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70 macculo, che ho dato mal elempio a molti con quella , o quell'altra [pezie di peccato, lenza Ípiegare quantl erano gli [candaliz- Wati ; come lo fenté in termini proprj di quelo calo Leandro del S.S. parr. 1 trat. 5. div. 3. S.5. 7.8. Quantimque fra piú lficu- fo, e pero da feguirli il contrario, SCaccu- faríi del numero delle períone , che erano prefenti. Irá Sanchez , éalii, quos ibi citar Leander. 61. P. Padre m'acculoy ché avendoio fat- tovoto di cáflita , ho configliato úna perlona acommettere un peccato difonefto. C. Quella períona aveva ella ancora voto dicaflita? P. Padre nó. C. L'há configliata apeccare con V.S. 6 conaltri? P. A peccare conaltri. C. Di quale'ato era la perfona, alla qua- le diedé quelo configlio , e quella, colla qua- le Pelortó a pecezre? P. L'huomo era accaíato, ela donna Íciol- ta- C. Quantunque quelto fcandalo fi ridu- ca alle fpezie dell'adulterio, peraver V. S. configliato ps maritata a a me hó detto di fopra ; V.S. peró per caula del fuo voto , non há A a Ita Sanchez lib, 5. della Sóm. cap. 6. num. 11. Perché con queíto voto V.'S. “noh s'é obbli- gata guardare la caflitá alcrui,ma la propria ; Adunquenon trafgredi il voto di caftitá. Lo fiello infegno nella feconda parte di quelta Pratica 1ra?.1q. cap. 6. num. 50. 62. In quello Trattato importa molto, che il Confellore ftia fullavvertenza di ri- prendere , e far conofcere , 8c-aborrire al- fieme Peccello di gale, e velli “pompole, e fuperflue , che nfano le Donne vane, e di poco fenno , colle quali Ícandalizzano il Mondo, efi fanno laccidel Demonio, rete di lafcivia : vizio, che non há lagrime per eller pianto abbaftanza , quando fpoglian- dofidella-modeltia tanto connaturale al lo- tro [éflo, invitano co' lorovani abbigliamen- ti , fenza wergogna addoffati , tutto il Mondo alle bruttare della difoneftá . Etil peggio'e, che non fi fanno di quelto feru- polo alcunoy elendo per altro materia gra- viflima, e di fómima confeguenza. Le av- verta , Che quella é una materia, Lulla qua- le i Santi Padri fanno gran punto, $ci DD. l' abbominano y e detellano , ela dicono-» _come pudo Trattato V. del V. Comandamento . uno ore , degna di gran calligo : Ismumeri Saméli, (3 Doctores, (y antiqui Parres bujtilla modi abafum taxant y (Y igne eterno dignum exiftimant . Dice il P. Laynez de ornam. ($ fuc. mulier, q.15. cafuY2. me yale per Ícula il dire, che i Santi Padri lo riprendevane tanto alpramente , perché giudicavano el- ler meglio afteaerfi da quelti ornamenti, che ularli; e non perche credelfero , che fol= lero materia tanto grave: poichea quelto ( rifponde , cheiSanti Padri, e Dottori non parleriano con tanto peío di parole, fe nón la giudicalsero cofa all grave: come dice aísai bene Dionifio Cartuliano $4 Decr vita robil, arr.14. in quelli termini Sanit; Pa. tres y E Gloriof, Hlafrifiinique Doblores, con. tra ornatum fuperfurm y US exquifitum , Cta riofum y, (uperfiuumque veffirum tam rigoros? mon feriberent , Hifi im eis mortalém culpam exifiere nonjudicareñt , venialia quippo peccan ta talem tondemnationen non promererent ur : Né meno vale la fcufa di dire, che non hanno in quelto cattiva intenzione; per- ché , fe conoícono , % devono conoícere ( poiché tante volte lo fentono dire, e predi- carea Miniltri dizelo) che colle loro profanitá 2 mol ifimi di peccare; o fufiragarle quelta Ícula? Cavendum 'eniimef ¿quod occaffonem mali prefar , licor mon intentione mali fiat , dice dottamente P'Abulente ed cap. 11. Marr.quef. 24. Lit... E nelP'Iítorie leggiamo, che Diobá caftigato molte perfone per quefto eccefso , fenza che fía loro valíuta, quelta3 0 altra fcula fomi- gliante. 63. Quelle peró , ches'adernano modefla- mente» quantunque fia a fine di parer belle, fe non hanno intenzione cattiva , néanimo di-provocare alcuno al male, non peccano mortalmente; Né meno fe deliderano d'elser vifte da quefto , d da quell'altro , quando non fanno determinatamente, che alcuno le ami con amor obliquo ; il che fe fofse, allora pec- .cherebbero mortalmente, quando lo-facel- ferofenzanecellita.. Balseo Verb. Scandalum S.3.8 altri. C A-

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