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Capitolo V. Parte 111. de” Contratti. Molina dejuf4. Tom.2. di/p. 315. Leflio /i5. », de juftit. cap. 20. dub. 11. num.3o. Villalobos part.2. Trar. 22, diffic.8. num q. 102. Midica , aveva V.S. da far qualche fpela, perconfervare quello frumentoó fin'a Maggio ? V.G. appigionando qualche gra» najo » d accordando qualche perfona;,. per cu- ftodirlo? P. Nó Padre, in un mio granajo, e folo con qualche mia diligenza dovevo cufto- dirlo . ee C. Aveva licurezza , che averebbe confer- vato queíto grano fin' a Maggio ? P. Padresi y perché a me avanzava molto f£r umento , né temevo di conlumarlo. C. Dellucro, che cefía al mutuante , per aver impreítato , hanno da diminuiríi le ípeíe , che aveva da fare in confervare la cola impreftata; poiche da quelte selime , per averla trasferita nel mutuatario : hai anche da diminuire qualche cola , fecondo la ficurezza maggiore y 0 minore, che ave- wa nella [peranza del lucro , come dice l'aflio- ma comune de' Teologi: 1d quod ef in /pe y mon «quipoller es, quod ef in jure . Peró , poi- che V. S. non aveva da far fpefaalcuna in con- [ervare il frumento , edi piú aveva ficurezza di confervarlo fin” a Maggio; poteva impre- ftarlo. con quefta condizione', per ragione del lucro ceflante . 103. P. Padre m'actufo, cheavendo chia- mato in giudicio Pietro per cento reali, che mi doveva > epregato da eflo , che gli deflian- cora un poco ditempo» glielo concefíi con condizione, che ogni qual volta gli venifle occalione di comprare qualche merce , la compralle alla mia Bottega . C. Quantunque alcuni Dottori, citati per Ximeno Trar, de ufuris num. 6. fentiro- no , Che per la dilazione della paga poteva prenderíi al mutuatario qualche cola ultra fortem: Quelto peró al preíente e improba- bile , econdannato per Icandalolo da Alef- landro VII nella Propofizione 42. Vedaíi il uo [piego nella feconda parte della Prarica Trat.17. 104. Per dar lume alla rifoluzione di que- fto , ed'altri caíi di queíta materia» fuppon- go» chePulura ef lucrum ex muzuo: un gua- dagno , cheficava dal contratto del mutuo; di maniera chein niun'altro contratto , fuo- ri che in quello del mutuo pudcommetterfi fura. Ma peró ha d'avvertirí, che quefto contratto di mutuo » fuol farú palliato in 157 altri contratti y come fi vedrá ne' cai fe- guenti. Vende Pietro a Giovanni una.pez= za di panno a credenza , e per venderla a credenza , la vende pid cara ; quelto con- tratto , quantunque paja vendita , non é pe- ró tale , ma bensi mutuo palliato; poiché e il medelimo, cheie Pietro defle a Giovanni queíta pezza y e Giovanni pagafle Íubito il prezzogiulto, efubito delle Pietroa mutuo a Giovanni queíto medemo prezzo fin'al tempo , che fidiacredenza efía mercanziaz per lo che e condannato queíto contratto come ufurario da Innocenzo XI. nella Propo= fizione 41. 105. Il medemo fuccede nel contratto moatra , nel quale Pietro vende a Giovanni al prezzo Íommo una mercanzia con patos che Giovanni la rivenda dipoi a prezzo ¡n= fimo aPietro: anche queíto €.mutuo pallia= to; poiche elo fteflos che fe Pietro preltal- fe a Giovanni il valore della merce a prezzo infimo , € dipoi efigefle da eflo il prezzo ri- goroío. Anche queíto contratto moatra é condannato dallo fteflo Innocenzo nella Propofizione car e quello, ch'e [uc ceduto nelcatodi V.S. poiche filo ello y che le V. $. avelle fcoflo da Pietro i fuor centoreali, e glieli avelle impreñlati la le- conda volta , con la condizione , che d'indi avánti venifle a comprare alla fua bottega tutte le volte , che gli occorrelle compraríi qualche merce. 106. E per chiarirli , le poté lecitamente imporre quelPonere f4 di meltieri fapere [e V. S. vendeva a Pietro pid caro di quello Paverebbe avuto daaltre botteghe? P. Padre glihó venduto la merce a prezzo corrente . GC. Lacoía , che V.S. vendeva , era tanto buona, come quella , che fi vendeva dagló altri? P. Padre si. C. Elabottega di V. S. era molto diícofta dalla caía di Pietro» di modo che gli folle per eller difpendio l'andarvi per riícuotere ? P. Padrenó. C. Concorrendovi le circoftanze delle qualitá del prezzo, ebontá della merce, € che a Pietro non vi era piú gravolo il ve= nir alla lua bottega, che andar alle altre: infegnano Sant'Antonino , dcaltri, checita Diana part.1. trar. 8. +ef0). 59. efler lecito ime prellar con queíta condizione , che Pietro venille alla lua bottega a comprare a e

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