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TRI AG Rm... 132 polto il fuo affetto alla tal cola z Sicché in tuttele opinioni deve V- $. reftituire la gioja medema, che piglió 5 poiché Pha ancora. 10 fuo potere » $cil Padrone di quella v'ha polto il fuo affetto. ! 15. P. Ancora Padre m'acculo , che ia una occalioñe y trovandomiin neceflitá , ru- bai qualche cola , per riparare al mio biía- o. "e Rubo pid di quello , ch'era necef- fario per il fovvenimento del fuo bilo- o? Perché fe bene in,neceflitá eltrema, come diró dipoi y fi polla pigliare Paltrui ; Ba pero. da pigliarít folo quello , che ¿-ne- cellario , per fovvenire alla neceffitá , énen pit. P. Non pigliai piú del neceflario, al folievo della mia neceflita . C. Ed era eítrema , d folo grave la ne- ceflitá, che V .S, pativa? Neceflitá eftrema é quella, che, fe-non (i foccorre , patiíce pericolo la vita. Grave e quella, che cagio- ma grande mole(tia alla natura , O allo. (ta- to, come dice Murcia foprail fecondo capis. della Regola del NM. P.S. Francefco quef. 14» mum: w Sciodirónel trar. 10..nella [piegazio= me della Propofizions-36. condannaza da Inmo» cenzo XI. BP. Padre, non correvo pericolo della vita"; averei peró patito qualche travaglio, e. mi folíi ajutate»con quello, che ru- al. ; €. Se avefle pigliato quelta quantitá- con eltrema neceffitá , non peccava , né meno era obbligato a-reflituire y ancorché dipoi avefle avuto comoditá , in opinione dimol- ti Autori ; benché altri tengano ¡il contra- rio-, € dicano ,:che-s'hi da reflituire , [e dopo s'arriva a miglior fortuna; come puó wederli in Lefñio /ib. 2. de jufit. cap. 16. dub. 1. mum, 2. pracipue num. 6. Ma avendolorubato con folo grave necefitá , non y' e dubbio > che peccd» de il dire il contrario » e cafo condánoato- da Innocenzo XI. ella Propof. 36. citata;: e confeguentemente e obbligato Arellituire (avendone la poffibilitá ) quefta quentita y. erubd.. CAPITOLO E De Fur; piecols.. 12. Pp Padre maceufo , clhie ho rubato % ad un' altra perfona la quantita Trattato VIT. del VIH. Comandamento: di venti reali. C. E' ltato in una Íola > d in piú volte > P. Padre, in molte volte. y C. In quante volte Íará tato? P. Padre , in dedici volté, C. Inalcuna di quelte volte hi mairubato la quantitá di quattro. reali intieri?2 .. P. Padresi, Pultima volta. C. La Pertona era, povera ? P: Padre , era di mediocre sfera . : .C.. In quelta occalioney che rubó quattro intieri reali , peccó. mortalmente. 13. Midica la prima volta , che rubó pic- cola quantitá,ebbe animo d'andar continuan» JE piccoli furti.2 . Padre nó ; malolo, quando l'opportu= nitá me nedavacampo, o ago C. Quel ,-che ruba cole minute , le hi animo di continuare ¡i furti , fin'a materia grave » incialchedun furto piccolo commet- te peccato mortale per lavolonta, che hiin cialcheduno di quelli-di dannificare grave» menteil Proífimo,. 14- Midica , quanto: tempo paflava da un furto piccolo all'altro? P.. Padre ,, faranno' paffati d' ordimario > dalPluno all'altro due meli, e qualche volta tre . : C. Quantunque per avanti vi fofíe opi- niene, che-quello» che( rubava in piccoli furti y non coftituiva materia di peccato mortale , mé induceya grave obbligazione di reltituire ; queíta opinione peró al gior- "na d'oggi e improbabile , per eflere flaca condannata da Innocenzo XI. Propoliz. 3% Ció non ollante giudico non fia incluía nel la condannaziene l' opinione di Mavarroy és altri , che cita , e fiegue- Tomalo San- chez nella Som, Tom. 2. lib 7. cap. 9. Hum, 1% che , quando da un piccolo: furto all'altro: palla.un anno, non. coftituiíce: materia gra- ve; perché-per quelto vi: Í1 ricerca una con» tihuazione morale : quando pafía un'anro. da un furto piccolo allaltro, non vé con- tinuazione morale : Dunque allora non cofti» tuiícono materia grave i furtipiccoli, fe non quando gliabbraccia tutti conun. fol atto di yolontá. 15. E poiché-fri: i. piccoli furti- di V. 3 non vi-Íú. tanta diftanza , fi continuprono moralmente ;.e quel ultimo piccolo furtos che coltitui otto reali di quantitá y f>peo- aato mortale-, per ritenere li precedenti. E la ragione e ; perche ne furti. piccoli, accioca