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AN Cap.XLEfort, d quelli,cbe vivono dif oneffamente. 127 Confellori in prenderli il carico di farele de- nunzie; perché queíto porta Íeco gravi incon= venienti; mabensi, .che il Penitente la fac- cia persé, fe non y in caío che folle impofli- bile al Penitentefarla per sémedemo; il che yare volte potrá-fuccedere. Né tampoco li fidino facilmente di farla perlettere; perché una lettera fi perde con facilita , e li perde molto , Ímarreudol 4- mili lettere. I Commiflarii Ti trovano «con facilitá » e rare , óniuna volta accaderá ellere necella- rio valeríi dilettere; E caío chealcuna vol. ta, per non poteríi avere altro mezzo , ab= bia da farí perletteca , há da ellere precila= mente con ficurezza y che la lettera nonab= bia a perderíí.. 182. Conchiudo con incaricare , che li ponderi bene quelta materia » e fi vada con maturitá . HHó appuntato alcune opinioni larghe in quelto trattato» acción qualche caío arduo, e affrettato polla ¡l Confellore avere qualcherifugio , e con prudenza folle- vare il delinquente , quando il permetterá Poccafione, e Ítpotra fare lenza [crupolodi colcienza; poiché fono molti i danni , che ponnoÍeguirgli.. Perú procuri lempre giudicare 1l pid ficu- ro; perche il bene generale di tutta la Chieía molto importa. 11 Sacramento, che Dio ha dato permedicina dell' Anime, lofanno ve- leno alcuni facrileghi, ¡per dare loro la mor- te: Che maggior mileria pudo ritrovaríú : Po- tiamo ben dire quelle parole, tanto duloro- le , che Dio difle per Geremia : Numguid refina non efi in Galaat ? aut Medicus non ef ibi? Quare ergo non efi obduéda cicatriz filia dopuli mei . Hier. cap. 8. La caufaé , perehe la medicina fi é conver- tita in tollico; e moite períone non ardiíco- no di manifeftare a* Conteffori le loro fragili- tá, perché temono > che intele quelte, non abbino da lafciarle vivere in pace: miferia, che doveriamo piangere alagrime di fangue? E cosiimporta molto , che una iniquitá tan- to creíciuta, 4 orrenda6 caftighi y 8c abbia elemplari, me” quali Sintimoriíchino gli al- tri. Altre molte dottrine appartenentia que- fla materia -tratterd nella feconda parte di quefa Pratica trat. 17. mello fpiego della Pro. poz. 7.8. e che condanno Alellandro VII. la potranno vederíi. CAPITOLO XL Ejortazione a quelli y che vivono difonefamente 183. C Non lara facile , Signor mio , che a pofla lingua umana (piegare la Íomma bruttezza , e deformita d'un peccato difonelto, e la grande abbominazione , che cauía avanti gli occhi Divini: Se V. S. la ponderaíle » com'ella e in sé , mon dubito punto , chela riconofcerebbe Bafilifco , qual colla [ola lua viftaleleverebbe la vita, come lalevó ad nna Donna, della quale ferive San Vincenzo Ferrcrio , che fentendo in certa congluntura un Sermone , nel quale fi predi- cava la bruttezza del peccato difonefto , nel quale ella Íi trovava immería , le causó tal orrore, e pena , che relló mortarepentina= mente. E' tanto l'orrore di quelto peccato ». che [e- para 'anima, ela priva delle operazioni » nel- le quali Saflomiglia agli Angioli, ela riduce alla fimilitudine d'un bruto: Sicwr +gums , Gr mulus y quibusnon ef intellebins . E' vizio tanto deteftabile , e talmente ab. borrito da Dio noltro Signore, che hi obbli. gato Sua Divina Mae(tá a praticare elem= plarifimi caftighi contro i difonelti . E la Scrittura Sacra riferilce moltiflime perío- ne , Che furono condannate per quelta col pa . Balta per generale «elemplare quell' uni= veríale: Diluvio , co” quale Dio fomma= mente [degnato diítrulle tutto 11 Mondo in caftigo delle bruttezze degli huomini: Ommir quippe «caro corrmperat viam fuam-. Et alle Cittá nefande con tuttiilero abitanti mau- do fuoco dal Cielo incaftigo della loro Len» fualitá. E” ne” noltri Annali de' Capuccini parr. 1. dib_12.cap. 9. S.97. li riferifce , che cami- nando in Spagna per un Deferto Frá Ber- nardino d'Afti Generale della Religione col fuo Compagno Frá Raffacle d'ANi, fenti una dolorofifiima vote di perfona umana : (1 trattenne il Generale , e vidde inanzi a sé una Donna in mezzo a due fie= rifimi Dragoni , che la ftracciavano , la qual proruppe in queíte lamentevoli voci: lo, dinfelice! fui un tempo figlia d'un Ca- wagliero Spagnuolo , e fchiava dell amore d'un huomo; ebbi molto tempo ¡lecita amis cizia con quello, 3 ora pago , e pagheró eter- namente nell' Inferno i miei dilettipalati, con- a a ar a b , ' A A A a pa A A
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