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76 ¡ ero . Cajetano , Layman y Serra , do de che cita Diana parz. 3. trat. q, refol. 164 Leandro del S.S. Tom. r, trat. 5. de Peni?. difp. 8. $. 3. q.20.21.022.€ mel Tom. 4. de cenfur. trat, Y, difp 3: quej. 92. ee altri molti. E la ragione fi e; perché i concreti accidentali fi moltiplicano lecondo la moltiplicita de' foggetti , enon delle for- me» come infegna la Filotofa : il peccatoé un concreto accidentale, il di cui foggetto eVPatto, la di cuiformaé la malizia: Adun- que in un'atto numero non potranno elsere due peccati diftinti di numero. 12. Mi dica adeflo, quefta perfona ex fuo concubitu concepit nealiquando? P. Padre nó . C. Adopró mezzo alcuno , acció quelto non feguille? P. Padresi, effundebam extrá vas. C. Quella circoftanza le pareva peccato diftinto? P: Padre si. C. Chiaro é , ch'era: peccato diftinto contro natura . Non f fcordi il ConfefJore di far quefa dimanda, num conceperit y cos per la refituzione de' danni , de quali parlero ora, vome perché moltifimi per quelo timore feminant extravas ( majíme, quando rem babent cum mulieribus non wxoratis ) conquefadimandaf- cava in netto queja nuova circoffanza di perca= > 70 contro HATUTA: nd e S 13. Mi dica, fuori degli atti confumati, há avuto con quefta peefont-olcula , aut ta- Ctus impudicos? "=> P. Padresi, quotieícumque eiaccedebam. C. Non dimando di quelto y perché ta- us, dc ofcula habira ante , $e polt copulam fono concomitanti a quella , e non fanno diítidto peccato, come inflegna Azorio part. 1.lib. 4.cap.q.infine. Enriquez nella Som, lib, 6, cap. 5. m. 5. Navarro cap.6.2.7. altri. Solo dimando , fe in congiunture diílinte 'atti confumati babuit heec ofcula , five P. Padre si ) in congiunture diflinte li ho avuti. C. Tune defiderabat accubitum? P. Padre si, 8c fi non ell fecutus, ex eo fuit , quia deerato portunitas . C. Adunque nel fuo deliderio commife Yadulterio. “>: 14. His in tadtibus palos rie eft pollutio- nem? ! P. Padre si, ¿cil piúdellevolte; Trattato VI. del VI.Comandamento. C. Quante yolte faranno ftate quelle , nel le quali ' há patita y quante le altre fenza patirne? P. Padre ;¿ in quefti tre anni moltiffime fono ftate le volte , né io potrd- ricordara mene. C. Potrá ricordaríi quot taítus habuerit cum ifta períona ? P. Padre, certo che non m'e poñfibile.. C. Adunque balta. , che s'accuúi d' effer ltato in quelto peflimo ftato tre anni y ed aver avuto hos omnes tactus , Se pollutiones ; Juxtá quod fuperius dixi cap.1. num, 6, 15. Mi dica ritrovandofi folo , recorda» batur ne» Be cogitabar obícaena , ac turpiay quz patrabat cum hac perfona ? P. Padre si, molte volte. C. Erat fepolluendo? P. Padre, alcune volte si. C. Aveva allora deliderio veré peccandi cum illa? P. Padre nó, C. Adunque quelte dilettazioni non cons traggono malizia- d'adulterio in fentenza di Valquez Pe part.2, se 2. difp.112. cap. 2, Sairo imClavi Recia lib. 9 7. HIM-AO. acota reoa E bn. 19 «8 Lib.4 deja. cap. 2.dub.15. E altri mol- po Els diftinzione dl defiderio alla dilettazione; edicono, che il deliderio coi me fiordina all*opra, contrae tutta la malia zia dell oggetto , ecircoltanze; ma la dilet= tazione y come confifte folo nella fpecula= zione , € non dice riípetto all” elecuzione , non contrae la malizia dell'oggetto, e circo- ftanze infieme » ma dell oggettofolo. E cosi colui, chefi dilettó de uxorata, confamgui- nea y vel Virgine , in fentimento di queñi Autori , non é obbligato [piegare le circo- ftanze di quelte períone , ma lolo dire , m'ac- culo, chehó avuto tot deleltationes moro- fascogitando de mulieribus, lenza fpiegarne lo ftato. Il contrario praticano comunemen= teitimorati, efannobene. 16. In V. S. peró per altra circoflanza averanno quefte dilettazioni la malizia dell adulterio y qual'? per ellere V.S. maritota; la dilettazione y quantunque diamo , che non contragga la malizia dell oggetto , con- trae peró quella della períona , che P-hd> perché non pud la perfona fpogliaríi della circoftanza y della quale e veltita :- Quán- tunque vedo» che alcuni DD. quali taciuto il nome, Cita» enon fiegue Baíleo Varb. De. vocE,

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