ufcifTe alla luce , penfai fubito di cavare dalla conchiglia la perla , e 1 dall' incognito idioma Spagnuolo, in cui mi comparve lotto gli occhi, trafportarlo all”intelligibile Patrio , Acció anchela noítra Italia porclle Y: godere ció , che fola gia dieci, 9 dodici anni fi godeva la Spagna. l E” vero, che, quando giácorrevocon la penna ; incontrai piú ofta- coli, che pretelero fofpendermi lintrapreía fatica ; Sentii in primo E luogo fuggerirmi dal comune nemico , doverneio afpetcare poca glo- 1 ria , per effere Copifta , e non Autore del! Opera, mamon prima Ípunto la fuggeftione , che fi A terra, proteftando al «maligno cid, che fempre mifú filo nel cuore, di non cercare la mia, ma la gloria di Dio: Ego gloriammeam non quero , eft qui querat. S'avanzó in fecondoluogo la gloria (tela dell” Altiffimo , che pare- va perdervi, togliendo ¡o dalla predica , in cui mi trovavo impiegato, foríi due anni di ftudio, per applicarlo a quefta traduzione, ma pur 4 quefta foddisfecidicendo , che non folo averei per quetto tralafciato di predicare , macheanzi averei fempre predicato. Per ultimo inforfela perpleflitá, le dovevo tralportarlo nellidio- ma volgare, come lo trovavo ftampato,-d nel latino : E confelfo i che queíta mi trattenne qualche giorno irrefoluto: coníideravo da una parte, che, felotraducevo in latino , averebbe giovato 4 molti Confeffori, ma non A «tutti; non perché tutti non doveflero inten- erlo., ma perché tutti non Paverebbero ftudiato, e perallettarli A leggerlo y determinavo tradurlo nell” idioma volgare , come piú gu: ftofo , perche piú chiaro , e piú al naturale della pratica: Riflettevo dalP altra parte, che tratrandoli in queíta , come in ogni altro morale , qualche materia delicata y € potendo andar in mano di qualche. Ada- mo innocente, correvo rifchio d'aprirgli gli occhi, e d'ellere di pre giu-

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