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102 colla morte della Donna » non per quefto laícióW. S. d'aver contratto limpedimen- to di pubblica oneftá . Perché e fentenza éomune de Teologi » ch' efíendo una volta walidi gli £poníali , quantunque fi difciol- gano y in qualfivoglia modo Ái faccia (fe forfi non fi tá di mutuo confenío de' con- ersenti , nell' opinione detta) fempre 4i ve- rifica Vimpedimento della pubblica oneíta; e le oggi vivefle la Sorella di lua Moglie, conniuna d'elle due potrebbe V.S. maritar- fi; non colla Moglie, che oggihá per l'im- pedimento di pubblica onefta; né meno colla Sorella di fua Moglie; perché per la copula , che há avuto con quelta , há V. $. contratta parentela d'affinit collPaltra . E cosi V.S. ha dibilogno, che le le dif- peníi quefto impedimento di pubblica one- fia; perché il matrimonio, che V.S. hi con- eratto con quella , che penía, lia lua Mo- glie , non ellendo veramente flato contratto , nullo. 94. P. Echimi difperfferá quefto impedi- mento? * C. Puó farlo il Vefcovo; poiche , fempre che il matrimonio Sé contratto coram facie Erciefa , e li prelume vero, per eflere lim- pedimento» occulto , il Velcovo pud dif, larlo. Vedali Diana pare. 8.sras. >. r0faka8. e part. 11.trat 8. refol.3. A O pure fériverd do: y acció me ne dia facoltá, che non diffido lo fará : poi- ché la*poteftá , che ha di difpenfar in quelto calo, e ordinaria y e per confeguenza puó delegarla Sanchez lib, 2. de matrim. difp. go. mun. 14. Villalobos Par?.1. 1ras. 14 dific.25. num. 7 e : Péro , accioeche il Velcovo pofía difpen- far in quelto , Se altri impedimenti fimi- glianti, firicerca y cheil matrimonio fia Ua- to contratto in buoña fede > /alrem ex parte unius Conjugis. E comune contra Enriquez lib.a, cap. 3. num.z. < e Circail modo di riyalidare il matrimonio im y calo ¿"ft pratichi quello” sé detto ¿daré 6, mum 39. e 90. PARTE VIL ww De? Afinica . Padre fetatento » che dopo d'efler- 95. a mi accalato, habui rem con una Cugina germana diia i A ee Mopglie. a a Trattato VI del VLComandamento. C. Et feminavitiotra illius vas? P. Padre si. C. Ut contrahatur afíinitas ex concubie tu cum: confanguinea ,necefle elt-, ur fiar feminatio viri intra vas Mulierisy 8 etiamn probabiliter , quod ipía femnina [eminet; fiquidem requiricur Copula apta genertid ni: talis non eft probabiliter , ni: detur commixtio [eminisutriuíque ergo 8$zc. Unde fi vic feminetextra vas, tunc nulla provenit affinitas. 96. Mi dica» Y. S. lapeva > quod ex to- pula cum hac confanguinea uxoris fu=-con= traeva parentela colla propria Moglie? P. : Padre si. C. Sapeva anche , che per quela afinitd amittebat juspetendi ab uxore lua debitum? P. Padrenó. C. Adunque benché V. S: fapelle , che per quelta copula contraeva parentela Vaf- finita con fua Moglie, [e:ignorava, che ré= ftava impedito da poter dimandare il debi= to, none incorío in quefta inhabilitá di"dí= mandarlo , in opinione di -molti Dottorf, che cita Tomalo Sanchez L/ib.-9. de matrim, difp.32. num 27. diMBalilio , Portel , St altri, che cita Diana part. 3. erat. 5. refol. 12. Ela ragione e, perché le pene Ecclefiafliche, che Simpongono per caltigo di qualche de- litto, non S'incorroño da chi commette il delitto con ignoranza di dette pene : At- qui, la proibizione di dimandare il debito fatra achi há accello a parenti di fua*Mó- glie dentro il fecendo grado, e pena Eccle- lialtica impofta per cafltigo dell'incelto: Adunque quello » che non sa quefta pena, non Pincorre. 97. E confeguentemente né meno incor- rer4-nel detto impedimetitto quello , che ignora , che per copalam” cum confangui= nea uxoris in fecundo grada fi contrae affi- nitá. E molta meno quello , che avéffe ac- cello con: detta confangninea , non fapen- do, che lia parente della Moglie , d creden- do, chelo fiainterzo, ) quarto grado: Ve- dali Murcia Tom.1.. difg. lib. 2. difp. 4. refel. 23 mum, 2 e 3. Or ora diró qual'e Pigne- ranza, che feula dall'incorrere quelti impe- dimenti. Da quella ragione Sinferiflce l'opinione citata al num. 38. ( qual laício tel fuo effere , ne ardifeo, come hó detto , affermarla , che Padultero , il quale di parola di fpofare Padultera, dopo che (ará morta fua <a j che
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