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82 P. Padre, ho gia confellato quello, che hó peccato per il palfato , finoa quello gli dico in quefta confeÑione. A €. Nonimporta quello; e¿neceflario , che tofappia, fe V.S. vivein occafione proflima per applicarle il rimedio opportuno , e per quello e necellario, che fappia il tempo» che v.s. converíacon quefta períona . P. Saranno due anni in circa » che io ho quefta famigliarita . : C. Con qual freq.enzaé cadutoin peceato colla tal períona? P. Dopo Pultima confeflione faró caduto quattro volte , d cinque volte la letrimana, una fercimana per l'altra. C. E nelle confeflioni palate? P. Gia ho confelíato quello m'e feguito . C. Gial'hódetto , che non importa; per- ché pergiudicare , fe Poccalione e proflima, ho necelfitá di fapere la frequenza delle cadu- te pallate , e prefenti, per vedere le v'é emen- da, d fperanza di quelta . P. Nelle confeflioni pallate hó peccato col- la ftefla frequenza poco piú , d poco meno . C. V.S. lara flato colla volontá [empre pronta a peccare» quando le folle venuta l'oc- calione? P. Padre, alcune volte, emaffime , quan- do trattavo di confellarmi , facevo fermo di non peccare; e peró tanta la mia fiacchezza , ut cúm eam viderem»> continere non poteram . C. Non le hanno detto ¡ Confeflori, che fcacciafle di caía quefta perfona ? P. Padre si. : C. Quantevolte glie hanno detto? P. Ire, ó quattro volte. C. E perchée non 1'há Ícacciata ? P. Padre ,anula.mea et; mimancherebbe aflai, fe levafii dalla mia caía colter, né pid toverei chi mi fervifle cosi bene. €. Quelfta e occafione proffima , e volonta- ria; poiche quefti pretetti, che V.S. allega, pr baftanti , acció- polla fermarú in tanto perícolo della fua aniína ; come dird mella 3, part. della Prat, trat.12. cap. 1, num, IT. MM 14 € feg. e neltrar, 17.num 270. f+7. nelo fpiego della Propofizione41. con- dannatada Alellandro VII. dove di propofi- to tucco quello cafo; e coli puó vederfi la for- ma , modo, € tempo, nel quale per quefta forte d'occalione proflima há da negará Palo- luzionel. Trattato VI del VL Comandamento. CAPITOLO VIL Del Sacrilegia., 36: Pp Padre m'acculo, quod femel defi= a deravi virginem Deo dicatam in Religione. C. Di cheftato era allora Y. S.? P. Ero maritato. C. Virgo concupita , erat Deo dicata per vota [olemnia faéta in profeione? P. Padre-si. i C.. Tre malizie diftinte di Ípezie há quelto deliderio: Puna controla virtú della caltitá; Paltra contro la giuítizia 5 per ellere Y. $. maritata; e Paltra fpezie di facrilegio con- tro il voto y quod habebat talis virgo Deo lacrata : non occorreva pero, che V. S. di- cefle, quod eri Deo d cata in Religione: latis erat dicer , fe delideravilse peccare cum períona habente votum callitatis-; co- me con Scoto , é< altri infegna Tomelo Sanchez 40.7. de matrim. difp.25. num %. 8 altri molti , che dicono, cheil voto fempli= ce y e folenne di callitá non 4 diltinguono di Ípezie , ma y che folo aggravano dentro la medema Ípezie; e opinione ra, che non fia necelsario nella Confeflione fpie- gare lecircoltanzeaggravanti, comeinfegna- no San Tomafo ix4 dif. 6. 7.3. ars. 2. San Bo= naventura, Scoto , de altri meltiffimi, checi= ta, efiegue Diana par. 1.2rat.5.refol1. Adun= que non é necelsario nella confefione fpiega- re, che e Religiofa, ma folo dire, che hi voto di caltita., Ció non oftante, piú ficura e Popinione di quelli, che dicono, che há da fpiegarli , fe il voto e femplice , d folenne. Layman» St altri, che cita Diana sbid, refo?. 4. vedali la 2. part. della E trat.t4. cap.Ó. num. 47. Male la tal Religioía foíse Novizia, e non avelse voto di caflitá , nor farebbe in quetfto calo facrilegio; efe V.S. avelse avuto deli- derio ingrediendi claufuram , aut extraen- di talem virginem profefsam , il fuo peccato averebbeun' altra malizia di pid . 37. P. Padre m'accuío, che in dde ocea= fioni nella Chieía habui taétus illicitos cum virgine. C. Inquefte occalioni pafsus et pollutio- nem? P. Padre si, peró in una fola. C. Taétus per fe, nifi fequatur pollutio non habent malitiam facrilegii per la cir- coltan-

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