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106 parte foeminee; poiche> come colla dal con- teflodella fua confefione» in quello, tempo ha ayuto acce/lo con altre, Bt il non poterlo avere collapropria, fará: lenza dubbio , per- ché ell nimis aríla. Et in calo che l'impotenza venga da parte della donna-, il matrimonio e valido; poi- che ella puó con qualche mezzo fciflionem pati, Ecosvalisdilatare , uticá fiat apta ad copulam , ad idque tenetur , 6 line gravi incommodo in vita , Sc lalute freri potelt ,-ut tradit Sanchez /¿b.7. de matrim. di/p. 93. num. 23. Villalobos par?. 1. 17at,14. dific.18.nun, 16. collacomune. Etratio eft; quia impo- tentia dirimens matrimouium elt lola impo- tentia perpetua » illa videlicet, que natu- rali medio auferri non potelt : Sed quando fozmina , quz aliás preearÉtitudine ad copu- lam erat inepta, fcifione vafis poteft ad illam aptari, non ell impotentia talis, cui natura- li modo occurri non poífit. Ergo non ell im- potentia perpetua, ac confequentery nec di- rimit matrimonium. Ció non oftante , Balilio Ponte 4ib. 7. de matrim, cap. 7. mum, 2. Durando, Paludano> e Gabriele, che cita» efiegue Diana pare, 3. trat. 4. refol. z01t. infegnano , che di quall1- voglia forte li fia l'impotenza, 0 provenga da parte dell' huomo, d da parte della donna, eilendo perpetua , e che-non há ceflara nel tempo della triennale ifperienza, il tal ma- trimonio € nullo , eche la denva non tenetúr (ciffionem fuflinere ; Duriffimumo enim el modc(liam fozminze exponere ; ut manus Me- dici, aut Chirurgi fultinere teneatur: Cum id naturain ombibus , precifue in fexu mu- liebri pra morte abhorreat « Proinde in praxi ell difficillimum dignofce- re ex quonam impotentia le teneat; qualiter enim Ícire poterit hac foemina le elle pre Cateris arétiorem , 4 quod ejus arétitudo fit > caulá» quo minusá viro penetrari va» — Perloche giudico , e ftimo vera l'opinione ¡Bafilio , e pid conforme alla pratica; ele- condo quefta dobbiamo dire , che fe dopo Vifperienza , che concedela Legge fi trova» no fempre impotenti, il tal matrimonio € nulla, edeyonó fepararí. 107. Moltevolte atcade y che l'impoten- za proviene da maleficio» 8c allora devono adopraríi gli eforcifmi, Ec. altri rimedj piis, divote Confellioni, e Comunioni , accioc- ché con quelto mezzo difirugga Dio qualú- Trattato VI. del VI. Comandamento. voglia diabolica fattura , che olti al fine del Sacramento del Matrimonio. Chi volefle vedere i f gni da'-quali fi. cono- [ce , feénaturale , d no Pimpotenza , veda Tomaío Sanchez /ib. 7. de matrimonio difp. 95. num. 5.06. 108. Avverto , che il cafo. feguente y ferve per quando la Moglie e la. prima, che vienea confejjarf. P. M' accuío Padre > che lon viffuta molto fconfolata con mio Marito , St multoties no- lui cum eo accumbere. C. Per qual caufa? P. Perchehó avuto un commercio illecito con altro foggetto. Pu + C. Di quale ftato era quelto foggetto? P. Era libero. C. Eraparente di V. S.d difuo Marito? P. Padre nó. C. E V.S. concepit me aliquando ex hac períona ? ' P. Padre si. C: Lo sá di certo? P. Padre si. C. Comelosá dicerto? E fork per ellere flato da leiallente lungo-tempo [uo Marito > o per eller V.S. Mata qualche tempo-lenza coabitare conlui P. Padre , non e per quelto ; ma bensi perché mio Marito ¿ impotente. »=C. Quantotempoé> che [ono (polati af= fieme ? P. Sei anni. C. Non potuit eam:cogphoícere , nec cum virgo ellet » nec poltquam concepit Él peperic ex illa alia perlona ? P. Eglimai há potuto, né pud y nc avanti ch' io partorifli , né dopo. C. Leviveoggialcun figlio? P. Padresi> quattro. C. Penfail Marito, che fiano fuoi¡i figli? P. Padresj, ecome tali gli alleva, e gli ama molto; perche egli non é jílrutto > né pratico di quefte materie, ma € un huomo lincero , Jblca e cosi non ha lofpetta alcuno di queíto fuccello .. ; C. E per qual caula V.S. nolnit accumbe- recum viro (10? ] P. Per l'abborrimento , che gli avevo Car pta amore alterius: o C. Sé accuíata V. S. alcuna volta nella confeflione » quod accubare nolebat cum viro fuo? P. Padresi. C. Cou-

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